CITAZIONE
“Sa,se fossi un cattolico mi darebbe molto da pensare il fatto che dio abbia eletto come rappresentante in terra del suo volere, un ex-nazistello”
Forse non s’è capito il punto: c’è forse qualche prova che per il giovane Joseph portare quell’uniforme significasse qualcosa? Come già detto l’arruolamento era obbligatorio, e lui comunque non prese mai parte alle attività dell’organizzazione. E comunque il papa non usa per sé titoli come “rappresentante in terra del suo volere” o “portavoce di Dio”, il titolo corretto è “Vicario di Cristo”, che, tra parentesi, non è solo del papa ma di tutti i vescovi.
CITAZIONE
“Suvvia,avrebbe potuto "eleggere" certamente individui dal curriculum vitae migliore non crede?”
Non vedo niente sul curriculum che impedisca di diventare papa, e comunque, se anche fosse stato una SS intenta a sterminare ebrei, la questione non cambierebbe di una virgola. Infatti non è il Ratzinger degli anni 30 ad essere stato eletto papa, ma il Ratzinger del 2005. Nulla cioè impedirebbe che, se anche fosse stato un ufficiale ad Auschwitz, Dio abbia visto che nel 2005 non c’era più traccia di quell’uomo nel suo cuore. Col tuo ragionamento non sarebbe stato degno di essere eletto papa neppure S. Francesco, visto che prima di convertirsi alla non-violenza aveva militato nell’esercito di Assisi e voleva diventare un uomo d’arme. Eppure come è noto, il santo cambiò radicalmente, esattamente come cambiò San Paolo (che era un persecutore), o come cambiò Sant’Agostino (che aveva donne ovunque). Non ha cioè senso chiedersi chi era questa gente, ma chi fossero nel momento in cui Dio li chiamò. In questo senso nel 2005 Ratzinger poteva essere il miglior cardinale del pianeta, a prescindere da chi fosse stato da giovane, perché solo lui e Dio sanno quello che il papa pensa di quel periodo. Inoltre poi, come ripeto, qui non c’è niente da nascondere: fu iscritto d’ufficio alla Gioventù Hitleriana, ecco tutto.
CITAZIONE
“Ci sono anche uomini,che per evitare processi per accuse di favoreggiamento alla pedofilia sacerdotale...alla fine diventano niente di meno che papa.Comoda l'immunità non crede egregio sig. Polymetis?”
Ancora questa storia? Copio un articolo di Introvigne per chi non conoscesse i termini della questione:
CITAZIONE
di Massimo Introvigne
In questi giorni leggiamo spesso che il cardinale Joseph Ratzinger sarebbe stato “incriminato” nel 2005 in Texas per avere “protetto i preti pedofili”, e si sarebbe salvato solo perché, eletto Papa, avrebbe iniziato a godere dell’immunità in quanto capo di Stato estero.
Si tratta dell’ennesima bufala, lanciata dal parlamentare anticlericale Maurizio Turco e ripresa dal matematico e attivista dell’ateismo militante Piergiorgio Odifreddi. Va bene non conoscere il diritto canonico, ma qualche modesta informazione sul diritto in genere si richiede a chiunque voglia interloquire su questioni del genere.
Anche molti studenti medi – ma, sembra, non Turco e Odifreddi – conoscono la differenza fra diritto civile e diritto penale. Nelle cause penali si è “incriminati” per avere commesso un reato. Nelle cause civili si è “citati” in giudizio (non incriminati) da qualcuno che pensa di avere subito un torto.
Mentre si è incriminati dopo un’indagine, che può originare da una querela di parte ma dove una pubblica autorità indaga sul caso e decide che vi sono almeno indizi di un possibile reato, per essere citati in una causa civile basta che un avvocato si rechi da un ufficiale giudiziario con le carte e i bolli in regola.
Così può avvenire che sia citato letteralmente chiunque. La citazione non implica nessun accertamento delle ragioni e dei torti (dunque, della fondatezza della citazione stessa), che semmai verrà dopo. Negli Stati Uniti in un caso famoso qualcuno citò perfino “Satana e i suoi diavoli”: problemi di notifica e di giurisdizione portarono al rigetto delle domande, ma la citazione era partita con tutti i timbri e i bolli in regola.
Dopo queste premesse che ribadiscono l’ovvio, ci chiediamo: nel caso deciso il 22 dicembre 2005 a Houston (Texas) dal giudice Lee Rosenthal il cardinale Joseph Ratzinger era stato “incriminato”? La risposta è no. Il cardinale Ratzinger era stato citato in giudizio dallo studio legale Kahn Merritt & Allen in una causa civile relativa a danni reclamati all’Arcidiocesi di Houston da persone che si asserivano molestate sessualmente da un seminarista della stessa Arcidiocesi, Juan Carlos Patino-Arango. L’ex-seminarista è anche oggetto di una diversa causa penale, con la quale però il cardinale Ratzinger non c’entra nulla. La mossa dello studio Kahn mirava evidentemente a massimizzare l’importo dei danni esigibili, sia coinvolgendo le casse della Santa Sede sia creando la massima risonanza mediatica intorno al caso. Su parere (obbligatorio) del Dipartimento di Stato cui ha ritenuto di conformarsi, il giudice Rosenthal ha ritenuto improcedibile la citazione contro il cardinale Ratzinger in quanto rivolta contro un capo di Stato estero. Peraltro, lo studio Kahn non inventava nulla. In passato studi legali creativi avevano già cercato di citare Giovanni Paolo II e la Congregazione per la dottrina della fede per danni, senza mai ottenere soddisfazione dai giudici per una vasta gamma di ragioni procedurali.
Comunque sia, la parola “incriminato” nella lingua italiana ha un senso specifico, che si riferisce a “crimini” e a processi penali. Le cause civili non c’entrano, e chi sostiene che l’attuale Papa Benedetto XVI è stato incriminato in Texas o mente sapendo di mentire o manifesta una vera e propria idiosincrasia quando si tratta di questioni giuridiche anche molto semplici.
Il papa è stato semplicemente citato in giudizio da questo studio, una mossa mediatica che non è partita dagli inquirenti. Hanno fatto benissimo a non prendere in considerazione la richiesta.
CITAZIONE
“Vuole vedere come ha reagito il suo pastore di fronte a domande riguardanti la pedofilia?”
Fossi stato in lui non avrei neanche risposto, si veda che era stufo di domande senza senso che attribuiscono comportamenti di singoli vescovi ad inesistenti direttive centrali provenienti dal Vaticano.
Ad maiora