Studi sul Cristianesimo Primitivo

Sicari, per Hard Rain

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Ben Pandera
view post Posted on 5/9/2008, 00:16     +1   -1




Ciao Gianluigi,

ho letto il tuo interessante lavoro su Giuda Iscariota e volevo discutere sulla nascita dei Sicari.
Prendendo spunto da Bell., 2.254-256, affermi che la nascita di questi "nuovi banditi" si debba presumere dopo il 52 d.C. così da poterne escludere l'esistenza ai tempi di Giuda Iscariota.

Tuttavia, l'episodio dell uccisione del sommo sacerdote Gionata è riferita anche in Ant.,XX.163-segg.
dove si evince innanzitutto che l'omicidio da parte dei sicari avviene su commissione (quindi non c'è un motivo strettamente "politico" ma è un lavoro da mercenari, come confermato poche righe sotto), ma sopratutto tale Doras, pagato da Felice, si accorda con i "briganti" per organizzare l'omicidio, da cui si inferisce che i briganti già esistevano ed erano riconosciuti per tali.

La conferma potrebbe venire da Bell., VII.253-segg. dove Giuseppe dice chiaramente che al tempo del censimento di Quirino i sicari ordirono una congiura contro quelli che volevano sottomettersi ai Romani.
Che ne pensi?
ciao
Marco
 
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Hard-Rain
view post Posted on 5/9/2008, 08:13     +1   -1




Ciao,

ho riletto Bell. 7.252ss., ora ho ben compreso il tuo riferimento. Si tratta di un passo che cita anche il mio amico Giancarlo Tranfo nel suo libro La Croce di Spine, ediz. Chinasky, uscito qualche mese fa.

Qui il punto di partenza è che siamo all'epoca della conquista di Masada da parte dei Romani. Masada era stata conquistata dai sicari proprio all'inizio della guerra, nel 66 (Bell. 2,408).

Io dò quindi come possibile spiegazione che qui in Bell. 7.252ss Giuseppe si riferisca all'inizio della guerra, abbiamo detto che i sicari nacquero all'inizio degli anni '50, qui la narrazione è collocata al 74 (si parla di Flavio Silva), sette anni dopo lo scoppio della rivolta giudaica e Giuseppe va ai prodromi della guerra, di cui la rivolta del 66 e la presa di Masada nello stesso periodo furono le cause dirette.

Notare che subito dopo - nel nostro passaggio del libro 7 - Giuseppe Flavio parla di Giovanni e di Simone figlio di Giora, nello stesso segmento e contesto in cui parla anche dei sicari, dovremmo allora ritenere che anche costoro, come i sicari, siano collocati al tempo di Quirinio nel 6 d.C., che non mi sembra possibile. A conti fatti qui si parla di personaggi che compaiono all'epoca della rivolta. Perchè Giuseppe non ne ricorda neppure uno del tempo di Quirinio oppure dopo (e ne abbiamo tanti da poter citare)? Giuda il Galileo infatti è citato solo in quanto Eleazar ne era un discendente (anche Meanchem è citato come figlio di tale Giuda).

Proprio all'inizio della guerra, come detto, i sicari conquistarono Masada e la tennero per molti anni. Quindi per me il riferimento è alla frase: "I sicari che l'avevano occupata", ecc..., e Giuseppe và col pensiero all'inizio della rivolta giudaica (che nel periodo 66-67 e fino al 70 ebbe successo e i banditi potevano spadroneggiare). Quindi "a quel tempo" è riferito all'epoca di quando i sicari occuparono Masada, sette anni prima, l'inizio delle ostilità e tutto quello che ne seguì. La citazione di Giuda il Galileo, in questo contesto, è funzionale al fatto che era un antenato del capo dei sicari di Masada, secondo Giuseppe Flavio.

Anche perchè simili episodi non sono mai citati nè in Bell. nè in Ant. e riferiti al personaggio principale dell'epoca di Quirinio, che sarebbe Giuda il Galileo, come mai Giuseppe se ne ricorda in un flash-back qui invece che nelle sezioni apposite quando parla più dettagliatamente di Giuda? Di "sicari", poi, non parla quando delinea le sette giudaiche (farisei, esseni, il gruppo di Giuda, ecc...). La mia ipotesi è pertanto che Giuseppe in questo punto di Bell. 7,253ss si colleghi all'inizio della guerra, agli episodi inziali della rivolta del 66. Tacito nelle Historiae scrive poi: "Sotto Tiberio ci fu pace". Anche lui conosce episodi di violenza solo dal tempo di Felice in poi.

Oppure si ricollega al clima di tensione al tempo di Felice, appunto, quando si formarono e nacquero i sicari. E' proprio nel passaggio 2,254-270 quando nascono i sicari che vengono descritte scene di violenza così gravi come quelle della guerra. Ricordi che Bell. 2,254 dice: "Libro II:254 - 13, 3. Però, mentre il paese veniva così ripulito, in Gerusalemme nacque una nuova forma di
banditismo, quella dei cosiddetti sicari".

Interessante il passo:

Bell. 2,265 Distribuitisi in squadre per il paese, saccheggiavano le case dei signori, che poi uccidevano, e davano alle fiamme i villaggi, sì che tutta la Giudea fu piena delle loro gesta efferate. La gravità di questa guerra
andava crescendo di giorno in giorno.

Giuseppe dice nel libro 7 appunto che "a quell'epoca i sicari ordirono una congiura contro quelli che volevano accettare la sottomissione ai romani e li combatterono in ogni modo come nemici, depredandoli degli averi e del bestiame e appiccando il fuoco alle loro case".

Sono tipici atteggiamenti del tempo della guerra, quando i Romani non controllavano il territorio. Per esempio abbiamo tracce di incendi degli stessi Giudei in Bell. 5,24-26 dove si parla dell'incendio dei magazzini alimentari. La congiura è la rivolta del 66, la presa di Masada, e tutto ciò che ne seguì.

Questo passo di Bell. 5,24-26 peraltro concorda con il Talmud, che dice: "I berionim erano allora in città. I rabbi dissero loro: "Andiamo e facciamo pace con loro [con i Romani]. Ma loro non lo permisero e al contrario dissero: "Andiamo e combattiamo contro di loro". I rabbi dissero: "Non avrete successo". Allora quelli si alzarono e incendiarono i depositi del frumento e dell'orzo e così provocarono la fame" (Gittin' 56a, ghemarà).

Cito questo passo del Talmud perchè proprio poco dopo parla di Abba Sikra che era il capo dei sicari di Gerusalemme (il nome non è mai citato in Giuseppe Flavio che cita Eleazar, che però era il capo dei sicari di Masada), questo Abba Sikra aveva sposato tra l'altro la figlia del grande rabbi Yochanan ben Zakkai. Anche il Talmud parla dunque di incendi, scatenati dai Giudei, sebbene dei depositi alimentari, al tempo della guerra.

E' anche in Bell. 5,30 che leggiamo: "Libro V:30 tutti i luoghi erano sottoposti a sorveglianza, e i capibanda - che per il resto erano in contrasto - ammazzavano come nemici comuni chi propugnava la pace con i romani o chi era sospettato di voler disertare, e si trovavano d'accordo soltanto nel far strage di quelli che invece meritavano di vivere." (sebbene si parli genericamente di capibanda e non di sicari).

Interessante anche:

Libro IV:399 Non lontano da Gerusalemme era una fortezza munitissima, di nome Masada, costruita dagli antichi re per depositarvi i tesori e a riparo delle loro persone in caso di guerra.
Libro IV:400 L'aveva occupata la banda detta dei sicari, e fino a quel momento si era limitata a taglieggiare il territorio circonvicino prendendo soltanto il necessario per vivere, perché la paura li tratteneva dall'estendere le ruberie.
Libro IV:401 Ma poi seppero che l'esercito dei romani non si muoveva e che in Gerusalemme i giudei erano dilaniati dalle lotte civili e dall'insorgere di un'oppressione monarchica, e allora intrapresero scorrerie a più largo
raggio.
Libro IV:402 Il giorno della festa degli Azzimi, che i giudei celebrano nella ricorrenza della liberazione dalla schiavitù in Egitto fin da quando fecero ritorno in patria, di nottetempo, senza farsi notare da chi poteva opporsi
ai loro disegni, scesero a dar l'assalto a una cittadina di nome Engadde.
Libro IV:403 Quivi gli abitanti in grado di opporre resistenza, prima che potessero prendere le armi e radunarsi, li dispersero costringendoli a fuggire dalla città, mentre chi non poteva fuggire, le donne e i bambini, li uccisero
in numero di oltre settecento.
Libro IV:404 Poi svuotarono le case, s'impadronirono dei prodotti agricoli più maturi e trasportarono il bottino a Masada.
Libro IV:405 Allo stesso modo razziarono tutte le borgate nei dintorni della fortezza e depredarono tutto il territorio, mentre le loro file s'ingrossavano ogni giorno per l'arrivo da ogni parte di non pochi delinquenti.

Edited by Hard-Rain - 5/9/2008, 12:30
 
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pcerini
view post Posted on 5/9/2008, 08:46     +1   -1




"Questo passo peraltro concorda con il Talmud, che dice: "I berionim erano allora in città. I rabbi dissero loro: "Andiamo e facciamo pace con loro [con i Romani]. Ma loro non lo permisero e al contrario dissero: "Andiamo e combattiamo contro di loro". I rabbi dissero: "Non avrete successo". Allora quelli si alzarono e incendiarono i depositi del frumento e dell'orzo e così provocarono la fame" (Gittin' 56a, ghemarà)."

Davvero interessante questa citazione,Hard,senza volerlo,hai tirato fuori una citazione che e' alla base della discussione della datazione e antichita' di talune parti del Talmud Babilonese,questa citazione fa parte di tali discussioni e un simile passo della tradizione scritta viene considerato piuttosto antico,cioe' ante-70.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 5/9/2008, 08:58     +1   -1




Gittin' 56a è collocato al tempo della guerra, siamo a poco prima dell'elezione di Vespasiano a imperatore. Non so se sia così antico, intanto fa parte della ghemarà, neppure della mishnà, di cui è commento. Vi sono anche diverse discordanze tra Talmud e Giuseppe Flavio. Il Talmud nello specifico ignora o semplifica tutta la complessa situazione dell'anno dei quattro imperatori, le lotte per la successione a Nerone, nel 69. Viceversa Giuseppe Flavio non conosce o non vuole citare alcun Abba Sikra, non parla mai di Yochanan ben Zakkai e di altri fatti importanti riportati nel Talmud.

Per ulteriori informazioni, vedi:

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Barabba.pdf

pp. 50-54, in particolare le note 157 e 158.
 
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Ben Pandera
view post Posted on 5/9/2008, 12:10     +1   -1




Avevo l'impressione che la congiura per non sottomettersi ai Romani si riferisse proprio alla rivolta del censimento.
In Ant., XVIII.4, Giuseppe riferisce che Giuda gridava che il censimento mirava a mettere in totale servitù la nazione. In XVIII.7 riporta che le scorrerie erano fatte da orde di briganti che assassinavano persone di grande stima.

Ho trovato tracce di sicari anche al tempo di Erode, in Ant., XV.282-289 dove viene ordita una congiura da dieci cittadini che nascondevano i pugnali sotto le vesti. Una volta scoperti, vengono uccisi dopo aver sopportato ogni genere di tromenti.

Insomma, a me sembra che il gruppo esistesse e che nel momento più cruento della guerra si sia allargato a dismisura perdendo ogni freno e quella "moralità" che forse li guidava all'inizio.

Senza voler fare paragoni improbabili (ma lo faccio ^_^ ), se andiamo alla Russia di inizio secolo, da gruppi di operai scontenti, si formano prima partiti politici; da questi si staccano piccoli gruppi di attentatori, che, isolati, mettono qualche bomba qua e la, fino a che, nei momenti rivoluzionari veri e propri, arrivano masse di persone che sparano ovunque.
Il nome poi che identifica il gruppo rimane nel tempo anche se identifica momenti diversi attraversati dai suoi appartenenti.

ciao
 
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Hard-Rain
view post Posted on 5/9/2008, 12:27     +1   -1




Nell'episodio di Erode non so se si possa parlare degli stessi sicari solo perchè nascondevano dei pugnali sotto le vesti. Penso che un qualunque attentatore debba nascondere le armi prima di colpire un personaggio di quel tipo.

Comunque la mia è solo una interpretazione, sia chiaro. Nel senso che a me sembra più semplice spiegare quei versi alla luce di Bell. 2,254ss, "Però, mentre il paese veniva così ripulito, in Gerusalemme nacque una nuova forma di banditismo, quella dei cosiddetti sicari" (quindi Giuseppe spiega chi erano e cosa facevano).

Cioè, facendo il ragionamento alla rovescia, supposto allora che i sicari siano nati al tempo di Giuda, perchè in Bell. 2,254 ne parla come di una nuova forma di banditismo e spiega solo lì chi erano e cosa facevano, la sica sotto le vesti, le prime azioni terroristiche, ecc...?

Io penso che nel passo del libro VII alluda alle violenze del periodo di Felice, di cui in effetti parla e persino del fatto che venivano incnediati i villaggi. Oppure proprio al 66 quando fu occupata Masada.

Naturalmente questa è una mia interpretazione, non sono sicuro al 100% ed è una mia ipotesi.

Per quanto concerne Giuda il Galileo mi pare che non abbiamo prove che sequestrasse i beni e incendiasse le case dei notabili, ci sono dei versi che parlano in termini così duri? In Bell. assolutamente no mi pare. Forse c'è qualcosa in Ant. che è stata scritta dopo ma non credo in termini così violenti.

Tacito nelle Historiae non lo ricorda neppure Giuda il Galileo, segno che le sue azioni militari non furono così gravi e significative come quelle di altri, mentre scrive di Simone che cercò di diventare re (successione a Erode il grande), ricorda l'episodio di Caligola e poi appunto va al sodo parlando di quel che successe proprio al tempo di Felice (quando secondo me nacquero i sicari):

Morto Erode, un certo Simone usurpò, senza attendere la volontà dell'imperatore, il nome di re. Costui venne giustiziato da Quintilio Varo, allora governatore della Siria; il popolo fu ridotto all'obbedienza e il regno tripartito fra i figli di Erode. Sotto Tiberio ci fu pace; ma, in seguito all'ordine di Caligola di collocare nel tempio una sua statua, preferirono prendere le armi e solo la sua morte troncò la rivolta. Morti i re o ridotti a un potere limitato, Claudio affidò la provincia di Giudea a cavalieri romani o a liberti. Uno di questi, Antonio Felice, esercitò i poteri regali con animo da servo, fra violenze e arbitrii di ogni tipo; sposò Drusilla, nipote di Cleopatra e Antonio, sicché era progenero di quell'Antonio di cui Claudio era nipote. (Tacito, Hist., 5, 9).

Nota anche che io qui sto parlando dei "sicari" inteso come gruppo terroristico ebraico, non dei "sicari" intesi come generici assassini, Cicerone ad esempio parla di "sicari" - in latino - è evidente che non sta parlando di queste formazioni terroristiche ma di altre cose, di casi giuridici di omicidio e sicarius ha un altro senso.

Ciao
 
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view post Posted on 5/9/2008, 14:12     +1   -1
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Un link interessante :

http://forumbiblico.forumfree.net/?t=21438410

zio ot

e un altro , sempre per Rain ( neanche fosse la Bellucci :581.gif: )

http://www.scienzeantiche.it/forum2005/top...p?TOPIC_ID=7377


zio ot

Edited by barionu - 5/9/2008, 21:31
 
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Hard-Rain
view post Posted on 5/9/2008, 21:02     +1   -1




Per arricchire il nostro dibattito, molto interessante, volevo citarvi questo passo di Gnilka:

"Secondo Flavio Giuseppe il nome "sicario" designa il gruppo dei seguaci di Menahem che, dopo il suo assassinio, fuggirono a Masada. Originariamente questo nome (= chi combatte col pugnale) fu dato dai Romani, durante il periodo del procuratore Felice, ai rivoltosi per il loro modo di combattere. Cfr. Hengel, Zeloten, 76." (J. Gnilka, Gesù di Nazaret, Paideia, 1993, pag. 84).

Comunque Menahem era figlio di Giuda (cfr. Bell. 2,433) così come il comandante Eleazar era un suo discendente (cfr. Bell. 7,253), molto probabilmente vi è continuità ideologica tra il pensiero di Giuda il galileo e questi capi dei sicari. Io penso che il nome "tecnico" sia sorto solo dal '50-'51 in avanti, al tempo di Felice, sebbene vi sia tutta una lunga tradizione. Ricordiamo anche i due figli Giacomo e Simone che furono crocifissi, non sono ancora chiamati "sicari". In un articolo su Biblica C. Mezange nota che queste azioni dei sicari si intensificano quando i regni retti dali ebrei passano sotto i romani. Egli vede la rivolta di Simone e Giacomo quando la Gaulanitide, morto Filippo, fu annessa alla provincia romana della Siria dopo che appunto era stata governata da un sovrano ebreo. Analogamente vede queste azioni dell'inizio degli anni '50 sotto Felice come la conseguenza della fine del regno di Agrippa I e il ritorno al regime dei procuratori romani. Può darsi che questi "sicari" tecnicamente stiano a Giuda il Galileo come le Brigate Rosse stanno a Lenin, faccio anche io un paragone storico un po' così così, sarebbe un anacronismo parlare di "Brigate Rosse" al tempo di Lenin, sono due fenomeni diversi anche se si ispirano a un fenomeno politico che ha moltissimi elementi teorici in comune.

A parte queste considerazioni, mi interessava la frase di Bell. 7,253 "A quell'epoca i sicari ordirono una congiura contro quelli che volevano accettare la sottomissione ai romani e li combatterono in ogni modo come nemici, depredandoli degli averi e del bestiame e appiccando il fuoco alle loro case." Supponendo che questa frase sia riferita a Giuda il Galileo e alla rivolta del tempo del censimento, mi chiedevo se davvero i seguaci della "quarta filosofia" commisero questi delitti, in particolare: (1) depredare coloro che non volevano accettare la sottomissione (mi immagino degli espropri e dei sequestri di massa di beni); e (2) incendiare le case di queste persone. Dove sono documentate cose simili e attribuite a Giuda il Galileo, ai danni dei suoi connazionali?

Edited by Hard-Rain - 6/9/2008, 07:39
 
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Hard-Rain
view post Posted on 6/9/2008, 07:58     +1   -1




Vi riporto anche alcune citazioni dal libro di R. Eisenman, Giacomo il fratello di Gesù, PIEMME, ed. 2007.

"Nella Guerra Giudaica i sicari compaiono per la prima volta all'epoca di Felice (53-60 d.C.), quando Giacomo è a capo della comunità di Gerusalemme. Pur essendo l'equivalente degli zeloti, la loro prima azione attribuita da Giuseppe è l'assassinio del sommo sacerdote Jonathan [...]. Jonathan viene assassinato dai sicari nel 55." (pag. 147).

"Giuseppe dà la sua spiegazione della parola "sicari" nelle Antichità Giudaiche, immediatamente prima di descrivere la sconfitta di Agrippa II, nel 62." (pag. 147).

Non ho poi capito questa affermazione di Eisenman:

"Quanto al suicidio di Giuda Iscariota, i sicari vengono presentati come i veri eredi di Giuda il Galileo, che nel 73 si suicidò a Masada." (pag. 148).

Ma dove è scritto che Giuda il Galileo si suicidò a Masada? Forse lo confonde con Eleazar, che era un suo discendente? At. 5:37 afferma che morì ben prima, quando ancora rabban Gamaliel hazachen era presidente del sinedrio, qualche anno dopo la morte di Gesù (saremo negli anni '40 e Giuda è descritto come già morto da tempo). Giuseppe Flavio non riporta mai - mi pare - le circostanze della morte di Giuda il Galileo ma da quando racconta la storia della guerra giudaica ne parla come un personaggio che non c'è più e non ha mai un ruolo, sono eventualmente altri a essere suoi discendenti, figli, ecc..., non so come si possa vederlo ancora vivo nel 74 d.C. a Masada.

Shalom.
 
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pcerini
view post Posted on 7/9/2008, 22:50     +1   -1




Faccio un po' fatica a seguire le argomentazioni storiche del professore,in sostanza,il professore,se ho ben capito,pone una linea di continuita' tra le varie forme di banditismo della palestina della prima meta' del I secolo e il movimento dei sicari che nascera' nel 52 o giu' di li'(come egli stesso sembra far capire),giusto?
 
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Hard-Rain
view post Posted on 8/9/2008, 07:26     +1   -1




Sì e in parte potrebbe non aver torto. Per me il nome "tecnico", che fu inventato dai Romani, nacque nel 52. D'altra parte vediamo come Menachem era figlio di Giuda e come Eleazar era discendente di Giuda il Galileo. Sicuramente dei discendenti di Giuda si mettono a capo di queste bande di sicari. Sono stati loro a costituirle oppure le trovarono già organizzate? Questo Giuseppe Flavio non lo dice. Rileggendo il passo segnalato da Ben Pandera di cui parla anche Giancarlo Tranfo nel suo libro "La croce di Spine" si ha la sensazione a un certo punto che Giuseppe chiami "sicari" anche i seguaci di Giuda, al tempo del censimento. E' un anacronismo? Cioè ha chiamato questi ribelli con un termine che sarà coniato solo molti anni dopo anche Giuda e i suoi seguaci? Oppure si chiamavano già così nel 6 dopo Cristo? Alla luce di Bell. 2,254ss mi sembra plausibile la tesi dell'"anacronismo" e che questi discendenti di Giuda si siano messi a capo di gruppi nati autonomamente negli anni '50.

 
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view post Posted on 8/9/2008, 16:10     +1   -1
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...... non so se può essere un 'idea ..... : mi sembra chiaro che , in ogni caso , i combatteti Ebrei avessero un obiettivo UNICO , ovvero
contrastare gli invasori .

i KITTIM.

... e mi chiedo : l' etimo da dove viene, i nemici sono poi sempre stati chiamati così, già da Giuda il Galileo , fino ad Eleazar
di Gamala ?



zio ot :ph34r:
 
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