Studi sul Cristianesimo Primitivo

GIOVANNI XVIII, 12, chiliarchos e speira

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Frances Admin
view post Posted on 4/2/2009, 11:36 by: Frances Admin     +1   -1




Una salutare e corretta descrizione dei fenomeni linguistici in Tito 2:13 e Gv 18:12, no, eh? Quanto è deleterio isolare un gruppo di parole estraniandole dal loro contesto naturale e senza descrivere tutti i fenomeni linguistici che ricorrono nel contesto. Questo è il prodotto dell'applicazione del vecchio concetto di "grammatica prescrittiva" superato da 100 anni.
Sul piano descrittivo, Tito 2:13 non può essere accostato a Gv 18:3, in quanto: nel passo giovanneo ricorre il complemento di specificazione "dei giudei" tramite genitivo, che specifica l'appartenenza e allo stesso tempo distingue il sostantivo da "chiliarchos". Pertanto in questo caso la Granville Sharp Rule funziona concretamente e non ammette riserve. Diverso è il caso di Tito 2:13, dove effettivamente si riscontrano anomalie. Ma io credo che la successione delle parole e la funzione sintattica che espletano nel contesto, consentano di risolvere la crux: tutto ruota intorno all'aggettivo "megas" e al pronome "hmwn" e alla posizione di quest'ultimo nella frase. Notiamo che questo pronome è posizionato dopo il sostantivo genitivo "swteros", il quale è l'attributo del sostantivo "Iesou Christou". L'aggettivo "megalou" qualifica "Dio" ed è al singolare. Se l'autore dell'epistola intendeva unificare i due soggetti, Dio e a Gesù Cristo, e attribuire loro la medesima qualità, la frase sarebbe stata impostata nel modo seguente:

της δοξης των μεγαλων θεου και σωτηρος Ιησου Χριστου ημων

Il pronome ημων può essere posizionato anche dopo l'aggettivo μεγαλων.

In ogni caso, la Granville Sharp Rule non si applica ai nomi di persona.
 
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25 replies since 29/1/2009, 21:13   910 views
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