Studi sul Cristianesimo Primitivo

"essendo sommo sacerdote profetizzò" Gv 11,51

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view post Posted on 9/1/2018, 19:23     +1   -1

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Un saluto e Buon Anno a tutti.
Mi colpisce questo inciso di Giovanni del quale chiedo gentilmente una spiegazione.
Riporto il passo per esteso, da Giovanni cap.11:
CITAZIONE
46 Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. 47 Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. 48 Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione». 49 Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla 50 e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». 51 Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione 52 e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53 Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

Vuol forse dire, semplicemente, che le parole pronunciate da un sommo sacerdote valevano come profezia? Nel senso che tali dovevano essere considerate oppure che effettivamente lo Spirito di Dio lo adombrava durante il suo ufficio?
Conosco l'interpretazione "che Dio si servì del discorso dell'empio Caiafa, come già si era servito della bocca del falso profeta Balaam" trovata su laparola.net ma (posso dirlo?) non mi convince affatto.
Grazie a chi può aiutarmi.
 
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view post Posted on 10/1/2018, 09:35     +1   -1
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Io penso invece che l'interpretazione sia corretta e sia coerente con l'ideologia del giudaismo antico. Il Sommo Sacerdote era l'unica persona che poteva entrare nel Sancta Santorum del Tempio e pertanto aveva un rapporto privilegiato con la divinità che nessun altro aveva. Caifa, consapevole del suo ruolo, ritiene con orgoglio di farsi portavoce di Dio (profeta dunque) e non di esprimere giudizi personali.
L'evangelista, forse con una certa dose di ironia (ironia tipicamente ebrea), ci fa capire che Caifa aveva invece frainteso completamente il pensiero di Dio poichè di fatto succederà l'esatto contrario di quanto previsto: nel 70 e.v. Gerusalemme cadrà per mano dei romani e gli ebrei perderanno la loro patria.
La condanna a morte di Gesù è ritenuta per certi versi la causa della caduta di Gerusalemme, della distruzione del suo Tempio e della dispersione del popolo ebraico.

Edited by Giosia - 15/1/2018, 08:58
 
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view post Posted on 10/1/2018, 19:56     +1   -1

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Grazie Giosia ma non mi convince la tua spiegazione.
 
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view post Posted on 10/1/2018, 22:18     +1   -1
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Che cosa non ti convince?
 
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view post Posted on 11/1/2018, 10:24     +1   -1

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CITAZIONE (Giosia @ 10/1/2018, 09:35)
Caifa, consapevole del suo ruolo, ritiene con orgoglio di farsi portavoce di Dio (profeta dunque) e non di esprimere giudizi personali.
L'evangelista, forse con una certa dose di ironia (ironia tipicamente ebrea)...

Non mi sembra:
- Caifa non esordisce con: "Oracolo del Signore..." o simili ma: "Voi non capite nulla...".
Che Caifa sia "consapevole del suo ruolo ecc." mi pare una considerazione non presente nel testo.
- Non riesco proprio a vedere l'ironia che tu ci trovi.
 
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view post Posted on 11/1/2018, 12:57     +1   -1
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Nel momento in cui Caifa profetizza, si fa portavoce della divinità (per definizione di profezia)... tuttavia si riteneva che l'età dei profeti fosse ormai conclusa
da cui l'ardire di Caifa di profetizzare su Gesù solo per il fatto di essere sommo sacerdote: è in questo che mi pare di cogliere un certo orgoglio per quanto non sia
presente questa considerazione.
A me sembra che col "non capite nulla, etc..." Caifa intenda sollecitare il Sinedrio a prendere una decisione in merito a Gesù
in quanto ritiene, sulla base della profezia, che tramite la sua condanna a morte si possa preservare l'integrità della nazione ed impedire la dispersione
dei figli di Israele. Ma nei fatti avverrà il contrario (e di questo l'autore del Vangelo ne è consapevole poichè la redazione del vangelo avviene dopo il 70 e.v.).
E' dunque una profezia al contrario.
L'ironia dell'evangelista (è un'ironia tra virgolette, certamente legata ad una sensibilità molto diversa dalla nostra), a mio avviso, è nel far vedere
che Caifa aveva completamente frainteso il volere di Dio (la stoltezza dell'empio).

Edited by Giosia - 15/1/2018, 08:58
 
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view post Posted on 11/1/2018, 17:59     +1   -1

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Provo a riformulare le domande:
- "essendo sommo sacerdote profetizzò" significa che consapevolmente fece una profezia?
- "essendo sommo sacerdote profetizzò" significa che quanto dicevano i sommi sacerdoti aveva valore profetico?
Grazie.
 
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view post Posted on 11/1/2018, 18:33     +1   -1
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Credo che la seconda affermazione sia da scartare in quanto si riteneva che la vena profetica si fosse esaurita da secoli
per cui normalmente quanto dicevano i sommi sacerdoti non aveva alcun valore profetico.
Io penso che l'evangelista intende mettere in risalto la stoltezza dell'empio sacerdote che inorgoglito per il suo ruolo di sommo sacerdote
ritiene di farsi interprete infallibile dei disegni divini. Per cui, a mio avviso, l'evangelista vuole far credere che Caifa profetizzò consapevolmente.
Trovo improbabile che ciò sia avvenuto realmente... probabilmente no se è quello che si vuole dimostrare.
Credo semplicemente che l'evangelista intendesse offrire un'immagine negativa del sommo sacerdote Caifa, improvvisato profeta
che fraintende completamente i disegni divini... una sorta di caricatura grottesca in negativo?

Edited by Giosia - 15/1/2018, 08:57
 
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view post Posted on 11/1/2018, 19:16     +1   -1

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Bene, caro Giosia, è la tua interpretazione. Grazie.
 
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view post Posted on 12/1/2018, 09:51     +1   -1

Raffaele

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CITAZIONE (lorenzo s @ 11/1/2018, 17:59) 
Provo a riformulare le domande:
- "essendo sommo sacerdote profetizzò" significa che consapevolmente fece una profezia?

Non credo che il sommo sacerdote fosse consapevole del fatto che stesse facendo una profezia, in quanto le sue parole si riferivano a un bene fisico per il popolo (la salvezza dalla distruzione dei romani), mentre la profezia si riferisce a un bene spirituale per il popolo (il perdono del popolo dai suoi peccati).

CITAZIONE
- "essendo sommo sacerdote profetizzò" significa che quanto dicevano i sommi sacerdoti aveva valore profetico?

Mancano ulteriori evidenze bibliche che ogni parola che dicevano i sommi sacerdoti avesse un valore profetico. Tuttavia i sommi sacerdoti erano in una posizione di mediazione tra Dio e il popolo (vedi Mosè/Aronne) ed entravano una volta all'anno nel luogo santissimo per portare il sangue del sacrificio per il peccato del popolo. Dio ha rispettato il ruolo assegnato al sommo sacerdote e ha profetizzato attraverso di lui nonostante la sua incredulità e opposizione all'opera dello Spirito di Dio. Con le dovute distinzioni di posizione e appartenenza, c'è una similitudine spirituale con Balam che ha fatto una profezia messianica unica nonostante si opponesse all'opera di Dio verso Israele.
In questo senso si può vedere la sovranità di Dio che usa qualsiasi persona per il suo piano, anche chi si oppone a Lui".
 
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view post Posted on 12/1/2018, 12:16     +1   -1
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Si tratterebbe di analizzare il testo originale greco.

Mi pare che siamo tutti d'accordo sul fatto che i sommi sacerdoti non erano soliti fare profezie.

Edited by Giosia - 15/1/2018, 08:54
 
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view post Posted on 13/1/2018, 16:40     +1   -1

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Sì, aspettiamo il grecista, ma temo non possa aggiungere granché.

Edited by lorenzo s - 16/1/2018, 19:57
 
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view post Posted on 23/4/2024, 18:54     +1   -1

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Interessante, al min. 29:10
 
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