Caro Lino Lista,
la parte della risposta a te destinata era la seconda, cioè quella contrassegnata dal tuo nome, mentre la prima era destinata a chi mi ha rivolto delle specifiche domande sulla figura di Hiram e cioè Barionu.
Comunque riguardo alla citazione nel manoscritto Cooke, io, di Hiram coinvolti nella costruzione del Tempio di Salomone, ne conosco uno solo.
L'altro il re di Tiro, nella Bibbia è citato, ma non è coinvolto nella costruzione.
Il problema dell'assassinio è più complesso: esiste la teoria che la vittima sottintesa non sia Hiram, ma questa decodifica è resa ancora più difficile dalla circostanza che il grado d maestro nella sua interezza e attualità non esiste nella tradiione costruttoria operativa ed originaria delle gilde medievali.
E comunque definire Hiram, sotto il profilo simbolico, un "semplice fonditore di metalli" non mi trova d'accordo specificamente sull'aggettivo: come ha insegnato Mircea Eliade l'arte di fondere i metalli è tutt'altro che semplice nel suo simbolismo.
Ma visto che l'argomento non è in discussione tra noi vado oltre.
Ovviamente, non conoscendoti in alcun modo, non potevano essere a te rivolte le indicazioni editoriali espicitate, (tutt'altro che inopportunamente credimi, proprio perchè non rivolte a te) sempre necessarie in ragione del fatto che questa discussione è pubblica non privata tra di noi. Ragionando in rete, come dici tu, no?
Non ho mai affermato nè esplicitamente, nè per sottinteso o allusione che tu avessi inteso prendere contatto con la rivista che dirigo e che fortunatamente non solo è in vita, ma è in piena salute.
Riguardo a De Quincey, mi ha sempre affascinato la circostanza che abbia formulato la sua ipotesi senza mostra di conoscere la poco diffusa confutazione da inquisitore d'ufficio di Ireneo di Lione, nè tantomeno il manoscritto del Vangelo apocrifo che porta il nome dell'Iscariota, pubblicato solo qualche anno fa.
La parziale dissonanza dall'antico manoscritto, dove esiste quasi una concertazione del tradimento tra il Cristo e Giuda, mentre nell'opera del De Quincey l'Iscariota è un utopista provocatore al limite dell'anarchia, (che cominciava ad essere in voga all'epoca dell'autore), farebbe propendere per una pura ispirazione letteraria.
Ma i frequenti canali sotteranei di certe conoscenze e di certe dottrine, lasciano qualche perplessità...
Peraltro sono in attesa di ricevere dall'Inghilterra una biografia particolarmente documentata dell'autore, quelle italiane che ho letto le ho trovate lacunose e distratte, per carpire qualche indizio, ad esempio sulle frequentazioni che a volte dicono tanto ...
Resto in attesa, quindi, della tua sintesi, e nel contempo ti prometto di aggiornarti quando riceverò la suddetta opera.
A proposito in questo chilometrico link, verso la fine:
http://ilblogdiadrianoforgione.myblog.it/a...i.html#commentste ne dicono di tutti i colori e ti sfidano anche a rispondere, ma credo che tu non abbia tempo da perdere.
Nè io, nè tu, a quanto vedo siamo stimati dalla setta dell'Amaroli e questo provoca un respiro di sollievo, con un pizzico di soddisfazione, almeno da parte mia.
Riguardo agli accidenti che ci tirano, consentimi, una tantum, di essere un po' negromante, proprio io (sic!), e di citare la gloriosa Scuola Medica Salernitana:
Terque, quaterque testiculis tactis, omnia mala fugantur!
Cordialmente
Carpeoro