Studi sul Cristianesimo Primitivo

MATTEO XXVII , 25, questo versetto è da rimuovere dal Vangelo

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view post Posted on 18/12/2008, 00:59     +1   -1
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MATTEO XXVII , 25



" E tutto il popolo rispose " Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli "

Quando Sua Santita' Papa Giovanni Paolo II fece ammenda chiedendo scusa agli Ebrei , per dimostrare in pratica un sincero ravvedimento della Chiesa Cattolica , avrebbe dovuto proporre la rimozione di questo versetto del Vangelo di Matteo.


Come doveroso rispetto per la Nazione Ebraica.

Questo è chiaramente il mio pensiero , ritengo infatti questo versetto infame, criminale , e indegno di appartenere alla Storia Humanitas.

Apro quindi il dibattito.

zio ot
 
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JohannesWeiss
view post Posted on 18/12/2008, 03:18     +1   -1




Ehm...Barionu, capisco che ami essere colorito... ma devo chiederti se sei davvero serio, quando prospetti l'opportunità che un Papa possa rimuovere un versetto di un vangelo...

Oh, se solo potessero! sai come eliminerebbero volentieri riferimenti ai "fratelli" di Gesù o detti come Mc 9,1 o Mt 10,23 che costringono a improbabili free-climbing ermeneutici pur di aggirare l'evidenza che Gesù si aspettava la venuta imminente del regno di Dio?

Suvvia...siamo seri!
Non ci hanno insegnato che è sbagliato bruciare i libri? Bene, allo stesso modo non bisogna tagliuzzare i versetti...
Per evitare interpretazioni inaccettabili, è sufficiente fare una buona ermeneutica.
Oggi tutti i cattolici sanno che è sbagliato e intollerabile guardare agli ebrei come deicidi e come un popolo rigettato da Dio e fuori dalla sua alleanza.
Chi continua a proporre certi ragionamenti sono soltanto marmaglia tradizionalista e clerico-fascista che fa decisamente molto più rumore nel mondo virtuale di internet, che in quello reale. Gente che o rifiuta apertamente il Magistero post-conciliare, dichiarando perfino la sede romana "vacante", oppure si mette il prosciutto sugli occhi per non vedere che la propria visione è inconciliabile con quella del Magistero.

Detto questo, insisto nell'oppormi a questo processo all'infame contro il Vangelo di Matteo.
A noi spetta di comprendere le cose storicamente, non di metterci la barba bianca, sederci sul trono e dare la pagella alla "storia humanitas". E, storicamente, quel versetto di Matteo non ha in sé stesso alcunché di particolarmente biasimevole (di certo non più di ciò che i qumranici potevano pensare degli ebrei non appartenenti alla loro setta).
Lungi dall'essere assetati del sangue dei loro fratelli, erano casomai gli ebrei di Matteo ad essere i perseguitati!!! Mi sembra che, da storici, si possa anche capire che una comunità di ebrei(cristiani) estromessa, osteggiata e perseguitata dalla sinagoga, possa avere avuto le balle un po' girate ed essersi espressa in modalità non esattamente da galateo...
 
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Hard-Rain
view post Posted on 18/12/2008, 08:42     +1   -1




Dunque, sono contrario alla rimozione o censura del verso perchè purtroppo è quello che il testo contempla e non possiamo perdere le indicazioni storiche che sono anche preziose filologicamente parlando.

C'è anche una parabola peggiorativa in Matteo, quella del "convito" che è una polemica nei confronti degli ebrei, sebbene in maniera più nascosta. Che facciamo, cancelliamo anche quella, perdendo preziose informazioni sulla probabile espansione di quel racconto rispetto alla versione di Luca?

Comunque resto poi del parere che il problema non sono i testi ma le persone che li leggono e li interpretano come credeno, lo stesso dicasi per tanti passi del Corano che vengono strumentalizzati dagli occidentali per accusare i musulmani oppure utilizzati dai fanatici per avvalorare le loro idee.

Ciò premesso, è evidente che personalmente sono contrario all'antisemitismo. Aggiungo anche che ho un ottimo rapporto con gli amici ebrei, di recente uno di loro mi ha fatto visita direttamente da Israele ed è stato per me un momento di ricchezza personale e interiore indimenticabile, al quale mi auguro di dare un seguito nei prossimi mesi e anni.
 
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JohannesWeiss
view post Posted on 18/12/2008, 13:07     +1   -1




Raymond Brown (citato da Elijah nell'altro topic) ritiene che nel passo matteano in questione tékna (figli) si riferisca a coloro che subirono la distruzione di Gerusalemme e del tempio (cf. La morte del Messia, Queriniana, 1999, p. 947), analogamente a ciò che troviamo in Lc 23,28 (dove Gesù invita le donne a piangere su loro stesse e sui loro figli) e nel Testamento di Levi 16,3-4, dove si dice: "Darete il nome di ingannatore ad un uomo che nella potenza dell'Altissimo rinnoverà la legge; alla fine lo ucciderete, come pensate, non sapendo che egli verrà risuscitato. Così, nella malvagità, voi assumete sangue innocente sulle vostre teste; e per causa sua il vostro luogo santo sarà desolato, raso al suolo".
Va citato anche il Vangelo di Pietro (7,25): "Gli ebrei, gli anziani e i sacerdoti compresero allora il grande male fatto a se stessi e cominciarono a lamentarsi, battendosi il petto e dire: "Guai ai nostri peccati! Il giudizio e la fine di Gerusalemme sono ormai vicini".
 
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Hard-Rain
view post Posted on 18/12/2008, 13:43     +1   -1




Si potrebbe citare anche Mt. 23:35, in cui Gesù aveva detto "perché ricada su di voi tutto il sangue (elthêi ef' humas pan haima) innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare." Poi, al v. successivo, Gesù aggiunge: "In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione." In questo caso Gesù sta polemizzando molto duramente con farisei e scribi. La maledizione è rivolta loro. Ma questo passo ha un parallelo nel vangelo di Luca, al contario della frase di Mt. 27:25.
 
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view post Posted on 19/12/2008, 01:45     +1   -1
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Cit da Weiss

Ehm...Barionu, capisco che ami essere colorito... ma devo chiederti se sei davvero serio, quando prospetti l'opportunità che un Papa possa rimuovere un versetto di un vangelo






Caro Weiss che ben mi conosce :B): ,

in effetti , forse per il mio passato di ex guitto apprendista alla corte di Ronconi :1365.gif:

amo le " Aperture Teatrali " :005026.gif: :1069.gif:

O quelle magniloquenti : Pedone in d 4 :ph34r:

Fatto sta, che se dovessi fare una Top faiv ( sic ) delle frasi antipatiche dei Vangeli , questa proprio , ogni volta che la leggo mo mi viene un fatto mal di denti ....


Veniamo a noi

" il Commentario alla passione " di R. Brown 116 euro , porca boia... libro autorevole e fondamentale , metto un riferimento per aiutare i lettori a raggiungerlo senza dover passare alla rapina ....

Livello bibliografico Monografia
Tipo di documento Testo a stampa
Autore Brown, Raymond E.

Titolo La morte del Messia : dal Getsemani al Sepolcro : un commentario ai racconti della passione nei quattro Vangeli / Raymond E. Brown ; introduzione all'edizione italiana di Gianfranco Ravasi
Pubblicazione Brescia : Queriniana, c1999
Descrizione fisica 1815 p. ; 23 cm
Collezione Biblioteca di teologia contemporanea ; 108

Note generali Trad. di Antonio Nepi, Simone Venturini

Numeri ISBN - 88-399-0408-5

Nomi · Brown , Raymond E.
· Ravasi, Gianfranco |scheda di autorità
Altri titoli collegati [Titolo originale] death of the Messiah.

Soggetti Bibbia. Nuovo Testamento. Vangeli - Commenti
Gesu Cristo - Passione

Classificazione Dewey 226.077 (21.) NUOVO TESTAMENTO. VANGELI E ATTI DEGLI APOSTOLI. Commenti con il testo
232.96 (21.) PASSIONE E MORTE DI GESW1A0U

Paese di pubblicazione ITALIA
Lingua di pubblicazione ITALIANO

Codice del documento IT\ICCU\MIL\0437593
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RM1003 RMS8L IT\ICCU\MIL\0437593 Biblioteca del Dipartimento di studi storico religiosi dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma - RM
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TO0240 TO001 IT\ICCU\MIL\0437593 Biblioteca civica centrale - Torino - TO
TO0264 TO084 IT\ICCU\MIL\0437593 Biblioteca provinciale dei Frati Minori Cappuccini - Torino - TO
TO0326 TO097 IT\ICCU\MIL\0437593 Biblioteca del Seminario arcivescovile - Torino - TO
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da

http://opac.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/base.jsp

... veniamo a Raymond Brown

Cit da Weiss

Raymond Brown (citato da Elijah nell'altro topic) ritiene che nel passo matteano in questione tékna (figli) si riferisca a coloro che subirono la distruzione di Gerusalemme e del tempio (cf. La morte del Messia, Queriniana, 1999, p. 947), analogamente a ciò che troviamo in Lc 23,28 (dove Gesù invita le donne a piangere su loro stesse e sui loro figli) e nel Testamento di Levi 16,3-4, dove si dice: "Darete il nome di ingannatore ad un uomo che nella potenza dell'Altissimo rinnoverà la legge; alla fine lo ucciderete, come pensate, non sapendo che egli verrà risuscitato. Così, nella malvagità, voi assumete sangue innocente sulle vostre teste; e per causa sua il vostro luogo santo sarà desolato, raso al suolo".
Va citato anche il Vangelo di Pietro (7,25): "Gli ebrei, gli anziani e i sacerdoti compresero allora il grande male fatto a se stessi e cominciarono a lamentarsi, battendosi il petto e dire: "Guai ai nostri peccati! Il giudizio e la fine di Gerusalemme sono ormai vicini".


zio ot

D' accordo, posso arrivare persino a citarti Massey ( non ho il rif. ora ) che individua la frase su base antropologica , intepretandolo come un retaggio dei riti tribali , quando i partecipanti al " rito di passaggio " aspergevano su di se il sangue della vittima sacrificale.

Ma qui ci troviamo di fronte a una palese automaledizione che nasce da un popolo avente pretese e coscienza di poter compiere un atto di giustizia mentre il contesto dell' Evangelista li dipinge come partecipi e complici attivi di un orribile misfatto .

E' " sinottico " che i posteri potessero , come poi hanno fatto , interpretare la frase come un preciso ATTO D' ACCUSA verso coloro che la pronunciano.

Per poi arrivare a un nodo cruciale :

lo stesso Bultman arriva a dire che l' episodio di Barabba è un falso ,
e le numerose discussioni che abbiamo fatto avvalorano la tesi di un episodio completamente inventato,

:
http://forumbiblico.forumfree.net/?t=23776605&st=180

( lo stesso splendido saggio di Rain, io lo interpreto come fortemente dubitativo sulla effettiva realtà dell' episodio )

Cito in particolare il libro " Il processo a Gesù " di C .Cohn ed Einaudi

quindi di fronte ad un episodio inventato la frase mi risulta come criminale.

Ma, :1190.gif: ,naturalmente, abbiamo appena iniziato a parlarne ..., sarà il caso Caro Rain, visto che sto Matteo XXVII 25 è un eclissi che puntualmente ricompare ,di indirizzare tutti gli " eclittici " :1473.gif: in ste bande ....


zio ot :mf_bookread.gif:

Edited by barionu - 19/12/2008, 03:44
 
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tosefta
view post Posted on 19/12/2008, 15:34     +1   -1




CITAZIONE (barionu @ 18/12/2008, 00:59)
MATTEO XXVII , 25



" E tutto il popolo rispose " Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli "

Quando Sua Santita' Papa Giovanni Paolo II fece ammenda chiedendo scusa agli Ebrei , per dimostrare in pratica un sincero ravvedimento della Chiesa Cattolica , avrebbe dovuto proporre la rimozione di questo versetto del Vangelo di Matteo.


Come doveroso rispetto per la Nazione Ebraica.

Questo è chiaramente il mio pensiero , ritengo infatti questo versetto infame, criminale , e indegno di appartenere alla Storia Humanitas.

Apro quindi il dibattito.

zio ot

E' senz'altro criminale il modo in cui è stato inteso e concretamente applicato dalle autorità ecclesiastiche per secoli. Tuttavia non sono rare le espressioni di condanna contemplate nella Torah e nei Profeti, sia nei riguardi dei pagani (accusati di idolatria) che nei riguardi degli stessi ebrei (rimproverati anche ferocemente di essersi allontanati dall'osservanza dei precetti). Dovremmo cancellare tutti questi riferimenti biblici. Certo sono espressioni assai colorite, ma andrebbero lette e comprese alla luce della cultura di riferimento, quella ebraica.
Il NT ha lasciato la terra di Israele per diffondersi tra popoli che di questa cultura conoscevano poco e nulla, e tramutarono quelle espressioni così comuni presso il linguaggio semitico, in un nuovo comando: punire un intero popolo riconosciutosi colpevole di una presunta colpa mitica (uccisione della divinità incarnata).
Avete in mente tutti il famoso principio, denominato Legge del Taglione, che gli ebrei da epoca immemorabile hanno interpretato e applicato come risarcimento di natura pecuniaria per danno cagionato ad altri, ebbene, svincolate quel passo dalla sua cultura di riferimento, offritelo alla comprensione di comunità ed individui ad essa sostanzialmente estranei ma, animate da grande zelo e religiosamente motivate e, la pratica delle mutilazioni avrà diritto di cittadinanza, presso questi.
 
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Hannah1
view post Posted on 19/12/2008, 18:54     +1   -1




A parte il pacato ed equilibrato commento di tosefta (come sempre del resto :wub: ), non vorrei passare per originale o ancora più ignorante di quello che sono in materia, non so se è propobibile anche un'interpretazione tipo quella della frase del sommo sacerdote: "é meglio che uno solo muoia per tutti" (ritenuta profetica e con significato redentivo). Poiché Gesù ha detto che il proprio sangue sarebbe stato versato per gli apostoli e per tutti, il fatto che sia stata riportata quella frase cioè che il sangue ricada sulle persone, non potrebbe essere interpretato anche "come versato a favore di tali persone"?
 
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Iron Iko
view post Posted on 21/12/2008, 02:46     +1   -1




CITAZIONE (Hannah1 @ 19/12/2008, 18:54)
il fatto che sia stata riportata quella frase cioè che il sangue ricada sulle persone, non potrebbe essere interpretato anche "come versato a favore di tali persone"?

No, Hannah, magari! Non è così. Per capire Matteo XXVII,25 bisogna guardare alle prime fasi embriogenetiche del cristianesimo dei secoli II e III. Questa "inserzione", più tarda di quella del già tardo (rispetto alle datazioni ufficiali) del corpus matteano fu resa necessaria per replicare ai dottori del culto protocristiano che non accettavano l'idea che l'umanità intera, a redenzione della quale il figlio di dio si era immolato, potesse essere accusata di deicidio. Un peso che la comunità di credenti non avrebbe mai potuto portare sulla coscienza e che confliggeva con il principio teologico (folle e aberrante a mio personale avviso) di riscatto dal peccato originale. Soluzioni alternative si sa che c'erano. C'era chi diceva che il Cristo non sarebbe potuto morire e chi addirittura che non potesse nemmeno soffrire (altrimenti non sarebbe stato un vero dio), chi sosteneva che la morte e la sofferenza erano solo apparenti e così via (le rappresentazioni del liquame toracico dei crocifissi volevano attestare la morte in carne del dio-uomo). Ma sappiamo chi vinse tra i tanti "cristianismi" in acerrima lotta: la spuntò la teologia di Paolo di Tarso, il paolismo, del verbo fatto carne, l'uomo-dio messo a morte dagli uomini e poi risorto per tutti. E quindi si decise di stoccare tutto il veleno accusatorio nella "discarica" ebraica. Tutta la colpa della morte di Cristo (Dio) era da attribuire esclusivamente a una parte ristretta e minoritaria dell'intera umanità riscattabile, a quel popolo che tanto simpatico ai romani proprio non stava per le tante ragioni storico-politiche che ben conosciamo. L'inserto Mt XXVII, 25 sta quasi a dire: E' morto per tutti noi, ma noi (romani, gentili, barbari) non l'avremmo mai ammazzato, l'avete ammazzato voi ebrei e se per questa azione malvagia, la peggiore che si possa commettere, qualcuno deve pagare, quelli siete voi, per secoli e secoli.
Da questo punto di vista la frase ha anche un valore esorcistico. Immaginiamo quanto potente doveva essere il sentimento di superstizione presso la gente dell'epoca e quanto forte fosse la paura della vendetta di dio e di subire perciò concrete disgrazie o catastrofi.
In fondo non facciamo spesso anche noi qualcosa di simile tutte le volte che veniamo accusati di qualcosa di grave: tendiamo a scaricare la colpa sugli altri?
Iron Iko
 
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Iron Iko
view post Posted on 21/12/2008, 18:16     +1   -1




CITAZIONE (Hard-Rain @ 18/12/2008, 08:42)
Dunque, sono contrario alla rimozione o censura del verso perchè purtroppo è quello che il testo contempla e non possiamo perdere le indicazioni storiche che sono anche preziose filologicamente parlando.

C'è anche una parabola peggiorativa in Matteo, quella del "convito" [...]

Sottoscrivo.
Per quanto riguarda la parabola degli esclusi dal banchetto cui fai riferimento (Mt 22, 1-14), mi permetto di riportare un estratto di una mia mail a don Franco Barbero alcuni giorni dopo la liturgia del 12 ottobre scorso:

... La riflessione da cui parto io invece è la seguente. La
Chiesa batte per l'interpretazione letterale di fatti straordinari
raccontati nelle Scritture e non accetta interpretazioni simboliche o
di significato complesso collegato all'esoterismo della comunità in
cui circolavano forme di insegnamento iniziatico. Quindi, per la Chiesa, a
Cana l'acqua si trasforma realmente in vino; la resurrezione di
Lazzaro è un reale processo di decombustione inversa, un corpo umano che da
morto diventa vivo; le cornee devastate del tracomatoso ritornano
trasparenti; eccetera. Non c'è mai lo sforzo di penetrare
nell'intima natura di questi messaggi per comprenderne l'origine, il contesto
storico-filosofico o come e perchè attraverso il linguaggio simbolico
si trasmettessero importanti insegnamenti di vita. (Significato di
iniziazione del Nazir che interrompe il voto del divieto di bere vino;
la resurrezione in senso gnostico come pienezza di vita e consapevolezza; riacquistare la vista nel senso di illuminazione della coscienza). Tutto viene ricondotto nella banalità dell'interpretazione letterale del racconto.
Quando invece ci si trova di fronte ad una parabola del genere ovviamente si prendono le distanze attraverso letture interpretative talmente allargate che ne scaturiscono discorsi teologici in cui si può sostenere tutto e il contrario di tutto.
Per me l'interpretazione del brano è molto semplice, ed è la seguente.
Chi parla è un capo carismatico, politico e religioso. Egli dice a chi
l'ascolta diffidandoli: "Ragazzi, ascoltate bene, vi ho
raccolto dalla
strada e ora avete l'onore di far parte di questa comunità (setta,
famiglia, squadra etc). Altri più titolati di voi si sono autoesclusi.
Questo però a me non interessa. Io conto su di voi ma l'importante
è
comportarsi bene e rispettare le regole. Tizio ha sgarrato e gli
abbiamo fatto fare la fine che meritava. Guai anche a voi se sgarrate.
Badate che è tutto pronto (il banchetto) per l'azione che dobbiamo
portare a compimento
". E' il discorso di un messia o aspirante
tale. Un discorso possibilissimo, anche nella versione metaforica della
parabola, in quegli anni di fermento messianista tra le comunità essene
o esseno-zelote, animate dal sentimento di riscatto politico e
alimentate dal fondamentalismo religioso che tanto faceva presa presso
le schiere di disperati che ingrossavano le fila di quelle sette. Mi
chiedo se c'è stato un solo prete in Italia ad aver fatto
riferimento, nell'omelia di ieri, agli scritti qumranici, in particolare al
Rotolo delle regole della comunità. Quello della parabola di ieri è un
discorso che, se potessimo infilarci in qualche aula scolastica
jihadista potremmo ascoltare anche oggi da un mullah o un Ayatollah.
Che quelle parole le abbia dette originariamente un rabbi intorno al
-30 o al +30 o l'"egiziano" nel 60 o bar Kochba intorno
al 130 non lo sapremo mai (e poco c'importa). Ma il senso di quel racconto non
può che essere quello da me delineato. Volete vederci altro? Fate pure.
Osservando le nuvole si vedono animali, volti umani, montagne, sagome
meravigliose... Ciò non toglie che le nuvole sono e restano aerosol
d'acqua, nient'altro.


E' un commento in risposta a omelia domenicale.
Grazie per l'attenzione
Iron
 
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Hannah1
view post Posted on 21/12/2008, 20:06     +1   -1




Comunque, Iron Iko, se ti interessano posizioni un po' alternative da parte di sacerdoti o teologi, ti invito a leggere qualcosa di Fra Alberto Maggi. http://www.studibiblici.it/ Ieri ed oggi è stato a Napoli ed ho potuto assistere ad un suo intervento. Prima di fare qualunque considerazione sul rapporto tra Gesù ed il suo popolo, bisogna fare una netta distinzione tra il popolo ed i capi religiosi o i detentori del potere. In tale quadro il suo ruolo messianico non va ma considerato come un progetto politico alternativo di presa del potere ma come lotta contro ogni potere religioso e l'asservimento del popolo. Discorso valido ieri e sempre.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 22/12/2008, 12:04     +1   -1




Iron Iko, per curiosità don Barbero ti ha poi risposto? (Se si può dire).
 
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Hannah1
view post Posted on 22/12/2008, 12:56     +1   -1




Ah! Ma è il don Barbero presente anche su Internet. Purtroppo, la mia non memoria sui nomi mi tradisce. Beh mi sembra alquanto alternativo anche lui ;) .
 
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Iron Iko
view post Posted on 22/12/2008, 21:19     +1   -1




CITAZIONE (Hard-Rain @ 22/12/2008, 12:04)
Iron Iko, per curiosità don Barbero ti ha poi risposto? (Se si può dire).

Sì, con un messaggio breve. Vuoi che lo riporti?
I.I.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 22/12/2008, 21:54     +1   -1




CITAZIONE
Sì, con un messaggio breve. Vuoi che lo riporti?

Sì, così per curiosità. Essendo un (ex) prete molto particolare mi interessava sapere il suo pensiero.

Questo, per chi non lo conosce, è il sito di Barbero:

http://donfrancobarbero.blogspot.com/
 
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35 replies since 18/12/2008, 00:59   955 views
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