Studi sul Cristianesimo Primitivo

Gesù Cristo segreto

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operanuova
view post Posted on 4/7/2009, 12:09 by: operanuova     +1   -1




CITAZIONE (barionu @ 3/7/2009, 16:53)
A PAG 332 UN PASSO STREPITOSO CHE SEGNALO A TUTTI GLI STUDIOSI
sulla genesi della svastica e sulle possibili analogie con la mitologia Cristiana
il bambino del carpentiere ( tekton ) è una chicca che offro agli Arpiolidi .... :784.gif:
zio ot :mf_bookread.gif:
Per Deicida , so per certo che Milesbo conosceva Burnouf
zio ot

In tutta onestà, caro zio ot, non so quale credito dare a questa genesi tecnologica della svastica. Ricollegando (a questo punto ogni connessione è arbitraria e possibile) siffatta lezione nella quale i pezzi di legno dell’albero rinviano agli sfregamenti degli oli essenziali nell’acciarino a forma di croce e quindi dagli oli essenziali si giunge all’unto e perciò al fuoco della svastica donde a quello della Pentecoste - il fuoco della Pentecoste non è stato notato da Burnouf e Durand :rolleyes: - e quindi al figlio del carpentiere donde all’accoppiamento sessuale coniugando nella gigantesca costellazione mitica il tutto alla musica, mi pare simbolo sì, ma soltanto nella mente ipersincretica di un autore. Credo che, a leggerla, Cesare Ripa avrebbe bruciato la sua Iconologia, Baudelaire si sarebbe smarrito in questa foresta, Warburg avrebbe cestinato la sua tesi di laurea sulla Primavera e Florenskij avrebbe serrato le sue porte regali.
Il simbolo appartiene, in primo luogo, a livello della filologia e della tecnologia, con le sue evocazioni ai popoli, alle culture e agli usi. Il simbolo appartiene, in secondo luogo, a gruppi culturalmente omogenei. Quale individuo di quale gruppo potrà mai evocare le evocazioni di Durand e di Burnouf? Se ciò non accade, allora non di simbolismo ho letto, a pagina 332 e successive, bensì dell’immaginario connettivo di uomini di grande cultura che - sia pure in modo eccellente - ragionavano di un loro percorso di rimandi arbitrari nel quale, anziché dalle forme essere rinviati ai contenuti, dai significati a loro noti di molteplici luoghi antropologici e semantici si dirigevano verso un predeterminato significante e organizzavano staticamente a tavolino una propria costellazione di immagini.
Il processo di creazione di un simbolo, intendo dire, anche della svastica, indipendentemente dalla genesi del segno, è un processo storico-culturale e linguistico di stratificazioni. Non per caso Quintiliano definì il simbolo come figura in verbis singulis. In Occidente le stratificazioni tecnologiche della mela che rimandano ai computer e alla musica le creano l’Apple e la casa discografica dei Beatles, non un’emittente indiana, nemmeno nei rapidissimi tempi della comunicazione globale. Ogni simbolo, come un vocabolo nei linguaggi, come nell’appunto di Hard Rain concernente la comparazione delle lingue, va contestualizzato nella propria enclave. A confondere i simboli si fa di ogni erba un fascio sincretico esoterico e massonico, così come sta avvenendo nell’arte. E, a proposito di linguaggio, mi chiedo infine: in quel suo immaginario girovagare tra cento miti e nozioni Gilbert Durand chiamò, almeno una volta, il suo albero segno-croce col nome Taw, così come fece un noto principe alchimista e poliglotta del Settecento nella sua "Lettera apologetica dell'Esercitato Accademico della Crusca"?
 
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139 replies since 24/3/2009, 11:29   3138 views
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