Studi sul Cristianesimo Primitivo

Due censimenti per una sola Natività...

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ElijahSix
view post Posted on 27/2/2008, 15:01 by: ElijahSix     +1   -1




Alcune osservazioni:

QUOTE
G. Tranfo e E. Salsi scrivono
Quando Benedetto XVI si è rivolto alla folla di fedeli

Appunto. Lasciamo perdere il Papa se vogliamo parlare del Gesù storico. Chiamarlo in causa non ha molto senso.
Se si vuole trattare il Gesù storico è bene prendere in considerazione in particolar modo gli studiosi più recenti e importanti della "third quest" (e anche quelli andati oltre la "quinta fase" della ricerca sul Gesù storico).
Perché? Beh, in quanto come ci ricorda ad esempio Martin Ebner, nel suo libro "Jesus von Nazaret in seiner Zeit. Sozialgeschichtliche Zugänge", Stuttgart 2003:

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"Im Rahmen des 'Third Quest' nach dem historischen Jesus zu fragen, hat nichts mit Glaubensbegründung zu tun und will auch keine Grundlagensammlung für eine christliche Theologie liefern.* Erklärtes Ziel ist vielmehr, die Gestalt Jesu im Horizont seiner eigenen Zeit verständlich zu machen, unabhängig davon, ob und wie seine Impulse aufgenommen worden sind oder nicht. Insofern ist historische Jesusforschung ein Test für die Glaubwürdigkeit der Theologie im Rahmen der empirischen Wissenschaften." (S. 19-20)

* Bezeichnend ist das Statement im Jesusbuch von E. Sanders, Figure 2: "... and here I wish only to explain that this book is not a theology."
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Tradotto velocemente-liberamente da me:

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"Nell'ambito della "third quest" porsi delle domande sul Gesù storico non ha nulla a che fare con delle spiegazioni di fede e non vuole nemmeno fornire una raccolta base per una teologia cristiana.* L'obiettivo dichiarato è piuttosto chiarire (o far capire) la figura di Gesù nell'orizzonte del periodo in cui visse, al di là del se e del come i suoi impulsi siano stati acquisiti o meno. In tal senso la ricerca sul Gesù storico è un esame per la credibilità (o attendibilità) della teologia nell'ambito delle scienze empiriche." (p. 19-20)

* Caratteristica è l'affermazione nel libro su Gesù di E. Sanders, figura 2: "... e qui desidero solo chiarire (o spiegare) che questo libro non è teologia."
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Quindi, se si vuole parlare sul Gesù storico, al posto di citare il Papa, sarebbe molto più sensato citare studiosi come ad esempio Ed P. Sanders, Gerd Theissen, Raymond Edward Brown, John Paul Meier, Geza Vermes, Jürgen Becker, Joachim Gnilka, John Dominic Crossan, Sean Freyne, Martin Ebner, ecc. (ci sono parecchi studiosi anglosassoni che però non conosco molto, come anche studiosi ebrei, e altri ancora).
La lista è a caso - non segue alcun criterio -, ma non è un mistero che non ci sia una visione unanime sul Gesù storico. Eppure, se si vuole scrivere su di esso, o parlare, è bene informarsi un po' su come si sono evolute le cose, e non fermarsi solo alle letture di studiosi passati e magari sotto diversi aspetti sorpassati.

Piuttosto ridicolo trovo chi come Luigi Cascioli o David Donnini vuole parlare del Gesù storico, o negarlo, senza prendere in considerazione - o quasi - gli studiosi della "third quest" (e chi è andato oltre), che applicano il metodo critico-storico alla Bibbia e che non stanno di certo a farsi problemi a mettere da parte l'inerranza biblica, i dogmi, e altre cose simili.
Come trovo ridicolo chi scrive libri solo per andare contro la Chiesa e trovare sempre un motivo per parlare male di essa. O chi si informa sulla ricerca del Gesù storico solo per trovare tesi da portare contro i fedeli, affermando che sono dei poveri illusi, e altre cose varie.
Ma dov'è il buon senso, il rispetto reciproco, la tolleranza per la diversità, ecc.? (Sono gli altri che dovono in primo luogo mostrare queste cose? In un mondo di adulti il primo passo è bene se lo faccio io).

QUOTE
G. Tranfo e E. Salsi scrivono
Fin dall’inizio il compito dei cristiani più dotti (ai quali fu riferito il titolo di “apologisti” e/o “Padri della Chiesa”) fu quello di correggere le contraddizioni e le incoerenze delle narrazioni neotestamentarie spesso frutto della fallace redazione da parte di uomini, ignoranti di storia e reciprocamente scoordinati.

Parlare di storia o pensare che gli evangelisti erano storici - nel senso moderno del termine -, significa non aver compreso molto della Bibbia (N.B.: la posizione del Papa viene criticata o presa poco in considerazione a livello accademico, per ovvi motivi).
Come anche chi afferma che non possono esserci contraddizioni tra i vari racconti, e che sia tutto da buttare alle ortiche in caso di contraddizioni. Così facendo infatti non resterebbe molto nei libri di storia (anche al di là del Cristianesimo), se gli studiosi reputassero a-storici degli avvenimenti tutte le volte che incontrerebbero delle contraddizioni (visto che è abbastanza usuale trovare contraddizioni in fonti differenti, che riportano gli stessi eventi).

Ma come ricorda lo studioso ateo Jeffery Lowder:

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"Historians do not throw out entire groups of documents simply because the documents contradict one another about the incidental details. Instead, historians try to determine the best historical explanation for those disagreements, in an attempt to identify the core historical facts".
(Da qua)
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Traduzione veloce:

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"Gli storici non buttano via interi gruppi di documenti solo perché questi documenti si contraddicono tra di loro per quanto riguarda i dettagli marginali. Al posto di fare questo, gli storici cercano di determinare la migliore spiegazione storica per queste discordanze, con il tentativo di identificare il nucleo dei fatti storici."
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QUOTE
G. Tranfo e E. Salsi scrivono
Gli evangelisti equivocano spesso sul nome di “Erode”.

Cosa intendi con "spesso"?
Non è un mistero che Marco ad esempio abbia fatto confusione, ma in realtà si rischia di fare confusione sugli Erodiani anche al giorno d'oggi. Errare è umano (perdonare è divino).

QUOTE
G. Tranfo e E. Salsi scrivono
Nel Vangelo di Luca leggiamo “Al tempo di Erode, re della Giudea” anche noi, per capire a quale “Erode” abbia inteso riferirsi l’evangelista, abbiamo un dato preciso: il censimento di Quirino cui si richiama Luca, che la storia attesta inequivocabilmente “avvenuto il 37° anno dalla disfatta di Azio (31 a.C.), inflitta da Cesare ad Antonio”, cioè il 6 d.C. (Antichità Giudaiche XVIII, 2).

La realtà è un po' differente: non si sa a che data alludesse Luca quando parla del presunto censimento di Quirinio (e non Quirino). Non ci sono date. Luca parla solo del censimento, che noi attraverso informazioni extra-bibliche datiamo al 6 d.C. Ma da qui, arrivare a dire che anche Luca intendesse il 6 d.C., significa fare il passo più lungo della gamba. La verità è che non si sa a che data pensasse Luca quando parla del censimento, e anzi, osservando l'opera di Luca nel suo insieme, cioè quindi guardando le informazioni cronologiche aggiuntive che ci dà egli in Luca 3:1.23; ecc., diventa piuttosto chiaro che quando Luca parla di Erode in Luca 1:5, intende Erode il Grande, e non suo figlio Archelao.

Detto in altro modo:
Tu non sei in grado di dimostrare che Luca intedesse con il censimento di Quirinio il 6 d.C. (perché non ci sta scritta la data a cui pensava Luca, ma solo l'avvenimento. Quando esso è accaduto non è riportato, o meglio quando Luca pensa che sia accaduto).
Rifacendosi invece a Luca 3:1.23 si può comprendere grazie agli indizi dati da Luca (date, anni, ecc.), che Luca in Luca 1:5 intendesse Erode il Grande, e non Archelao, questo nonostante il censimento di Quirinio sia avvenuto solo nel 6 d.C. (conclusione: Luca deve essersi sbagliato per quanto riguarda il censimento, quando l'ha preso in considerazione, oppure...).

QUOTE
G. Tranfo e E. Salsi scrivono
Tutte le diversità riscontrate, e siamo solo alla “nascita”, dimostrano semplicemente che i Vangeli altro non sono che una “creazione letteraria” alla quale da due millenni viene impropriamente riconosciuta (per fini ben diversi da quelli apparenti…) un’impropria “patente di storicità”.

Ma quanto bene conoscete la ricerca sul Gesù storico?
(L'affermazione sopra me la riesco a spiegare solo come frutto di ignoranza - senza offesa, per carità).

Se sbaglio, dimmelo. Se il mio intuito mi ha ingannato, fammi sapere.

Spero solo che tu non ti arrabbi o ti senta offeso. Anche perché se qualcuno dovrebbe sentirsi offeso, questi sono gli studiosi (quelli seri) quando sentono certe sentenze inconfutabili campate in aria sparate da qualcuno (penso in particolar modo a Cascioli), quando:

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"Wissenschaft sagt nicht: 'So war es', sondern: 'So könnte es aufgrund der Quellen gewesen sein.'
[...]
Wissenschaft sagt nie: 'So ist es', sondern nur: 'So stellt es sich uns auf dem Stand der Forschung dar'. Und das heisst im Klartext: 'auf dem Stand unseres derzeitigen Wissens und Irrens.'
[...]
Wissenschaft sagt nicht: 'Das ist unser Ergebnis', sondern: 'Das ist unser Ergebnis aufgrud bestimmter Methoden.' Der Weg, auf dem sie zu ihrem Ziel gelangt, ist ihr genauso wichtig wie das Ziel - oft sogar noch wichtiger."
(G. Theissen und A. Merz, "Der historische Jesus", 3. Auflage, 2001 Göttingen, S. 5)
****

Tradotto:

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La scienza non dice: "Così è stato", bensì: "Così potrebbero essere state le cose in base alle fonti."
[...]
La scienza non dice mai: "Così stanno le cose", bensì solo: "Così ci appaiono le cose dalla posizione della ricerca". E questo significa in parole semplici: "dalla posizione delle nostre odierne conoscenze e misconoscenze".
[...]
La scienza non dice: "Questo è il nostro risultato", bensì: "Questo è il nostro risultato in base a dei ben determinati metodi". La via, sulla quale essa raggiunge il suo obiettivo (o la sua meta), è per lei così tanto importante quanto l'obiettivo (o la meta) - sovente persino ancora più importante.
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Quindi, giusto per chiarire le cose, quando dico che Luca in Luca 1:5 si riferisce ad Erode il Grande, non è di certo un'affermazione inconfutabile, bensì solo la spiegazione più plausibile, verosimile e semplice da dare in base alle fonti che abbiamo, e seguendo il metodo critico-storico.

Non per nulla, giusto per fare un esempio, abbiamo sia studiosi cattolici (liberali) come John Paul Meier a sostenere una tesi simile (che in Luca 1:5 si parla di Erode il Grande), come anche studiosi protestanti (liberali) come Gerd Theissen e Annette Merz.
Non sono a conoscenza se e quanti studiosi reputino l'Erode in Luca 1:5 Archelao. Che io sappia nessuno. Dovrei però andare a fare una ricerca, per avere maggiori informazioni, ma in questo periodo non ho tempo.

Pace e bene.
 
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47 replies since 9/2/2008, 13:01   2283 views
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