Pur non concordando in generale sull'autorevolezza del vangelo copto di Tommaso (in alcuni casi per me dipende testualmente dai vangeli sinottici, motivo per il quale personalmente diffido di questa fonte), mi interessava il concetto evidenziato da nochiesa:
QUOTE
Concetti riservati agli eletti e a tutti coloro ai quali egli desidera rivelarli. In un certo senso, il Gesù’ di Tommaso assomiglia moltissimo a quello dei sinottici che parla in parabole incomprensibili, e che quindi contraddice la sua missione di salvatore di tutta l’umanità,’ma solo quella di pochissimi predestinati.
Prendiamo infatti un passo come:
Mc. 4:11-12 - A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole,
perché guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, ecc...
La parte "perché guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano" nel testo greco è espressa con
hina + congiuntivo:
hina blepontes blepwsin kai mhe idwsin kai akouontes akowsin kai mhe suniwsin = "affinchè [in modo che], vedendo, vedano e non possano comprendere e, ascoltando, ascoltino ma non possano intendere". Vi è discussione attorno al valore semantico di
hina + cong.vo nel greco neotestamentario ed ellenistico in generale. Sicuramente vi sono moltissimi casi in cui tipicamente
hina + cong.vo esprime uno scopo: faccio X affinchè (
hina + cong.vo) si verifichi Y, cioè col preciso intento di ottenere Y. Questo vorrebbe dire che Marco ci sta dicendo che Gesù parlava in parabole per il preciso fine da lui perseguito e voluto di non farsi comprendere da molte persone, ma solo dai suoi discepoli eletti, i dodici: vi parlo in parabole in modo che quelli fuori non capiscano, ecc... Qualcosa di molto simile a quello che si può ottenere con l'infinito greco, eventualmente rafforzato con qualche preposizione avente senso di "fine" o "scopo" (
eis to + inf.to). Secondo alcuni grecisti, invece,
hina + cong.vo potrebbe anche avere il senso di risultato, sarebbe cioè una azione non espressamente voluta da Gesù ma causata dal suo parlare in parabole. Il greco, tuttavia, ha
hwste per intodurre le subordinate atte ad esprimere il "risultato" al posto del "fine"-"scopo" di una azione. Marco e gli altri autori neotestamentari, infatti, utilizzano diffusamente
hwste per il senso di "risultato", di "conseguenza" non espressamente voluta. Certamente nella maggioranza dei casi
hina + cong.vo esprime "fine"-"scopo" laddove
hwste è usato per il semplice risultato o coneguenza dell'azione della frase principale. Mi sono a lungo chiesto quali fossero i "livelli" previsti da Gesù per i suoi seguaci, senza trovare una risposta veramente soddisfacente. Molte delle parole che dice sono pronuciate solo davanti ai dodici e non si sa se valgano pe quel gruppo scelto ovvero per tutto il resto delle persone. Invece altri discorsi sono indiscuibilmente pronunciati alle (relativamente) grandi masse che lo ascoltavano.
Edited by Hard-Rain - 16/7/2009, 08:53