Di base è bene non fidarsi troppo sia degli autori che dei commentatori, a meno che non ci siano convergenze interne ed esterne davvero a prova di dubbio.
In generale la provenienza può essere più o meno determinata da alcuni fattori (sempre se abbiamo a che fare con testi omogenei, cioè non collazioni di fonti eterogenee, caso tutt'altro che infrequente). Ne menziono qualcuno andando a logica e a senso comune:
- Lingua. Per quanto la koinè dialektos sia spalmata su tutto il mediterraneo orientale, lo stile dei singoli autori può essere più o meno caratterizzato da elementi peculiari, come semitismi (di vario genere), latinismi, o elementi riconducibili a un preciso
milieu linguistico;
- Stile. Il registro espressivo e lo stile dicono molto sull'autore. Alessandria o Cesarea sono diverse dall'entroterra siriano, come in generale le aree urbanizzate e multiculturali sono diverse da quelle periferiche e con più forte connotazione etnica. Dallo stile possono emergere dettagli che, uniti ad altri elementi, possono fornire qualche indizio;
- Destinatari. Spesso nelle opere è chiaro chi sia il destinatario, anche se non se ne parla esplicitamente. È il caso, ad esempio, di Antiochia per il vangelo di Matteo, particolare che emerge specialmente nel ruolo attribuito a Pietro, che fu vescovo di quella comunità;
- Tradizione manoscritta. La circolazione dell'opera nelle sue fasi iniziali dice moltissimo su dove essa possa essere stata composta. Quando non ricostruibile direttamente attraverso la localizzazione dei testimoni manoscritti (evenienza rara), si ottengono informazioni attraverso le citazioni coeve o quasi coeve di autori la cui localizzazione invece è già stabilita.
Ho scritto un po' di getto, magari mi verrà in mente qualcos'altro in seguito