CITAZIONE
CITAZIONESig.JohannesWeiss scrive
Io ho serissimi dubbi che un ipotetico arpiolide universitario e aspirante accademico, possa riuscire a farsi accettare una tesi di laurea, e a maggior ragione di dottorato, su Giovanni di Gamala (figuriamoci poi vincere un concorso sulla base di una produzione "scientifica" del genere...).
Giovanni Dalla Teva rispondeva:
Io da Lei, persona con grandissime conoscenze nel cristianesimo primitivo ricerco non sterili polemiche che lasciano il tempo che trovano, ma valide osservazioni su eventuali miei errori nelle mie ricerche, ad esempio quest'ultima analisi riportata dall'accademico Martin Hengel nella sua opera gli Zeloti, iditore Paideia pag. 120:
"Un altro tratto essenziale, che si manifesta nell’attività di quella nuova setta del "Giuda" il Galileo, fu l’uso senza scrupoli della forza, che non arretrava nemmeno davanti al sangue e all’assassinio.
La setta considerava suoi avversari non solo i romani oppressori e i loro complici, ma anche tutti quei giudei che per amor di pace erano disposti ad accettare la dominazione romana, e persino tutti coloro che, secondo il loro modo di vedere, andavano contro la legge.
In certo modo valeva per loro il principio che chiunque versi il sangue degli empi è come chi offra un sacrificio.
Poiché soprattutto i ricchi, preoccupati della sicurezza delle loro proprietà, si adoperarono per un compromesso con l’autorità romana, l’attività della nuova setta assunse un aspetto social rivoluzionario"
ora confrontandola con, "La guerra giudaica" di Giuseppe Flavio VII -8-252 e seguenti:
262 "Furono dunque i sicari quelli che per primi calpestarono la legge e incrudelirono contro i connazionali, senza astenersi da alcun insulto per offendere le loro vittime, o da alcun atto per rovinarle.
263 Eppure Giovanni fece sì che anche costoro sembrassero più moderati di lui; egli infatti non soltanto eliminò chiunque dava giusti e utili consigli, trattando costoro come i suoi più accaniti nemici fra tutti i cittadini, ma riempì la patria di un'infinità di pubblici mali, quali inevitabilmente doveva infliggere agli uomini chi già aveva osato dì commettere empietà verso il dio."
Tale il padre, tale il figlio primogenito.
seguirono poi:
Giuda, Decapitato nel 45 "riportato da Giuseppe Flavio"Ant. Giud. XX, 5.1 -97-99"
Giacomo, crocifisso nel 46 "riportato da Giuseppe Flavio Ant. Giud. 20. 5.2-102
Simone, crocifisso nel 46 "riportato da Giuseppe Flavio" Ant. Giud. 20. 5.2-102"
Giuseppe/Menahem, fu ucciso durante la guerra giudaica nel 66 d.c. Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17".
mentre nel vangelo di (Marco 6,3) possiamo leggere "Non è costui il falegname,il figlio di Maria, il fratello di Giacomo,di Giuseppe, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?
per maggiori approfondimenti,
http://www.storiacristianesimo.it/giovanni%20di%20gamala.htmUn caro saluto.
In questi giorni ho riflettuto a lungo e queste sono le conclusioni.
Lo scritto di "La guerra giudaica" di Giuseppe Flavio VII -8-252 e seguenti", come sviluppo cronologico ha le seguenti tappe nelle due ipotesi.Prima ipotesi con interpolazione,
73 d.c. Le truppe di Flavio Silva assediano la fortezza di Masada, dove ci sono gli ultimi insorti con a capo Eleazar.
Pensando a Eleazar, Giuseppe Flavio ricorda suo nonno Giuda il Galileo e al censimento, 6 d.c.,
segue descrizione e passa a suo figlio Giovanni anni 36 d. c. circa,
poi passa a Simone suo fratello; anno 45 d.c. circa,
poi passa agli Indumei (Guerra Giudaica IV,5,314 e seguenti) 68-69 d.c. circa,
"dopo aver ammazzato i sommi sacerdoti affinché si conservasse neppure la più piccola particella della pietà il dio, sfasciarono tutto ciò che restava degli ordinamenti civili introducendo dappertutto la più completa anarchia".
Gli Indumei se ne ritornano a casa (Guerra Giudaica IV,6,353 )
in tale clima prosperarono al massimo gli Zeloti, un'associazione che confermò con i fatti il suo nome; (Guerra Giudaica IV,6,355 e seguenti)
ritorna a Eleazar "Il comandante romano mosse alla testa delle sue truppe contro Eleazar. (La guerra giudaica" di Giuseppe Flavio VII -8-275 e seguenti".
Seconda ipotesi senza interpolazione.73 d.c. Le truppe di Flavio Silva assediano la fortezza di Masada, dove ci sono gli ultimi insorti con a capo Eleazar.
Pensando a Eleazar, Giuseppe Flavio ricorda suo nonno Giuda il Galileo e al censimento, 6 d.c.,
segue descrizione e passa a Giovanni senza patronimico (qui allora bisogna supporre che intendesse, dallo sviluppo successivo del testo, a Giovanni di Giscala) estate 67 d.c.
poi passa a Simone Bar Ghiora, aprile/maggio 69 d.c.,
poi passa agli Indumei (Guerra Giudaica IV,5,314 e seguenti) 68-69 d.c. circa,
"dopo aver ammazzato i sommi sacerdoti affinché si conservasse neppure la più piccola particella della pietà il dio, sfasciarono tutto ciò che restava degli ordinamenti civili introducendo dappertutto la più completa anarchia".
Gli Indumei se ne ritornano a casa (Guerra Giudaica IV,6,353 )
in tale clima prosperarono al massimo gli Zeloti, un'associazione che confermò con i fatti il suo nome; (Guerra Giudaica IV,6,355 e seguenti)
ritorna a Eleazar "Il comandante romano mosse alla testa delle sue truppe contro Eleazar. (La guerra giudaica" di Giuseppe Flavio VII -8-275 e seguenti".
Importantissimo da osservare:
il verificarsi di una ipotesi non esclude l'esistenza storica l'altra
.
Quindi, colui che ritiene, non ci sia stata interpolazione nello scritto di Giuseppe Flavio, non può escludere che sia pure esistito Giovanni di Gamala, figlio di Giuda il Galileo, e suo fratello Simone, entrambi crocifissi dai romani. Una scrupolosa analisi storica della Guerra Giudaica" di Giuseppe Flavio VII -8-252 e seguenti, permette di osservare, la possibilità dell'esistenza di entrambe le realtà storiche con i rispettivi personaggi.Il fatto stesso, che non si riesca con precisione assoluta a stabilire quale delle due ipotesi, sia quella reale, perchè si equivalgono in molti punti, le rende storicamente entrambe possibili.Poi L'Egregia Signora Frances Admin non ha mai risposto al seguente mio post.
CITAZIONE
Per avvallare che il Gesù del Vangelo di Tommaso era Giovanni di Gamala, il re dei Giudei, riporto la seguente analisi.
Ebbene al punto 100, il vangelo di Teuda, detto Tommaso, fratello di Giovanni di Gamala, così recita:
"MOSTRARONO A GESÙ una moneta d’oro egli dissero: «Gli uomini di Cesare esigono tasse da noi».
Lui disse loro: «Date a Cesare ciò che è di Cesare; date a Dio ciò che è di Dio e date a me ciò che è mio».
"e date a me ciò che è mio" si riferisce al regno dei Giudei, gli aspetta di diritto in quanto primogenito di Giuda il Galileo, discendente diretto della stirpe degli Asmonei, gli ultimi re di Israele.
Successivamente l'evangelista Marco, copia direttamente dal vangelo di Teuda (Tommaso) e così scrive:
Mc 12.16 Ma essi gli dissero: «Di Cesare». 17 Ora, Gesù disse loro: «Quello (che è) di Cesare, rendete(lo) a Cesare, e quello (che è) di Dio, a Dio».
Si può osservare che fa scomparire "e date a me ciò che è mio»" cioè il motivo per cui è stato crocifisso nella primavera del 36 d.c..
Successivamente ancora, l'evangelista Matteo copia dall'evangelista Marco (e questa sarebbe il riporto fedele della tradizione orale) così riportando:
Mt 22. 21 dicono: «Di Cesare». Allora dice loro: «Rendete dunque quello (che è) di Cesare a Cesare, e quello (che è) di Dio, a Dio».
sempre da Marco anche l'evangelista Luca copia pari pari, (altro esempio di fedele riporto della tradizione orale)Lc 20.24 Allora essi dissero: «Di Cesare >Ora, egli disse loro: «Quindi rendete quello (che è) di Cesare a Cesare e quello (che è) di Dio, a Dio».
Così si può notare, che con una brevissima omissione, si trasforma il presunto messia umano Giovanni di Gamala nel Messia figlio di Dio per opera dello Spirito Santo, Gesù Nazareno, dove il suo regno non è di questo mondo. Gv 18,36
Un caro saluto.
Edited by Giovanni Dalla Teva - 5/9/2009, 19:17