Studi sul Cristianesimo Primitivo

HORUS e la somiglianza con Gesù

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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 14/1/2009, 12:03 by: Giovanni Dalla Teva     +1   -1




CITAZIONE
dresda99
Cosa ne pensate?

Fra i vari tentativi realizzati nei primi secoli di cristianesimo per spiegare come era avvenuta l'incarnazione, non mancano altre somiglianze:
l'apologista Tertulliano (morto 240 ca.) crede che sia stato un raggio di luce

(lo Spirito Santo non era stato ancora del tutto elaborato)

I Cristiani delle origini ebbero degli spiriti celesti le "idee più disparate" (Weinel).
Fino all'inizio del 3°secolo, "quasi nessuno" (Harnack) credeva nello "Spirito Santo".

Nel IV secolo, lamentava Ilario, nessuno sapeva quale sarebbe stata la professione di fede in voga l'anno seguente.

Tutto questo spinse i teologi ad intensificare la propria attività speculativa, arrivando a elaborare la dottrina secondo cui Dio era un'unica substantia in tre persone. Il Figlio procedeva dal Padre e dallo Spirito Santo. Le tre persone erano legate da quattro relationes, cui corrispondevano cinque proprietates. Il complesso compenetrarsi (circuminsessio) delle tre persone produceva un unico Dio, actus purissimus. Per quanto frutto di faticose elucubrazioni, i teologi erano ben consapevoli che qualsiasi speculazione intorno al dogma trinitario era destinata a restare "una sinfonia incompiuta" (Anwander), "un impenetrabile mistero di fede" che, comunque, a giudizio del benedettino von Rudloff, "non entrava in conflitto con la ragione.

a scendere in Maria e farsi carne, in evidente analogia (non si dimentichi che Tertulliano era africano) con la leggenda egizia della Vacca sacra, madre del bue-dio Api, fecondata da un raggio luminoso.

Alla Chiesa non fu possibile lasciare l'incarnazione prudentemente avvolta nel mistero, come era la prassi con tante altre incarnazioni, perché questa credenza venne a formarsi quando esisteva già una tradizione sull'origine terrena di Gesú, quella che lo considerava il profeta discendente da re David, e a essa fu sovrapposto.
E punto di congiunzione delle due credenze lo si trova in quel passo di Luca relativo all'Annunciazione, in cui dice, con palese goffa contraddizione (Lc 1,32): "Egli sarà chiamato figlio dell'Altissimo e il Signore Iddio gli darà il trono di David suo padre". Questo passo di Luca, come tutto il racconto della nascita di Gesú, ha uno stile che male si accorda con il periodare abituale dell'evangelista, sicché anche qualche commentatore cattolico (ad esempio G. Fouard) ha dovuto riconoscere che il frammento è stato aggiunto piú tardi, con una sutura fatta in modo malconcio.

Così come per la nascita, anche per la morte e risurrezione di Gesú esistono degli equivalenti altrove: bisognava porlo sullo stesso piano di Tammuz, Adone, Osiride, Dionisio e tanti altri dei morti e risorti, che in quel tempo predominavano. La Pasqua - cioè appunto la morte e risurrezione - venne fatta coincidere con i riti primaverili di altri culti e di altre scuole misteriche dell'epoca, nell'area del Mediterraneo e anche in luoghi remoti, nei lontani continenti.

Con la dottrina della verginità della madre di Gesú veniva a completarsi il quadro di un Dio che niente aveva da invidiare ai suoi rivali. Restavano però ancora delle asperità, che andavano limate. Data la necessità di diffondere il mito di un Dio, ogni fattore privato della sua vita diventava un aggravio (lo aveva compreso bene San Paolo). Legata come è la storia di un uomo - di ogni uomo - a un periodo e a un luogo preciso, tali fattori, nel caso del "Dio" Gesú, avrebbero sminuito il suo carattere universale, per cui bisognava eliminare rigorosamente dalla biografia ogni componente superflua riguardante la famiglia,( da qui nascono tutte le numerossime contraddizioni dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli) il sesso, la politica: non si poteva ammettere che avesse avuto dei fratelli carnali, una moglie e figli fin troppo umani, amicizie intime; bisognava cancellare, poi, ogni riferimento a suoi rapporti con gli zeloti, gli esseni e altri gruppi di rottura, e non solo per negare una sua partecipazione attiva, ma persino l'avere intrattenuto con loro il minimo contatto; inoltre, sarebbe stato a dire poco imbarazzante per un Dio, essere il protagonista di una rivolta armata e per giunta fallita. leggi Giovanni di Gamala figlio di Giuda il Galileo.

Ecco perchè i padri della chiesa hanno costruito i loro racconti in modo austero con una mitica semplicità, ambientato solo per pura circostanza nella Palestina del 1° secolo, occupata dai romani. Ma i loro progetti sono stati rovinati, in modo pesante, dagli scritti degli storici di quel tempo, e specialmente quelli di Giuseppe Flavio, da loro in seguito falsificati a loro piacere, comodo e interesse o distrutti e i rimanenti tenuti a dormire per secoli da traduttori, a mio modesto parere, che guardavano solo la forma e non la logica delle falsificazioni.

Sig. Desdra99, penso di meritarmi un grazie, solo per l'impegno che Le ho dimostrato per risponderLe.


Edited by Giovanni Dalla Teva - 14/1/2009, 12:31
 
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