QUOTE (barionu @ 13/11/2009, 14:31)
zio ot dilettante va in goal in contropiede
Peccato che tu abbia sbagliato porta.
Primo, hai riportato solo letteratura secondaria, senza fare alcun riferimento alle fonti primarie. Cos'è, non esistono?
Secondo, nell'altro thread su Horus hai tirato in ballo Plutarco. Ma credo che tutti sappiano che egli è nato e vissuto dopo la morte di Gesù di Nazareth. Quindi, per questioni cronologiche, la presunta prova è deboluccia.
Terzo, e con questo punto cerco di tornare in tema, Gesù le sue parole, il suo messaggio l'ha preferito trasmettere oralmente.
Perché mai?
Beh, a parte il fatto che in un mondo analfabeta come quello ai tempi di Gesù (forse lo era persino Gesù stesso), cosa serviva scrivere qualcosa, se poi nessuno lo sapeva leggere!
Fatto sta che, come disse anche il grande scrittore Mark Twain: "Le cose scritte non servono per un discorso; la loro forma è letteraria; sono rigide, inflessibili, e non si prestano a una felice ed efficace proposta orale."
Ai primi cristiani interessava in primo luogo trasmettere la buona novella, e il modo migliore di farlo è tramite discorsi pubblici, non di certo tramite scritti.
Un grande oratore americano del passato, cioè Charles F. Kettering, alla domanda se qualche volta scriveva per intero o in parte i suoi discorsi, rispose: "Quel che ho da dire è a parer mio troppo importante per essere scritto nero su bianco. Preferisco stamparlo nella mente dei miei ascoltatori, sulle loro emozioni, con ogni particella del mio essere. Un pezzetto di carta non può stare tra me e coloro che voglio impressionare."
Il messaggio di Gesù, di Paolo, dei primi cristiani in generale era troppo importante per essere semplicemente scritto subito nero su bianco. Prima doveva raggiungere il cuore delle persone, e questo è possibile solo tramite un discorso orale, fatto faccia a faccia con la popolazione, per stampare nella loro mente la buona novella.
Sono vari i grandi oratori del passato che non hanno scritto niente (Socrate, il Buddha, Gesù Cristo, Paolo [non ha scritto alcun vangelo, ma l'ha predicato ai quattro venti], ecc.), e un motivo ci sarà. Il loro obiettivo era di lasciare impresso nella mente delle persone il loro messaggio, non su dei libri che pochi sarebbero stati in grado di leggere e comprendere.
Si narra che Siddhartha Gautama (il Buddha) proibì persino espressamente ai suoi seguaci di prendere appunti, o di tenere libri, ma di imparare a tenere tutto nella loro mente, impresso in testa. Solo così si dimostra di aver capito e di credere effettivamente in quanto detto.
Poi, ovviamente, con il tempo, dopo che Gesù era morto e anche i testimoni che avevano visto e udito Gesù incominciarono a morire, si pensò bene di riportare per iscritto quanto da lui detto, per non dimenticare.
Il lasso di tempo passato però, non è di certo molto.
P.S.:
Che Gesù avesse una cerchia stretta di dodici seguaci, gli apostoli, non lo dubitano nemmeno studiosi agnostici come ad esempio Bart Ehrman, visto che è assai probabile che Gesù stesso abbia scelto quel numero simbolico, per rappresentare le 12 tribù di Israele. Una tesi questa che passa bene nel suo contesto storico. Insomma è plausibile e credibile. Al contrario delle tesi dello zodiaco o altre fesserie simili.