Studi sul Cristianesimo Primitivo

La patria di Gesù, il nazoreo di Gamala

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Polymetis
view post Posted on 12/9/2009, 14:02 by: Polymetis     +1   -1
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CITAZIONE
“Sa com'è...sono una persona di buon senso e ho smesso di credere a Babbo Natale molti anni fa.”

Evidentemente allora c’è un miliardo di persone che non sono di buon senso. Il che è possibilissimo, per quanto improbabile. Forse dovresti valutare la possibilità che il credere o il non credere in Dio non centri nulla con la presenza o l’assenza di buon senso, in questo modo eviteresti di arrogarti il peso di dover affermare che alcune fra le più brillante menti dell’umanità presente e futura siano prive di buon senso, nella tua semplicistica idea che solo l’ateismo sia ragionevole.
CITAZIONE
“Ma caro Polimetys,io so che questa è la verità assoluta perchè me l'ha rivelata il Vero Dio Onnipotente.Lei chi è,semplice mortale per contraddire la mia verità rivelata?”

Questo tuo modo di procedere consiste nel tuo illusorio tentativo di usare tu stesso, per farmi capire quanto siano fragili, quelli che tu erroneamente suppongo siano i miei metodi d’argomentare. Tuttavia come ripeto io non ho mai affermato che qualunque cosa affermi qualcuno, quella cosa sia vera, ma solo che non v’è modo di dimostrare al 100% che un’affermazione sia falsa, in quanto le dimostrazioni non esistono. Ho detto che però si può fare una valutazione probabilistica delle sue affermazioni, per vedere se siano del tutto gratuite e dunque da rispedire al mittente altrettanto gratuitamente, o se abbiano degli indizi su cui si basano. Davanti alla frase come la tua, il mio paradigma non afferma che essa è vera solo per il fatto che tu prendi che sia vera, ma solo che io non posso dimostrare al 100% che è falsa. Infatti non posso escludere al 100% che Dio ti abbia davvero rivelato qualcosa. Quindi, quando mi chiedi chi sono io per contraddire la tua tesi che t’è stata rivelata da Dio, non stai usando il mio paradigma. Io infatti non dire che la tua frase è sicuramente falsa, ma solo che non ho motivi per accoglierla, né all’interno del mio paradigma vi sono motivi per cui quella frase dovrebbe essere vera.
CITAZIONE
“Bene.Attendo le sue prove riguardo la credibilità dei deliri di un epilettico di Tarso.”

Come già spiegato la storicità dell’episodio non c’entra nulla col fatto che Dio gli sia apparso veramente o meno. Non v’è modo di spiegare la conversione di Paolo al cristianesimo se non con un fenomeno brusco, e nelle fonti è lui stesso a dirci qual è stato questo fenomeno: ebbe una visione. Non ci interessa se Dio gli sia davvero apparso, ma solo la plausibilità che, sia che la visione fosse davvero sovrannaturale, sia che fosse invece d’origine patologica, Paolo abbia visto qualcosa che gli ha fatto cambiare idea. Siccome lui stesso ci racconta che questa visione è avvenuta, e che non v’è alcun obbligo di credere in Dio per sostenere che l’episodio sia vero (giacché chi vuole la può classificare come un’allucinazione), non si vede in base a che cosa dovremmo non credere a Paolo. Come ripeto si è innocenti fino a prova contraria, non colpevoli finché si dimostra che la nostra testimonianza è vera.
Questo per quanto riguarda la storicità dell’episodio. Che dire della sua soprannaturalità? Era davvero Dio? Questo è compito dello storico, ma solo indirettamente, non si può infatti sondare il canale Paolo-Dio mentre avveniva la visione. Chi poteva controllare se la visione fosse autentica furono i suoi contemporanei, cercando di vedere da qualche segno se Paolo era davvero l’Apostolo scelto da Dio. Quindi, quando dico che chi si limita a dire che Dio l’ha chiamato per me ha una credibilità che tende a zero, non sto dicendo che Paolo sia in questa medesima situazione, perché egli non s’è limitato a dire d’essere stato chiamato da Dio, ma ha anche agito. Ora, a chi spettava il compito di valutare la miracolosità della sua visione sulla base della sua azione? Non a noi, che non possiamo più vedere Paolo, ma dai suoi contemporanei. Essi, sulla base di quello che Paolo faceva, ad esempio miracoli, o il mero successo della sua opera, ne hanno evinto che la sua testimonianza fosse credibile, anche per il solo fatto che Barnaba sentì una chiamata per guarire la sua cecità. Noi come ripeto non possiamo oggi vedere Paolo, e dunque la nostra valutazione probabilistica del fatto che fosse stato o meno chiamato dipende unicamente da quello che le fonti ci dicono che abbia fatto. A questo punto devono entrare in campo gli storici per valutare la preoccupazione circa la storicità che avevano coloro che questi episodi ci hanno raccontato, e sulla base dell'indagine storica, si potrà assegnare un tasso probabilistico alla veridicità delle visioni paoline. Tuttavia, per non sembrare che io parli come un bancherie, ribadisco che, come per qualunque altro miracolo, Dio per tutelare il libero arbitrio fa sì che vi sia abbastanza luce affinché chi voglia credere, creda, e abbastanza tenebra affinché chi non voglia credere, non creda (Pascal). Vale a dire che l'indagine storica può al massimo portare il credente a stabilire che non v'è ragione per cui la negazione dei miracoli sia più plausibile della loro affermazione, e che dunque la sua credenza è ragionevole quanto quella contraria.
 
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