Studi sul Cristianesimo Primitivo

Lc 17,20

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_viandante_
view post Posted on 10/9/2009, 17:39     +1   -1




salve.

vorrei sapere se

Lc 20]Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», rispose: [21]«Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!».

è originale oppure manomesso o inserito anni dopo ?

infatti cosa c'entra questa affermazione, come si collega questa affermazione con tantissime altre presenti nei Vangeli e che sono in contrasto?

cari saluti.
 
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view post Posted on 10/9/2009, 17:45     +1   -1
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La tensione tra eschaton realizzato e imminente è tipica della predicazione del Gesù storico, almeno se vogliamo stare al parere dei maggiori studiosi del problema. Per la trattazione di questo specifico, la rimando al secondo volume di Meier, a Marginal Jew.

Su wikipedia può trovare una breve sintesi dello stato dell'arte (anche lì stanno cominciando a fare cose più serie, finalmente):

The method of historical Jesus scholars essentially aims at investigating the social, religious, political and cultural climate of the early first century in order to place the human figure of Jesus within and around these structures. One of the major areas of conflict among Jesus scholars is the proximity of Jesus’ "Kingdom". Some believe it is wholly manifested in the presence of Jesus’ words and deeds, others believe that it is completely in the future, and some acknowledge the arguments of both these camps and place Jesus’ "Kingdom" somewhere in between being manifested in the present and also more completely manifested in the future.
C. H. Dodd and John Dominic Crossan argued that the “Kingdom” was fully manifest in the present teaching and actions of Jesus. Through his words and deeds the "Kingdom" was brought into the present reality of Palestine. Dodd coined the term "realized eschatology" [19] and largely based his argument on Luke 11:20, and Luke 17:21 claiming that "the kingdom of God has come to you" and “the kingdom of God is within you”. Crossan imagined Jesus as a cynic-like peasant who focused on the sapiential aspects of the "Kingdom" and not on any apocalyptic conceptions [20].
Albert Schweitzer, Rudolf Bultmann, Norman Perrin and Johannes Weiss argued that Jesus’ "Kingdom" was intended to be a wholly futuristic kingdom. These scholars looked to the apocalyptic traditions of various Jewish groups existing at the time of Jesus as the basis of their study. [21][22][23][24] In this view, Jesus was an apocalyptic preacher who would bring about the end times and when he did not see the end of the cosmic order coming Jesus embraced death as a tool in which to provoke God into action.
The most common view of the "Kingdom" in recent scholarship is to embrace the truths of both these parties – present reality and future manifestation. Some scholars who take this view are N.T. Wright and G.R. Beasley-Murray. In their views, the “Kingdom” that Jesus spoke of will be fully realized in the future but it is also in a process of “in-breaking” into the present. This means that Jesus’ deeds and words have an immediate effect on the “Kingdom” even though it was not fully manifested during his life. Even greater attention has been paid to the concept of the “Kingdom of God” by scholars during the current third quest for the historical Jesus (of which N.T. Wright is associated). Another important recent observation on the meaning of the “Kingdom” was made by Rudolph Otto who took a feminist approach to the study of Jesus. He claimed that “it is not Jesus who brings the kingdom; on the contrary; the kingdom brings him with it…”[25]. This approach attempts to take Jesus out of the Jesus movement that followed after his death and resurrection; by doing this the communal aspects of the “Kingdom” become emphasized and not just the focus on Jesus as a man.


Cordialità,
 
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Hard-Rain
view post Posted on 10/9/2009, 18:19     +1   -1




A quanto leggo sull'NA27, quei versi lucani sono attestati da tutti i manoscritti e non ci sono copie dove siano omessi. Non vedo dunque il motivo per dubitare della loro autenticità nel vangelo lucano, questo, ovviamente, non è garanzia del fatto che il Gesù storico abbia realmente pronunciato quelle parole.
 
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Serveto
view post Posted on 10/9/2009, 18:33     +1   -1




Caro Viandante,

Un detto storicamente certo della presunta fonte Q recita "se io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora vuol dire che il dominio regale di Dio è giunto fino a voi" (Luca 11,20; Matteo 12,28). Leggendo questo passo pare che Gesù viva nella certezza della presenzialità del regno di Dio, non nel senso che esso è vicino o lontano ma che ora, con la presenza di Gesù, esso è assolutamente certo.

Tale dichiarazione mi pare molto vicina a quella del passo della fonte L che tu citi, il regno di Dio è già presente sulla terra nel momento in cui Gesù è riconosciuto dai discepili come il suo legittimo rappresentante. Naturalmente è arduo dimostrare oltre ogni dubbio l'autenticità storica di qualunque passo, ma questo tema è presente nelle fonti più antiche.

Shalom



 
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JohannesWeiss
view post Posted on 10/9/2009, 20:54     +1   -1




Allora su Luca 17,20-21 ritengo doveroso invitare alla consultazione della trattazione che vi ha dedicato J.P. Meier (cfr. J.P. MEIER, Un ebreo marginale. Volume 2: Mentore, messaggio, miracoli, Queriniana, Brescia).
Che qui riassumo:

1. Meier individua come redazione lucana i versi 20a (la domanda dei farisei sul "quando" della venuta del regno") e 21a (il "non-dove" della venuta del regno nella risposta di Gesù, che Luca trasferisce qui da Mc 13,21), mentre vi sono ben due hapax legomena: paratḗrēsis (“osservazione”) e entós (“in mezzo a”, piuttosto che “all’interno di” o “a disposizione di”).
Di conseguenza è possibile isolare una forma pre-lucana del detto di questo tipo: "Il regno di Dio non viene con un’osservazione [attenta]. (Perché) Ecco il regno di Dio è in mezzo a voi!".

[Meier identifica questo detto pre-lucano come "L", cioè materiale proprio lucano; ma vi è pure che chi sostiene - a mio modestissimo avviso, a torto - che esso derivi invece da Q, nonostante l'assenza in Matteo: così ad esempio Robinson - Kloppenborg - Hoffmann nell'edizione critica di Q (Hermeneia, Fortress; di cui in italiano si può consultare la versione "popolare" e senza apparati, pubblicata da Queriniana: J.M. Robinson, I detti di Gesù. Il "Proto-Vangelo" dei Detti Q in italiano, GdT, Queriniana, Brescia, 2005).

2. Tale detto pre-lucano viene considerato da Meier, pur con qualche incertezza, autentico per le seguenti ragioni:
A) presenta l'espressione "regno di Dio" insieme a un verbo di moto; cfr. Mc 1,15; Q 10,9; Q 11,2 ; Q 11,20 (un abbinamento che però non sembra essere altrettanto "probante" nel caso di Mc 9,1 , che Meier considera non autentico).
B) presenta una struttura bipartita con schema negativo-positivo che si ritrova in altri detti probabilmente autentici di Gesù.
C) risulta essere coerente con altre tradizioni che parlano del regno di Dio o della salvezza come una realtà in qualche modo già presente (Q 11,20 ; Q 16,16 ; Q 10,23-24; Mc 2,18-20)

3. Quanto alla difficile interpretazione di entós hymôn , Meier opta per "in mezzo a voi", piuttosto che "dentro di voi" o "a vostra disposizione". Il senso del del detto sarebbe pertanto che: "I chiari segni del Regno già presente e operante con la sua potenza [ad es. negli esorcismi, cfr. Q 11,20] dovrebbero distogliere lo sguardo e la mente delle persone da vani calcoli apocalittici sul tempo dell’avvento del Regno (Lc 17,20b) e dirigerli verso il Regno che ‘è in mezzo a voi’ " (Op. cit., p. 537).

L'argomentazione di Meier è importante.
Io, nel mio piccolo, mi permetto di avere qualche dubbio in più:

1. L'associazione di "regno di Dio" a un verbo di moto qui, a differenza degli altri casi, è di carattere negativo (il regno NON viene...), il che rende il nostro detto abbastanza singolare.
2. Il senso di entós hymôn , a giudicare dal dibattito tra gli studiosi, non pare poter essere stabilito con certezza una volta per tutte (ma qui Hard e Frances potranno dire la loro!): se l'interpretazione giusta non è "in mezzo a voi" (in un senso analogo a Q 11,20, ossia come esito del processo dinamico della venuta del regno, che ha già cominciato ad attuarsi nella persona e opere di Gesù), bensì "dentro di voi" oppure "a vostra disposizione", il detto perderebbe all'istante la sua coloritura escatologica, e assumerebbe invece un carattere spirituale ("dentro di voi") o "etico" ("a vostra disposizione").
In sostanza: il detto non esprimerebbe più una semplice "correzione" della prospettiva escatologica, quale Meier vi legge (ossia: smettetela di andare alla ricerca di grandi segni che svelino quando arriverà il regno, e guardate piuttosto me: il mio stesso operato è il segno più lampante che il regno ha già fatto irruzione nel presente!), bensì un rifiuto tout court della prospettiva escatologica: il regno di Dio non viene in modo osservabile (in pratica: non viene proprio), perché è una realtà interiore (dentro di voi), oppure perché è qualcosa che si realizza solo attraverso la propria condotta (a vostra disposizione).
E sia il senso spirituale come quello etico, a mio avviso, fanno a pugni con l'accezione propriamente escatologica che caratterizza l'annuncio di Gesù sul regno di Dio.

Questo solo per dire che i dubbi sull'autenticità del detto non se ne vanno del tutto.

In ogni caso, quand'anche lo si reputi autentico, esso non è assolutamente in grado (nemmeno quando lo si abbina al più solido Q 11,20) di sostenere la teoria (bizzarra) dell'escatologia realizzata di Dodd (oggi riproposta da Ratzinger), come pure quelle (non meno bizzarre) dell'escatologia etico-sapienziale di Crossan, Patterson, Borg e compagnia bella.
Il peso dei detti sulla "presenza" del regno, comunque si interpreti tale presenza, resta pur sempre inferiore e subordinato a quello delle tante tradizioni che attestano il carattere futuro del regno e dell'eschaton.
 
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view post Posted on 10/9/2009, 21:07     +1   -1
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Perché bizzarra? Non mi sembra che Meier butti via l'idea dell'escatologia realizzata, semplicemente la espone in maniera più equilibrata e che non esclude l'escatologia futura (perdonatemi la tautologia). Poi ovviamente si può non essere d'accordo ma per quanto mi riguarda Meier mi convince quasi sempre. C'è pure da dire che io non sono assolutamente uno specialista di Gesù storico come te, quindi alzo le mani...!
Cordialità,
 
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JohannesWeiss
view post Posted on 10/9/2009, 21:20     +1   -1




No no...per carità, non sia mai che io dia del bizzarro a Meier!

io dicevo l'escatologia realizzata di Dodd, ossia l'escatologia completamente realizzata, senza alcun aspetto futuro.
Questa sì che - personalmente - la trovo bizzarra, e parecchio...

Meier esprime una posizione ormai divenuta classica: escatologia futura (imminente) ma in qualche modo già presente, in pratica, la sich realisierende eschatologie (escatologia in via di realizzazione) di Jeremias.
E' la posizione più equilibrata e credo anche la più diffusa, almeno tra gli studiosi europei. E mi ci trovo del tutto d'accordo.
 
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view post Posted on 10/9/2009, 21:21     +1   -1
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CITAZIONE (JohannesWeiss @ 10/9/2009, 22:20)
No no...per carità, non sia mai che io dia del bizzarro a Meier!

io dicevo l'escatologia realizzata di Dodd, ossia l'escatologia completamente realizzata, senza alcun aspetto futuro.
Questa sì che - personalmente - la trovo bizzarra, e parecchio...

Meier esprime una posizione ormai divenuta classica: escatologia futura (imminente) ma in qualche modo già presente, in pratica, la sich realisierende eschatologie (escatologia in via di realizzazione) di Jeremias.
E' la posizione più equilibrata e credo anche la più diffusa, almeno tra gli studiosi europei. E mi ci trovo del tutto d'accordo.

Pfiuuu... per un attimo ho pensato che non avevo capito un cavolo del secondo volume
Menomale :)
 
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Hard-Rain
view post Posted on 10/9/2009, 21:27     +1   -1




Ma sulla base di cosa Meier intende che il regno è "in mezzo a voi" (così anche la versione CEI 1974 e la Nuova Riveduta, ma non altre traduzioni bibliche)? E cosa si intende in italiano? entos + gen.vo mi pare abbia sempre senso di "dentro q.cosa o q.cuno", nel NT è rarissimo e, tolto Lc. 17:21, compare soltanto in Mt. 23:26 dove indica l'interno della tazza, to entos tou potêriou. Anche nella LXX - dove vi sono sette occorrenze - mi pare abbia sempre significato di "dentro a". In Lc. 17:21 Gesù sta parlando a una pluralità di persone: non può dire al singolare "dentro a te" (che chiarirebbe ogni dubbio). Mi domando e domando a Johannes: quel "in mezzo a voi" in italiano come lo intendi? Qualcosa che sta in mezzo, in senso fisico, quindi è esterno a ciascuno di noi? Tipo dia + genitivo ("attraverso")? Forse Luca poteva risolvere ogni dubbio usando il plurale ma dicendo "dentro ciascuno di voi" (entos hekastou humôn). Invece così lascia aperta la possibilità che il regno sia dentro all'intero gruppo "cristiano", al "voi" collettivo (quindi in mezzo a ciascun individuo singolarmente preso e dentro il gruppo)? E' questo che si intende??? Questa lettura mi lascia dubbioso perchè Gesù aveva appunto detto che il regno viene senza apparenza, senza che lo si possa individuare, ciò che lascia intuire qualcosa di interiore, appunto di "interno" a ciascuno di noi, non di interno al gruppo ed esterno al singolo. Comunque il detto è molto vicino al logion 3 del vangelo di Tommaso. Fortunatamente il P.Oxy. 654 preserva gran parte di questo logion in greco e non in copto, e abbiamo proprio la lettura: "entos humôn", che Mauro Pesce traduce con "dentro di voi".

Edited by Hard-Rain - 10/9/2009, 22:46
 
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JohannesWeiss
view post Posted on 10/9/2009, 21:44     +1   -1




Purtroppo non posso essere più specifico perché da dove ti scrivo non ho i miei libri a portata di mano (per fare il post sono ricorso ad appunti che ho sul notebook), e sinceramente non ricordo in che modo argomenti la sua preferenza per "in mezzo a".
Magari domani ti riporto la citazione (se ho tempo).
Comunque, nell'interpretazione di Meier, se ho capito bene, quell' "in mezzo" ha il senso di qualcosa di, come dici tu, "esterno e fisico": il regno di Dio si trova già in mezzo a coloro che si trovano intorno a Gesù, e questo "in mezzo" è precisamente Gesù nelle cui opere straordinarie il regno ha già fatto irruzione.

P.S. in Tommaso non vi è alcun dubbio che l'interpretazione più corretta sia "dentro di voi" in senso spirituale, essendo la sua prospettiva complessiva fortemente anti-escatologica e misticheggiante. Meier tra l'altro offre una buona argomentazione sulla dipendenza della versione di Tommaso del detto da quella lucana.

P.P.S. ti raccomando vivamente l'acquisto del volume 2 di Meier. Che si sia o meno d'accordo con i suoi argomenti, è un lavoro straordinario, nonché una miniera pazzesca di informazioni. Unico difettuccio...i 100 euro che servono per portarselo a casa.

Edited by JohannesWeiss - 10/9/2009, 22:51
 
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Hard-Rain
view post Posted on 10/9/2009, 21:49     +1   -1




CITAZIONE
il regno di Dio si trova già in mezzo a coloro che si trovano intorno a Gesù, e questo "in mezzo" è precisamente Gesù nelle cui opere straordinarie il regno ha già fatto irruzione.

E allora come non può attirare l'attenzione se questo regno coincide con Gesù stesso? I miracoli, il sacrificio sulla croce, la risurrezione sono appunto segni eclatanti per attirare l'attenzione... E' questo che mi lascia perplesso. Anche alla luce di un testo come Lc. 7:18-23 dove, come sappiamo, Gesù manda a dire tutta la sequela di miracoli: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, ecc..., tutti fatti eclatanti in teoria da lui compiuti che contrastano col fatto che in realtà non si sarebbero dovuti avere ... fatti eclatanti ... (Lc. 17:20). A me pare che Luca abbia cucito qui materiale preso altrove forse un po' fuori contesto.... Ma probabilmente mi sbaglio... Nota che Lc. 7:18-23 è il passaggio sull'inizio dell'era messianica, sondergut lucano che ha forti echi in un noto testo di Qumran.

Ricapitolando un attimo: Lc. 17:20-21 parla di un avvento del regno in modo non esteriore, che non crea scalpore. Lc. 7:18-23 parla di un inizio dell'era messianica attraverso Gesù con fatti eclatanti ed esteriori. Come può dunque coincidere quel regno di cui in Lc. 17:20-21 con quello di cui in Lc. 7:18-23? Le due cose sono, forse, mal collegate... con una citazione abbastanza fuori luogo...

Edited by Hard-Rain - 10/9/2009, 22:59
 
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view post Posted on 10/9/2009, 21:57     +1   -1
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Hard, ora che inizi a masticare il greco forse sarebbe ora che inizi pure a usare l'unicode, che ormai è lo standard mondiale per scrivere in greco con i diacritici.
Se hai bisogno di consigli tecnici chiedi pure, io ci ho litigato pomeriggi interi prima di imparare :wacko:


 
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JohannesWeiss
view post Posted on 10/9/2009, 21:58     +1   -1




CITAZIONE (Hard-Rain @ 10/9/2009, 22:49)
CITAZIONE
il regno di Dio si trova già in mezzo a coloro che si trovano intorno a Gesù, e questo "in mezzo" è precisamente Gesù nelle cui opere straordinarie il regno ha già fatto irruzione.

E allora come non può attirare l'attenzione se questo regno coincide con Gesù stesso? I miracoli, il sacrificio sulla croce, la risurrezione sono appunto segni eclatanti per attirare l'attenzione... E' questo che mi lascia perplesso.

Buona obiezione Hard.
Non tanto in riferimento a croce e risurrezione, che riguardano la prospettiva del vangelo di Luca, mentre Meier sta ragionando sull'ipotetico senso del detto sulla bocca del Gesù storico.
Bensì in relazione al fatto che altrove Gesù sembra proprio sottolineare che la venuta del regno di Dio è realmente "segnalata" e "osservabile", essendo tali segni precisamente l'operato di Gesù (cfr. Mc 13,28 ; Q 7,22 ; Q 11,20 ; Q 11,29 ; Q 12,54-56).
In Q 12,54-56 Gesù si lamenta proprio del fatto che taluni sono bravi a interpretare i segni del tempo metereologico, e non invece i segni del tempo escatologico!
Quindi è in effetti un po' strano che Gesù potesse esprimersi in termini di "il regno di Dio non viene in modo da essere osservato", quando altrove invitava proprio ad osservare il proprio operato per capire che il regno di Dio è in arrivo/è giunto.

E anche per questa ragione sono più scettico di Meier sull'autenticità del detto.

 
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Hard-Rain
view post Posted on 10/9/2009, 22:07     +1   -1




CITAZIONE
Bensì in relazione al fatto che altrove Gesù sembra proprio sottolineare che la venuta del regno di Dio è realmente "segnalata" e "osservabile", essendo tali segni precisamente l'operato di Gesù

Ho integrato il post di cui sopra. Non dimentichiamo il testo principe di Lc. 7:18-23, la legazione del Battista. In realtà non è sondergut di Luca, come avevo detto, il brano è infatti disponibile anche in Mt. 11:4-6. Il testo qumranico è l'apocalisse messianica 4Q521, ma il tutto si avvicina - in misura minore - anche a Is. 35:5-6 e Is. 61:1.

Poichè Lc. 17:20-21 è sondergut si potrebbe, forse, anche sostenere che effettivamente Lc. 17:20-21 è originale e appartiene a Luca mentre la legazione "lucana" del Battista in realtà è stata mutuata da Q (visto che compare anche in Mt. ma non in Mc.). Nel passaggio dall'uno all'altro Luca si sarebbe un po' contraddetto. Oppure, semplicemente, Luca ha cucito assieme materiali abbastanza diversi senza porsi troppi problemi.

P.S. mi ricordo ora che il 4Q521 è più vicino alla risposta data agli inviati di Giovanni risp. ai citati passi di Isaia perchè Mt., Lc. e 4Q521 menzionano la risurrezione dei morti come una delle caratteristiche dell'era messianica, concetto assente in Isaia e, credo, in tutto il resto della Scrittura Ebraica.

Edited by Hard-Rain - 10/9/2009, 23:14
 
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Serveto
view post Posted on 10/9/2009, 22:13     +1   -1




Caro Hard,

Secondo il DENT entos non va inteso né come riferito agli astanti (i farisei) né in senso spiritualistico né in senso collettivo, ma (secondo Rustow) nel senso di "nell'ambito di influenza, d'azione, d'influsso" rifacendosi a Senofonte (An. 1,10,3; Cyrop. 1,4,23) ed i Pap. Oxy. 2342, 1,7 ecc... citando anche la più antica interpretazione di questo passo in Tertulliano (Marc. 4,35).

Shalom
 
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20 replies since 10/9/2009, 17:39   367 views
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