Studi sul Cristianesimo Primitivo

Un buco storico, per E. Salsi

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peppetre
view post Posted on 13/1/2009, 10:46     +1   -1




CITAZIONE
C'è un buco storico nella Storia Romana che riguarda un tempo, breve, di circa quattro anni: riguarda il periodo che precede il regno di Gaio Caligola (37-41): non c'è illuminazione diretta degli storici ufficiali per gli anni 32-35 e c'è penombra per il 31 e per il 36-37.
Inoltre è strano che di Annales di Tacito manchi proprio tutto il regno di Gaio Caligola, oltre ai primi sei anni di Claudio
Perciò c'è quasi un quindicennio non ben illuminato o meglio lasciato come in ombra, volutamente: ma chi aveva un interesse a non fare conoscere bene questo periodo?
E' ancor più strano che l'oscurità riguardi la provincia di Siria e la sottoprovincia di Giudea, abbandonate a se stesse, dopo la morte di Elio Seiano, il potente capo pretoriano tiberiano, il 18 ottobre del 31, poi mediocremente illuminate intorno al 36-7 fino alla morte di Caligola.
C'è un vuoto di potere in Oriente, che Tiberio non colma, perché impegnato nella repressione dei congiurati, seguaci del ministro ucciso: forse si stabilì (quando ? e da chi? e perché) di non far conoscere i fatti accaduti proprio per mancanza di potere romano, perché la storia che noi conosciamo di Gesù Cristo Signore fu del tutto diversa da come accadde?
Forse quanto rimasto di Tacito sull'impresa di Lucio Vitellio aumenta il mistero sulla condotta di Artabano e sui suoi alleati, specie Monobazo ed Izate di Adiabene, mentre se ci fosse stato il seguito, avremmo chiarito molti dubbi sull'antisemitismo di Seiano, sulla repressione di Tiberio e sul comportamento di Pilato, conosciuti superficialmente tramite Filone e tramite Giuseppe Flavio?
Anche le fonti giudaiche sono equivoche perchè si rifanno a situazioni note e a problemi conosciuti e quindi possono essere facilmente fraintese.

fonte> http://www.angelofilipponi.com/

leggete pure tutto l'articolo, è interessante.
peppe
 
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pcerini
view post Posted on 13/1/2009, 10:58     +1   -1




E' una tesi interessante da discutere questa del presunto silenzio delle fonti sul periodo 32-35.
 
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view post Posted on 2/2/2009, 23:47     +1   -1
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PER I PIGRONI E GLI ..... GNORRI

da http://www.angelofilipponi.com/



C'è un buco storico nella Storia Romana che riguarda un tempo, breve, di circa quattro anni: riguarda il periodo che precede il regno di Gaio Caligola (37-41): non c'è illuminazione diretta degli storici ufficiali per gli anni 32-35 e c'è penombra per il 31 e per il 36-37.
Inoltre è strano che di Annales di Tacito manchi proprio tutto il regno di Gaio Caligola, oltre ai primi sei anni di Claudio
Perciò c'è quasi un quindicennio non ben illuminato o meglio lasciato come in ombra, volutament4e: ma chi aveva un interesse a non fare conoscere bene questo periodo?
E' ancor più strano che l'oscurità riguardi la provincia di Siria e la sottoprovincia di Giudea, abbandonate a se stesse, dopo la morte di Elio Seiano, il potente capo pretoriano tiberiano, il 18 ottobre del 31, poi mediocremente illuminate intorno al 36-7 fino alla morte di Caligola.
C'è un vuoto di potere in Oriente, che Tiberio non colma, perché impegnato nella repressione dei congiurati, seguaci del ministro ucciso: forse si stabilì (quando ? e da chi? e perché) di non far conoscere i fatti accaduti proprio per mancanza di potere romano, perché la storia che noi conosciamo di Gesù Cristo Signore fu del tutto diversa da come accadde?
Forse quanto rimasto di Tacito sull'impresa di Lucio Vitellio aumenta il mistero sulla condotta di Artabano e sui suoi alleati, specie Monobazo ed Izate di Adiabene, mentre se ci fosse stato il seguito, avremmo chiarito molti dubbi sull'antisemitismo di Seiano, sulla repressione di Tiberio e sul comportamento di Pilato, conosciuti superficialmente tramite Filone e tramite Giuseppe Flavio?
Anche le fonti giudaiche sono equivoche perchè si rifanno a situazioni note e a problemi conosciuti e quindi possono essere facilmente fraintese.
Non essendoci fatti certi e non conoscendosi effettivamente la politica antigiudaica di Seiano, si fanno congetture ed ipotesi, per cui viene fraintesa anche la successiva politica di Gaio Caligola.
E' facile quindi trovare nella pazzia dell'imperatore la spiegazione (semplicistica) di tante sofferenze ebraiche, del pogrom alessandrino e di ogni male romano nell'epoca e vedere nella pronoia divina la soluzione di ogni problema, seppure parziale e momentanea, considerato il giudizio negativo su Claudio e poi su Nerone, di una storiografia giudaica e Flavio-antonina.
La figura, comunque, del re di Giudea Giulio Erode Agrippa (37-41 a.C., tetrarca d'Iturea e di Galilea-Perea sotto Caligola e poi re di tutta la IOUDAEA sotto Claudio), ben conosciuta grazie ai dettagli di Giuseppe Flavio (Ant. Giud.XVIII,143-309, XIX 236-359 ) e di Filone / In Flaccum 24-40; Legatio ad Gaium 261-337), nota da altri storici latini e greci, permette di intravvedere qualcosa del periodo precaligoliano e caligoliano.
La persecuzione di Tiberio (Seiano), di Caligola, di Claudio (pur dopo la ricostituzione del politeuma giudaico alessandrino e degli statuti giudaici in tutto l'ecumene ) è solo testimonianza ebraica: pochi cenni dell'odio di Caligola per i giudei sono in Svetonio (Caligola), nelle Storie di Tacito (V,9 :dein iussi a C. Caesare effigiem eius in templo locare arma potius sumpsere quem motum Caesaris mors diremit), nel( lacunoso) libro delle Storie di Dione Cassio (LIX).
Per il resto c'è un buco in Annales di Tacito (mancano i libri VII-XI il V è frammentario, il VI mutilo), e nell'opera di Plinio il Vecchio (non ci sono due libri di De vita Pomponii Secundi, i venti libri Bellorum Germaniae e i trentuno libri di A fine Aufidii Bassi), che doveva essere ben informato, date le testimonianze puntuali di Storia Naturale. Inoltre non ci sono state tramandate le Memorie di Agrippina Minor, anch'esse ricordate da Plinio il Vecchio (St. Nat., VIII,46) e parti di Storia romana (Libri 24) di Appiano Alessandrino (XVIII-XXI Storia egizia e XXII Hecatontaetia) in cui si poteva conoscere la situazione giudaico-alessandrina da parte di un procuratore imperiale, di stirpe alessandrina, di epoca antonina.
Lavorare su un buco così profondo ha comportato una ricostruzione incerta, comunque probabile, possibile, tanto meno precisa ed attendibile, però, quanto più marcato è il buio delle fonti, anche se squarciato da ricordi di Seneca e di altri (specie i satirici) che vedono in Tiberio, il sadico pervertito, il despota nausato dalla politica, in Caligola il pazzo, in Claudio il servo dei servi, il rimbambito per natura e per le donne, in Nerone l'istrione e il megalomane, in una condanna di tutta la famiglia Giulio-claudia.
Per me il buco non è un caso, ma è opera di una sapiente, lenta e progressiva cesura da parte di uomini tesi a cancellare la figura umana del Cristo, la sua vera storia, la sua biografia.
I tagli su questo periodo sono quelli di un potatore esperto, di epoca costantiniana, che vuol fare fruttificare l'albero della storia, in un unico senso: sono, davvero, tagli provvidenziali per una storia teleologica cristiana, basata su un Gesù figlio di Dio: è chiaro che senza il radicamentio in Dio non esiste storia umana di Gesù e che la sua figura è sbiadita, strana, esangue, insomma risulta un'immagine riflessa.
L'ipotesi del malkuth di Jehoshua mi sembra che colmi il vuoto e spieghi la condotta, strana di Tiberio verso la Siria, a detta di Svetonio (Tiberio ,41 ... lasciò la Spagna e la Siria senza legati consolari con grande vergogna e grande pericolo dell'impero, si disinteressò completamente del fatto che l'Armenia venisse occupata dai parti ... ).
Flavio (Ant.Giud.,XVIII,88-126) può essere facilmente integrato anche coi pochi dati superstiti di Tacito (in Annales VI,27: tratta di E. Lamia che non partì per la Siria, anche se nominato dopo la morte di Pomponio Flacco, nel 32-33, e dopo l'occupazione dell'Armenia da parte di Monobazo, re di Adiabene) e con quelli di Cassio Dione (Storie, LVIII,2)
Le ricostruzioni, fatte nel commento del XVIII libro di Antichità Giudaiche di Flavio (sulla spedizione di Lucio Vitellio, governatore di Siria, inviato da Tiberio nel 35 con un mandato antipartico ed antinabateo e sulle sue due entrate in Gerusalemme collegate con le notizie di Tacito e Dione) e in quello di In Flaccum e di Legatio di Filone (in relazione alla struttura di tutta la l'opera comprendente cinque libri, dal titolo, secondo Eusebio, -St. Eccles.II,6-7 - Peri areton) mi confortano in questa ipotesi del malkuth, in attesa di ritrovamenti probanti archeologici o epigrafici o numismatici.



... ho voluto riportare per intero l' autorevole fonte di Filipponi , image

anche perchè, in un altro 3d ,

la nostra Frances :wub:

ha, e penso giustamente , notificato che stiamo facendo un po' di gazzarra tirando in ballo degli " scartini " :581.gif:

e invece qui, mo guarda che caso , i vs Arpiolidi non si fanno sentire .

Adunataaaaaaa !!!!!!!!!!


zio ot image

Edited by barionu - 3/2/2009, 00:16
 
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view post Posted on 17/6/2009, 12:02     +1   -1
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Caro Cecco ,

nel sito di Filipponi questo prezioso studio non lo trovo più :huh: , .... e mi sembra di capire che forse hai una conoscenza diretta del Prof. !?!?

Ci dici qualcosa? A cosa sta lavorando ?


zio ot :rolleyes: :mf_bookread.gif:
 
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Cecco D'Ascoli
view post Posted on 17/6/2009, 15:12     +1   -1




Carissimo Barionu
De visu ancora col Prof. non ci siamo incontrati, solo telefonicamente abbiamo scambiato quattro parole, quando gli ho chiesto come poter avere qualche suo libro.
Attualmente non so su cosa sta lavorando di preciso.
So che adesso sta un po’ in campagna, lontano dai rumori per poter lavorare con più tranquillità, dove dedica molto tempo ai suoi studi, e un po’ di tempo lo dedica alla COLTURA, penso che sia il suo hobby.
Ora però ti faccio una domanda;
***I tagli su questo periodo sono quelli di un potatore esperto, DI EPOCA COSTANTINIANA, che vuol fare fruttificare l'albero della storia, in un unico senso: sono, davvero, tagli provvidenziali per una storia teleologica cristiana, basata su un Gesù figlio di Dio: è chiaro che senza il radicamento in Dio non esiste storia umana di Gesù e che la sua figura è sbiadita, strana, esangue, insomma risulta un'immagine riflessa. ***
Non credi anche tu che il tutto sia nato a Nicea, dove esperti potatori, (io li chiamerei, usando il mio linguaggio colorito) hanno riscritto un’altra storia, avendo in mano i documenti dei 318 presbiteri li intervenuti? ( chissà se c’erano anche scritture ESSENE a Nicea). Ein Gross Gruse Zu Dich Cecco D’Ascoli
 
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view post Posted on 17/6/2009, 19:38     +1   -1
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.... il vecchio adagio dice " a pensar male si fa peccato ... ".
Questo per quanto riguarda gli storici ,

Per quanto riguarda il N. T. ( diciamo fino circa alla prima metà dei 4 vangeli ) gli ultimi 50 anni di scoperte dei vari papiri
indicano una sostanziale omogeneità con i codici Sinaiticus e Vaticanus.

La partita è assssai complessa.



zio ot :mf_bookread.gif:
 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 17/6/2009, 20:22     +1   -1




CITAZIONE
Sig. Cecco D'Ascoli
Non credi anche tu che il tutto sia nato a Nicea, dove esperti potatori, (io li chiamerei, usando il mio linguaggio colorito) hanno riscritto un’altra storia, avendo in mano i documenti dei 318 presbiteri li intervenuti? ( chissà se c’erano anche scritture ESSENE a Nicea). Ein Gross Gruse Zu Dich Cecco D’Ascoli

Durante e dopo il Concilio di Nicea, hanno armonizzato gli scritti canonici con gli scritti storici, attraverso censure e nuove falsificazioni, fino dove era possibile alla mente umana che in quando umana presentava dei limiti, quei limiti che successivamente hanno evidenziato le contraddizioni.

CITAZIONE
Sig. Barionu
Per quanto riguarda il N. T. ( diciamo fino circa alla prima metà dei 4 vangeli ) gli ultimi 50 anni di scoperte dei vari papiri
indicano una sostanziale omogeneità con i codici Sinaiticus e Vaticanus.

Con ciò si può ipotizzare che gli scritti gnostici trionfanti abbiano costruito la tradizione orale e non viceversa.
Non sono stati i testimoni oculari a ispirare i vangeli canonici, ma bensì la fantasia gnostica trionfante è stata scambiata per tradizione oculare. Chi può essere stato il testimone oculare della favola della danza della figlia di Erodiade se è stata una favola, eppure per i vangeli canonici, anche una favola deriverebbe da una testimonianza oculare tramandata. Tutti ma proprio tutti i papiri ritrovati o che si ritroveranno sono la testimonianza del sincretismo gnostico trionfatore sugli altri, chiamato cristianesimo.

Un caro saluto
 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 18/6/2009, 05:33     +1   -1




CITAZIONE
Con ciò si può ipotizzare che gli scritti gnostici trionfanti abbiano costruito la tradizione orale e non viceversa.
Non sono stati i testimoni oculari a ispirare i vangeli canonici, ma bensì la fantasia gnostica trionfante è stata scambiata per tradizione oculare. Chi può essere stato il testimone oculare della favola della danza della figlia di Erodiade se è stata una favola, eppure per i vangeli canonici, anche una favola deriverebbe da una testimonianza oculare tramandata. Tutti ma proprio tutti i papiri ritrovati o che si ritroveranno sono la testimonianza del sincretismo gnostico trionfatore sugli altri, chiamato cristianesimo.

Una delle tante conferme per ciò che ho dichiarato sopra, è da considerarsi l'inizio del vangelo di Marco il primo ad essere scritto. Ebbene in Mc 1,1 "Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio" nel codice Sinaitico non compare Figlio di Dio. Ciò conferma che l'autore del vangelo originario non considerava il protagonista del suo racconto figlio di Dio, ma che successivamente è stato aggiunto tale concetto, da altri.


Continuando in Mc 1,2, "Come è scritto nel profeta Isaia" e subito dopo troviamo il testo di Malachia "ecco io mando il mio messaggero davanti a te, a prepararti la via" che compare in Mt 11,10 e Lc 7,27; che precede quello di Isaia Mc 1,3 "Voce di uno che grida nel deserto............."


E' chiaro che i falsari hanno modificato Marco inserendo Malachia in base ai tardivi Matteo e Luca. Tutto ciò è la dimostrazione che sono stati gli scritti gnostici a formare la tradizione orale cioè la conoscenza orale e non viceversa.

E' chiaro che la figura storica del sedizioso Giovanni Battista è stata trasformata per interessi propri gnostici in un profeta in linea con i contenuti dei rotoli di Qunram. "La regola della Comunità" dove alla specificazione IX, 10/11 così recita:

"Essi (ciò gli esseni, i membri della comunità stessa) si governeranno secondo le prime regole, nelle quali cominciarono ad essere istruiti i membri della comunità, e questo fino alla venuta del profeta e degli Unti (i due Messia) di Aronne (Messia Sacerdotale) e di Israele (Messia Politico)"
Il profeta o precursore: Giovanni Battista;
Il Messia Politico: Gesù Cristo;
Il Messia Sacerdotale: Gesù Bar Abba (Gesù figlio di Dio); trasformato in Barabba per nascondere successivamente il legame con la realtà essena.



Buona giornata a tutti.

Edited by Giovanni Dalla Teva - 18/6/2009, 08:56
 
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Cecco D'Ascoli
view post Posted on 19/6/2009, 10:34     +1   -1




Per Hard
Il Prof. Filipponi ci dice: ***Per il resto c'è un buco in Annales di Tacito (mancano i libri VII-XI il V è frammentario, il VI mutilo), e nell'opera di Plinio il Vecchio (non ci sono due libri di De vita Pomponii Secundi, i venti libri Bellorum Germaniae e i trentuno libri di A fine Aufidii Bassi), che doveva essere ben informato, date le testimonianze puntuali di Storia Naturale. Inoltre non ci sono state tramandate le Memorie di Agrippina Minor, anch'esse ricordate da Plinio il Vecchio (St. Nat., VIII,46) e parti di Storia romana (Libri 24) di Appiano Alessandrino (XVIII-XXI Storia egizia e XXII Hecatontaetia) in cui si poteva conoscere la situazione giudaico-alessandrina da parte di un procuratore imperiale, di stirpe alessandrina, di epoca antonina.*** A cosa sono servite queste pire di fuco, a bruciare la storia per far nascere una FABULOSA LEGGENDA, o che altro? Chiedo un tuo parere. Ringraziandoti sempre Cecco D’Ascoli.
 
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Cecco D'Ascoli
view post Posted on 29/6/2009, 19:36     +1   -1




Per Hard
Perche gli Amanuensi Cristiani hanno avuto bisogno di bruciare e manipolare così tanti libri come riportato sopra dal Prof. Filipponi? Perche? Perche' Perche? Perche?perche? Uaid Kebir Shukaran Cecco D'Ascoli
 
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Cecco D'Ascoli
view post Posted on 9/8/2009, 11:49     +1   -1




Carissimo Giovanni

Ho fatto una visitina al tu sito, e al capitolo il BUCO STORICO, noto la chiave per l'accesso diretto al sito del Prof. Filipponi. Se hai letto come penso letto il capitolo Jehoshua.

Sapresti darci una tua ampia lettura-pensiero del suo scritto?

Un caro saluto saluto Cecco D'Ascoli
 
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Hard-Rain
view post Posted on 9/8/2009, 12:12     +1   -1




Ma quali pire di fuoco? Chi ha bruciato? Dell'antichità mancano tantissime porzioni di libri od opere andate perdute, non si può sempre dare la colpa agli scribi cristiani. Certamente in vari casi i cristiani non avevano interesse a propagandare le opere ritenute accreditate dalla nascente Chiesa piuttosto che altre opere considerate a loro giudizio tarde e fantasiose, sto parlando di certi apocrifi. Non bisogna certo cadere nell'errore di ritenere che tutti gli infiniti scritti su Gesù e/o le imprese degli apostoli siano sempre e comunque a priori "più veri" dei testi canonici solo per il gusto di opporsi alla canonicità. Per quanto riguarda le opere storiche diverse dai testi religiosi io non so se sempre e comunque ci sia stato il dolo dei cristiani. Se manca un frammento di Callimaco, di Erodoto o di Senofonte o se abbiamo solo pochi frammenti di Anacreonte, francamente, non so se tutto ciò sia stato il frutto del voler nascondere qualcosa. Bisogna anche considerare che le opere si perdono anche perchè semplicemente a un certo punto nella storia non interessa più trasmetterle oppure si rovinano le poche copie esistenti. Poi, come facciamo esattamente a sapere quando andò perduta un'opera? Faccio presente che il cristianesimo acquisì potere secoli dopo le vicende gesuane. E prima, chi comandava? Che interessi aveva? Chi può certificare che questo o quel testo è stato distrutto in tutti i suoi esemplari dai cristiani? In alcuni casi sarà vero e sappiamo che lo è ma non si può fare di questo la regola generale per spiegare ogni fenomeno che abbia a che fare col cristianesimo. Poi ribadisco che è più che naturale che una setta abbia a cuore più che altro i propri scritti piuttosto che quelli degli altri. Lei si scandalizza di non trovare chissà cosa copiato dagli scribi cristiani, io invece non mi scandalizzo per nulla che ad esempio gli scribi ebrei non ci abbiano tramandato i libri di Enoc piuttosto che i testi cristiani in lingua ebraica o addirittura la LXX o che i Romani non abbiano custodito copie accurate e complete del Talmud magari tradotto in latino! Agli ebrei, forse, interessavano assai poco i "vangeli" greci o le opere sulla storia di Roma, così come ai latini non poteva interessare molto il Talmud e ai cristiani le opere dei latini e/o degli ebrei.

Edited by Hard-Rain - 9/8/2009, 15:31
 
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Cecco D'Ascoli
view post Posted on 9/8/2009, 13:36     +1   -1




Carissimo hard

Che contentezza risentirti.

Sul caso testè detto, rimarco dicendo, che le opere mancanti sono (forse) solo del periodo, di cui trattiamo tanto.

Mi hanno insegnato, che di solito è l'assassino che occulta l'ucciso.

Oppure per trovare il colpevole, è da cercarlo tro coloro che da quel delitto hanno tratto beneficio.

In primis l'occultamento di Gamla, da tutte le antiche carte Geografiche e scritture cristiane, dirà qualcosa.

Ps. Ho notato che i mattoni diventano sempre più pesanti.

Un riverente ed ossequioso saluto e grazie di tutto.

Cecco D'Ascoli
 
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Saulnier
view post Posted on 30/9/2009, 00:24     +1   -1




Cit prof. Filipponi
CITAZIONE
C'è un buco storico nella Storia Romana che riguarda un tempo, breve, di circa quattro anni: riguarda il periodo che precede il regno di Gaio Caligola (37-41): non c'è illuminazione diretta degli storici ufficiali per gli anni 32-35 e c'è penombra per il 31 e per il 36-37.
...ma chi aveva un interesse a non fare conoscere bene questo periodo?
E' ancor più strano che l'oscurità riguardi la provincia di Siria e la sottoprovincia di Giudea, abbandonate a se stesse, dopo la morte di Elio Seiano, il potente capo pretoriano tiberiano, il 18 ottobre del 31, poi mediocremente illuminate intorno al 36-7 fino alla morte di Caligola.

Cit prof.Filipponi
CITAZIONE
Per me il buco non è un caso, ma è opera di una sapiente, lenta e progressiva cesura da parte di uomini tesi a cancellare la figura umana del Cristo, la sua vera storia, la sua biografia.
I tagli su questo periodo sono quelli di un potatore esperto, di epoca costantiniana, che vuol fare fruttificare l'albero della storia, in un unico senso: sono, davvero, tagli provvidenziali per una storia teleologica cristiana, basata su un Gesù figlio di Dio: è chiaro che senza il radicamentio in Dio non esiste storia umana di Gesù e che la sua figura è sbiadita, strana, esangue, insomma risulta un'immagine riflessa.

cit pcerini
CITAZIONE
E' una tesi interessante da discutere questa del presunto silenzio delle fonti sul periodo 32-35.

Il buco storico individuato dal professor Filipponi riguarda la provincia di Siria e la sottoprovincia di Giudea in periodo compreso tra il 32 e il 35 A.D.
Ma c’è un altro buco storico, immediatamente antecedente a questo, e a mio modo di vedere ancora più grave perché ci priva del resoconto storico non solo della Giudea ma anche delle vicende Romane.
Il quindicesimo anno di Tiberio è l’unica data menzionata dai Vangeli, si tratta dell’anno 29 A.D.
Naturale dunque andare a vedere cosa riportano gli storici relativamente a quell’anno e a quelli immediatamente successivi , caratterizzati secondo i Vangeli dalla predicazione del Cristo in Giudea.
Negli Annales, alla fine del libro V, Tacito ci narra degli avvenimenti accaduti sotto il consolato dei due Gemini (A.D. 29). In quest’anno si colloca la morte della madre di Tiberio, Livia che provocò un forte cambiamento nel suo carattere e un incremento di potere da parte di Seiano.
Improvvisamente il testo presenta delle anomalie:

nec ultra deliberatum quo minus non quidem extrema decernerent id enim vetitum, sed paratos ad ultionem vi principis impediri testarentur [lacuna]

L'ultima decisione presa dal senato fu che, se non deliberavano pene estreme, era per il divieto posto dall'imperatore, ma attestavano la loro disponibilità alla vendetta, da cui si sentivano impediti solo dall'autorità vincolante del principe[lacuna]

Dopo questa frase troncata, il testo riprende con :

Quattuor et quadraginta orationes super ea re habitae, ex quis ob metum paucae, plures adsuetudine [lacuna]

Furono pronunciati ben quarantaquattro discorsi sull'argomento, di cui pochi dettati da serie preoccupazioni e i più dall'abitudine all'adulazione[lacuna]

Ancora una lacuna e poi il testo riprende con un discorso diretto:

'mihi pudorem aut Seiano invidiam adlaturum censui'

ho pensato che ciò significasse attirare vergogna su di me e odio addosso a Seiano.”

E come per magia ci ritroviamo in un discorso che si riferisce alle conseguenze del complotto di Seiano, il quale fu giustiziato nell’ottobre del 31 A.D.
La lacuna degli Annales interessa dunque la fine dell’anno 29, tutto l’anno 30, e quasi tutto l’anno 31 A.D.
Inutile dire che si trattava di anni cruciali per la comprensione delle vicende cristiane.
Quello che mi preme sottolineare è che nel Mediceus Prior (datato IX secolo) , conservato alla Biblioteca Laurenziana di Firenze, non risultano anomalie visibili nel testo. La grande lacuna che ha interessato i tre anni suddetti non ha lasciato tracce nel manoscritto archetipo.
Lo scriba ha ricopiato un manoscritto già incompleto e il suo testo è diventato l’archetipo per tutte le altre copie degli Annales in nostro possesso.
Resta da chiedersi se qualche altro storico romano avrebbe potuto darci notizie su questi anni.
In effetti Velleius Paterculus, scrisse in quegli anni una Storia Romana, dedicata al console Vinicius al potere nell’anno 30 A.D.

http://www.archive.org/details/histoireromaine00goog

Riporto di seguito l’introduzione di Jules Pierrot all’Histoire Romaine di Velleius Paterculus, tradotta da Després.

“Il libro di Velleius ci è pervenuto più corrotto di qualsiasi altra opera dell’antichità. Un solo manoscritto della sua Storia Romana si era conservato al convento di Murbach, nell’Alta Alsazia. E’ lì che esso fu scoperto da Beatus Rhenanus. Una prima edizione, fatta secondo questo manoscritto, comparve a Basle nel 1520. Il manoscritto si perse qualche tempo dopo, probabilmente, dice M Schoell, nel trasferimento dalla biblioteca di Murbach al castello di Guebwiler, che i principi-abbati di Murbach costruirono per risiedervi, di modo che non resta più di Velleius che l’edizione originale di Rhenanus, e una collazione del manoscritto, fatta a Basle da Burer, prima che il manoscritto fosse stato inviato a Murbach”

La Storia Romana si arresta, nello stato in cui ci è pervenuta alla morte di Livia nel 29 A.D. ma i critici concordano sul fatto che in particolare la parte finale dell’opera presenti gravi alterazione e risulta visibilmente troncata.
A titolo di esempio riporto la nota nella traduzione di JeanBaptiste Denis Després.

“La fine dell’opera di Velleius è piena di frasi inintellegibili. Il primo testo riporta “deinde, ut Silium Pisonemque tam alterius dignitatem, etc. Vi è senza dubbio una lacuna dopo Pisonemque: ognuno l’ha riempita alla sua maniera”

La dedica al console Vinicius, al potere nel 30 A.D. fa presumere che l’opera di Velleius arrivasse almeno fino a quell’anno.
La lacuna di Tacito si sposa con quella di Velleius, una situazione che non può sorprendere soprattutto dopo aver visto come la censura ha operato riguardo la faccenda di Eleazar
http://cristianesimoprimitivo.forumfree.net/?t=42232860
ma che desta particolare impressione perché interessa anni cruciali della vita del Nazareno.

Sub Tiberio quies è una non verità patente, una quiete artificiale.
 
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a_ntv
view post Posted on 30/9/2009, 20:41     +1   -1




CITAZIONE (Saulnier @ 30/9/2009, 01:24)
Cit prof.Filipponi
CITAZIONE
Per me il buco non è un caso, ma è opera di una sapiente, lenta e progressiva cesura da parte di uomini tesi a cancellare la figura umana del Cristo, la sua vera storia, la sua biografia.
I tagli su questo periodo sono quelli di un potatore esperto, di epoca costantiniana, che vuol fare fruttificare l'albero della storia, in un unico senso: sono, davvero, tagli provvidenziali per una storia teleologica cristiana, basata su un Gesù figlio di Dio: è chiaro che senza il radicamentio in Dio non esiste storia umana di Gesù e che la sua figura è sbiadita, strana, esangue, insomma risulta un'immagine riflessa.

...

Quante supposizioni che nulla hanno di storico ma molto di pre-concetto.
Io rimango sempre dell'idea fino a prova contraria la supposizione più semplice è quella da preferire.

Può essere che un paio di pagine relative agli anni 30 siano state tagliate perché sembravano "strane" ad un monaco, probabilmente non perché descrivessero Gesù come un trentenne provinciale e povero che già influenzava l'altissima politica di Roma Capitale dell'Impero, causando intrighi d'alta corte che coinvolgevano direttamente l'imperatore augusto, ma semplicemente perché Tacito non nominava affatto Gesù (come è probabile). Questa dimenticanza poteva benissimo essere considerata assurda da certi cristiani.
O al limite poteva contenere qualche altro gravissimo errore agli occhi del monaco: magari Tacito citava velocemente un Cristo nato in Galilea e non a Betlemme....non è necessario postulare un Cristo "Cacittiano" per suscitare le ire di un pio monaco.

Comunque porre la presunta manomissione nel IV secolo mi pare ben strano. No solo non c'erano monasteri con biblioteche, ma le biblioteche erano ancora aperte a testi pagani o eretici (pensa alla famosa -e perduta- traduzione in greco del IV secolo dell'eretico Vangelo degli Ebrei)
Inoltre in tale secolo la società era assai letterata e i manoscritti circolanti erano tanti: maggiore è il numero dei manoscritti (e penso che Tacito sia sempre stato un best seller), veramente minore è il caso di alterazioni che non lasciano lezioni diverse in altre tradizioni testuali. Se proprio si vuole parlare di alterazione vincente, è più probabile che essa sia collocata in secoli con scarsa circolazione di codici, come il IX o il X...
Ma esiste uno studio sulla circolazione di Tacito in altre traduzioni antiche? ad esempio slava (dalla biblioteca di Costantinopoli) ?


 
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23 replies since 13/1/2009, 10:46   1644 views
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