Studi sul Cristianesimo Primitivo

Sicari, per Hard Rain

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Hard-Rain
view post Posted on 5/9/2008, 21:02 by: Hard-Rain     +1   -1




Per arricchire il nostro dibattito, molto interessante, volevo citarvi questo passo di Gnilka:

"Secondo Flavio Giuseppe il nome "sicario" designa il gruppo dei seguaci di Menahem che, dopo il suo assassinio, fuggirono a Masada. Originariamente questo nome (= chi combatte col pugnale) fu dato dai Romani, durante il periodo del procuratore Felice, ai rivoltosi per il loro modo di combattere. Cfr. Hengel, Zeloten, 76." (J. Gnilka, Gesù di Nazaret, Paideia, 1993, pag. 84).

Comunque Menahem era figlio di Giuda (cfr. Bell. 2,433) così come il comandante Eleazar era un suo discendente (cfr. Bell. 7,253), molto probabilmente vi è continuità ideologica tra il pensiero di Giuda il galileo e questi capi dei sicari. Io penso che il nome "tecnico" sia sorto solo dal '50-'51 in avanti, al tempo di Felice, sebbene vi sia tutta una lunga tradizione. Ricordiamo anche i due figli Giacomo e Simone che furono crocifissi, non sono ancora chiamati "sicari". In un articolo su Biblica C. Mezange nota che queste azioni dei sicari si intensificano quando i regni retti dali ebrei passano sotto i romani. Egli vede la rivolta di Simone e Giacomo quando la Gaulanitide, morto Filippo, fu annessa alla provincia romana della Siria dopo che appunto era stata governata da un sovrano ebreo. Analogamente vede queste azioni dell'inizio degli anni '50 sotto Felice come la conseguenza della fine del regno di Agrippa I e il ritorno al regime dei procuratori romani. Può darsi che questi "sicari" tecnicamente stiano a Giuda il Galileo come le Brigate Rosse stanno a Lenin, faccio anche io un paragone storico un po' così così, sarebbe un anacronismo parlare di "Brigate Rosse" al tempo di Lenin, sono due fenomeni diversi anche se si ispirano a un fenomeno politico che ha moltissimi elementi teorici in comune.

A parte queste considerazioni, mi interessava la frase di Bell. 7,253 "A quell'epoca i sicari ordirono una congiura contro quelli che volevano accettare la sottomissione ai romani e li combatterono in ogni modo come nemici, depredandoli degli averi e del bestiame e appiccando il fuoco alle loro case." Supponendo che questa frase sia riferita a Giuda il Galileo e alla rivolta del tempo del censimento, mi chiedevo se davvero i seguaci della "quarta filosofia" commisero questi delitti, in particolare: (1) depredare coloro che non volevano accettare la sottomissione (mi immagino degli espropri e dei sequestri di massa di beni); e (2) incendiare le case di queste persone. Dove sono documentate cose simili e attribuite a Giuda il Galileo, ai danni dei suoi connazionali?

Edited by Hard-Rain - 6/9/2008, 07:39
 
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