Frances Admin |
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| Il XX secolo, per la scienza biblica è stato l'apogeo della ricerca sul Gesù storico. Parecchie scuole si sono avvicendate in questa ricerca, accomunate da un obbiettivo: la scissione tra il Gesù delle fede e il Gesù storico. Recentemente, G. Segalla (1), ha ulteriormente scisso la ricognizione di Gesù in tre prospettive: il Gesù della fede, il Gesù storico e il Gesù della storia, intendendo con l'ultima prospettiva la ricostruzione storicistica della figura di Gesù sa parte degli storici. Se in ambito laico si tende a scindere le prime due prospettive, in ambito clericale si sostiene che il Gesù storico non può essere compreso senza il Gesù della fede e viceversa. Entrambe le prospettive devono procedere di pari passo, senza intralciarsi a vicenda. E' forse possibile conciliare le due figure? Qual'è la distanza che separa il Gesù pensato dai fedeli e il Gesù che emerge dagli studi scientifici? E' una distanza abissale, oppure è cosa di poco conto? Mi piacerebbe sentire tutti i pareri degli utenti, in particolare dei credenti, i quali sono più in grado, rispetto ad un laico, di analizzare la sfumatura oggetto di questa discussione.
(1) Segalla Giuseppe, Sulle tracce di Gesù. La «terza ricerca», Cittadella, 2006.
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