Studi sul Cristianesimo Primitivo

Le conseguenze della maldestra collocazione degli eventi attestati nel Testimonium

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G. Tranfo
view post Posted on 30/12/2007, 12:08 by: G. Tranfo     +1   -1




Accidenti che bella discussione che sta uscendo fuori... era proprio quello che speravo!
Anche se considero di estremo interesse quanto detto in merito al confronto tra fonti sulle esplusioni dei giudei da Roma e sulla morte di Erode (e ci ritornerò con calma per riflettere e consultare tutto ciò che ho a mia disposizione), mi permetto di ritornare solo per un momento sul Testimonium per evidenziare un aspetto:
CITAZIONE
per denunzia degli uomini notabili fra noi...

Tagliando... tagliando, questa frase resta sempre in quanto probabilmente ritenuta autentica, eppure, secondo me, non solo non lo è affatto, ma è addirittura illuminante sulla portata delle falsificazioni operate sull'intero corpus degli scritti (successivamente assemblati, come fa notare giustamente Gianluigi) delle Antichità Giudaiche.

Mi spiego meglio: perchè Giuseppe ricorre a questo curioso giro di parole per indicare il Sinedrio? Chi sono gli "uomini notabili tra noi" se non i componenti del Sinedrio?

Estendendo l'angolo di ripresa e andiando a verificare il resto dell'opera si fa una scoperta strordinaria (per la quale, in tutta onestà, devo ringraziare uno studioso toscano che me l'ha segnalata al quale le mie ricostruzioni storiche devono molto). Con la solita premessa del "copyright", quindi, mi permetto di riportare quello che ho scritto nel mio libro:
CITAZIONE
"... dal 15 al 18 d.c., vengono nominati ben quattro Sommi Sacerdoti l’ultimo dei quali è Caifa che resterà in carica fino al 36 d.c. e che nei Vangeli appare nei panni dell’accusatore di Gesù.
Se l’iniziale avvicendamento di ben quattro sacerdoti voluto da Valerio Grato, in un periodo così limitato appare serrato se non frenetico, la permanenza in carica dell’ultimo di essi per ben 18 anni è istituzionalmente poco credibile in quanto di regola un simile incarico non durava mai per più di qualche anno.
Se poi volessimo indagare i motivi per i quali il suddetto personaggio fu onorato da cotanta fiducia da meritare l’ibernazione in un ruolo di tale prestigio per un tempo così lungo, non riusciremmo a trovare nei resoconti di Giuseppe, alcuna nota di merito.
Nessun cenno, nessun commento né su Caifa né sull’amministrazione del suo ufficio e, più in generale, sull’intera storia della più importante istituzione giudiziaria e amministrativa del mondo ebraico.
Nei racconti di F. Giuseppe, o sarebbe meglio dire in quello che degli stessi resta, per 66 anni (dal 4 a.c. al 62 d.c.) il Sinedrio di Gerusalemme è un teatro popolato da mimi silenti che si avvicendano senza lasciare la traccia di una decisione, la riga di un verbale.
Un lungo periodo di silenzio assoluto sulla vita, le attività di primo piano, i processi, le deliberazioni del principale organo giurisdizionale ebraico (cosa che non accade per il periodo precedente e per quello successivo ai riferiti anni).
Conosciamo i nomi e la cronologia degli incarichi dei Sommi Sacerdoti, sappiamo quanto peso tale organo avesse avuto in tema di fede e di fatti ad essa connessi, ci rendiamo conto che un’infinità di eventi narrati con grande precisione dallo storico dovettero per forza passare dai banchi del Sinedrio, ma con sorpresa, dalla presunta nascita di Cristo fino alla lapidazione di Giacomo, lo troviamo silente sul palcoscenico della storia di Gerusalemme!
Settantuno rappresentanti dell’ordine sacerdotale rimasti a girarsi i pollici per settant’anni mentre incalzavano gli eventi, esplodevano le ribellioni nascevano e morivano i “Kristos” e con essi le tensioni e i sogni di un popolo convinto di essere il prediletto da Dio.
Il Sinedrio appare invece ben vivo e attivo nelle narrazioni dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli, dove assume un ruolo da protagonista in vicende di primaria importanza!
Peccato perché avremmo voluto porre a raffronto molti episodi narrati dagli Evangelisti con la versione degli stessi risultante dalle deliberazioni del Sinedrio, sulle quali ci saremmo aspettati dettagliati resoconti di Flavio Giuseppe.
....omississ...
Avremmo voluto fare questo, se non altro per meglio comprendere aspetti oscuri di vicende e decisioni che secondo il Nuovo Testamento dipesero dal Sinedrio … ma non possiamo farlo e, allo stato dei fatti, non ci resta che fidarci della “parola di Dio” perché F. Giuseppe, a causa di un imperdonabile e inspiegabile errore di distrazione, ha dimenticato per decine di pagine di riferire le vicende del Sinedrio… oppure perché un’oscura regia successiva ha preferito che a parlarcene fosse una “sola campana”…
Chi avrebbe avuto interesse a censurare la presenza del Sinedrio dalle pagine di Giuseppe?
La risposta è semplice: coloro che non avrebbero saputo come giustificare l’assenza di qualsiasi pronuncia su un fatto che non avvenne o meglio… che avvenne sulla base di motivazioni ideologiche ben diverse, per le quali l’unica autorità legittimata a pronunciarsi fu quella romana.
A chi, se non alla Chiesa, tornò utile fare sparire il Sinedrio dagli scritti di Giuseppe per farlo apparire soltanto nei sacri testi a recitare incontrastato un ruolo non credibile in una storia inverosimile?
A chi, se non alla Chiesa, avrebbe recato imbarazzo la presenza negli scritti di Giuseppe di un Sinedrio “in tutt’altre faccende affaccendato” mentre secondo i Vangeli nello stesso momento avrebbe dovuto essere impegnato ad istruire (di notte e durante la pasqua) un assurdo processo contro il “Figlio Unigenito di Dio”, nonostante gli straordinari e prodigiosi segni della sua divinità?
Se il Sinedrio del Nuovo Testamento non avesse avuto nulla da temere dal confronto con quello di Antichità Giudaiche, le “pie forbici” non avrebbero infierito sugli scritti dello storico ebreo che, anzi, si sarebbero trasformati in “cartina tornasole” dei sacri testi.
Invece il Sinedrio fu fatto sparire e si fece addirittura in modo che nelle narrazioni di Giuseppe relative a quegli anni non fosse mai nominato, nemmeno quando sarebbe stato indispensabile farlo!
A titolo di esempio si consideri il più volte citato “Testimonium” dove, per evitare di nominare il Sinedrio, si ricorre ad un oscuro giro di parole: “Quando Pilato udì che dai principali nostri uomini era accusato” (37)?
Il silenzio di Giuseppe è ancora più inverosimile se pensiamo che lo stesso ebbe accesso agli archivi pubblici, tanto è vero che vi trovò registrata la genealogia della sua famiglia (38), nonché a libri sacri e documenti che, per “graziosa concessione di Tito”, gli fu dato raccogliere dopo la grande distruzione del 70 d.c. (39).
Sappiamo, dal Contro Apione (40), che l’insigne collegio ha sempre redatto “Annali degni di fede, per trasmettere il ricordo degli eventi pubblici” e che tale uso continuò ad essere ininterrottamente osservato fino agli anni in cui visse Flavio Giuseppe (41).
Dove sono finite le tracce di tali Annali a proposito dei quali lo storico ebreo affermò che le sue Antichità Giudaiche “ne sono un estratto fedele” (42)?
Non sono forse questi indizi così evidenti da smascherare i falsari e palesarne gli intenti?

Chiusa la parentesi dell'autocitazione (aperta non per megalomania ma per non scrivere nuovamente e con parole diverse ciò che altrove avevo già scritto), vi esorto a smentirmi (magari grazie alla vostra conoscenza della lingua greca e alle versioni in vostro possesso). Nella versione in italiano in mio possesso non c'è nulla che, per gli anni in questione, somigli alla parola "sinedrio" o che in qualche modo ne richiami l'attività.
Spero di aver lanciato un bel "sassolino" nello stagno... e passo oltre.
CITAZIONE
Ma per Giuseppe l'epoca di Cristo non esiste, è una espressione priva di significato, al massimo si può dire l'epoca di Pilato oppure quella di Tiberio. Sta raccontando infatti accadimenti di quel periodo, che ricopre vari anni.

Giustissimo, ma io dicendo "all'epoca di Cristo" intendevo "a quella che- a posteriori- secondo la storiografia cristiana fu l'epoca di Cristo"
CITAZIONE
Ebbene, in Ant. 18.89, senza alcun preavviso, senza nessuna altra precisazione, Giuseppe attacca a dire: "Ora Tiberio inviò una lettera a Vitellio..." Tiberio? Ma non era morto prima che Pilato mettesse piede a Roma? E a quando risale questo fatto? Mesi prima, un anno, non si sa niente. La cosa diventa poi tragicomica poco dopo con tutte le vicende della guerra di Antipa con Areta e il continuo ritorno indietro nel tempo di cui ho parlato altrove non ricordo più se con te o con Tigerman.

Forse sto per dire una banalità: oggi abbiamo le email, la posta prioritaria, gli espressi, il telefono, la radio ecc.
Proviamo ad immaginare un tempo nel quale le notizie per andare e tornare richiedevano talvolta giorni (come minimo) e spesso settimane o mesi: non possiamo spiegare tali apparenti contraddizioni con i ritmi estremamente rallentati (rispetto alla nostra epoca) negli sviluppi dei fatti, nella loro conoscenza e nelle reazioni ad essi?
CITAZIONE
Gnilka è professore di esegesi neotestamentaria ed ermeneutica biblica all'Università di Monaco di Baviera, non è un pinco pallino qualunque (come me, per intenderci).

Caro Gianluigi, se tu sei "un pinco pallino qualunque" io sono un "ponco pallocchio". Avessi io le tue capacità di approfondimento... (e soprattutto la conoscenza della lingua greca che avete tu e Frances).
CITAZIONE
Scusa se faccio un po' il bastian contrario, però hai chiesto tu un po' di opposizione, se così si può dire, del resto sta per uscire il tuo libro, se qualche professore o specialista di storia del cristianesimo dovesse avanzare delle obiezioni, queste sarebbero le minime che potrebbero esserti mosse. E noi vogliamo che tu sia preparato fin nei minimi dettagli.

Di questo non posso che ringraziarti: ottima palestra, spero in un massacro anche di questa mia (con particolare riguardo alla latitanza del sinedrio).

Passo ad alcune osservazioni di Frances:
CITAZIONE
Io credo che Giuseppe abbia effettivamente parlato di Gesù in termini piuttosto concisi, nella modalità "reportage", come quando si limita a registrare la morte dei due figli di Giuda il Galilelo, senza commenti benevoli o malevoli. De Testimonium emendato proposto da Meier:

Frances, sei sicura che in origine Giuseppe abbia registrato la morte dei figli di Giuda il Galileo senza "commenti benevoli o malevoli"?
Premessa: sono certo che tu abbia già capito che secondo me Simone e Giacomo crocifissi da Tiberio Alessandro sono gli stessi Simone e Giacomo degli Atti uccisi di spada per volontà di Agrippa (nonostante lo scarto di due anni).
Posso anche sbagliare ma sinceramente non penso che Giuseppe non abbia lanciato i suoi strali contro i figli di colui che considera come una specie di nemico pubblico...
CITAZIONE
E' invece vero (ma nessuno ne parla) che durante il medioevo, i cronisti dell'epoca riferiscono di copie di Antichità Giudaiche e di Guerra Giudaica in cui non c'è nessun riferimento su Gesù.

Frances, c'è un'altra cosa della quale nessuno parla: sappiamo che Origene, oltre ad ignorare l'esistenza del Testimonium, affermava che Giuseppe non credeva alla qualità messianica di Cristo. Questo vuol dire che Origene era a conoscenza di uno o più passi di Giuseppe (che noi non conosciamo) nei quali tale qualità era esplicitamente confutata! Per me questa considerazione è ancora più importante della "non conoscenza" del Testimonium.
Un'altra ipotesi è che conoscesse proprio il Testimonium ma in una versione così diversa dalle varie che noi conosciamo (ritrovate o presunte) da esprimere concetti antitetici a quelli in esse riportati.
Praticamente potrebbe aver parlato di Gesù Cristo (o di colui che noi così chiamiamo) usando gli stessi toni ai quali ricorre parlando di "truffatori" che seducono il popolo nei panni di sedicenti messia.
Se è così ci sto pure io a dire che la base del Testimonium è vera: magari soltanto nelle parole "ci fu in quel tempo un uomo... attirò molti giudei... Pilato lo punì di croce" e tutto il resto lo possiamo solo immaginare ispirandoci, ad esempio, a quanto detto a proposito dell'egiziano...
CITAZIONE
Ovviamente, con queste osservazioni si deve presupporre che la narrazione verta più sul regno di Tiberio nell'ambito degli affari in cui vennero coinvolti giudei, piuttosto che su Pilato e le sue malefatte.

Bè... dovrei cimentarmi nuovamente in una full immersion e rileggere gran parte dell'opera per verificare quello che sto per dire: credo che l'esposizione di Giuseppe segua grosso modo i periodi di incarico di prefetti e procuratori come fossero unità temporali definite. Non mi sembra che si riferisca agli anni di regno dei singoli imperatori (però, ripeto, posso sbagliare).
CITAZIONE
L'analisi del lessico dei passi riferiti a Gesù, Giovanni Battista e Giacomo fa parte della ricerca che sto conducendo. Però vorrei accertarmi fin nei minimi dettagli e compilare un documento formale che poi potrete leggere e scaricare dal mio sito.

A quando Frances? Sono sicuro che sarà preziosissimo per noi tutti.
Passo ad una citazione di Tacito da parte di Gianluigi :
CITAZIONE
"La storia, invece, di Tiberio, di Gaio, di Claudio e di Nerone fu falsificata per paura, finchè essi furono in auge, mentre, dopo la loro fine, fu composta sotto l'influenza di ancor freschi motivi di risentimento. Perciò mi sono proposto di narrare in sintesi solo gli ultimi momenti della vita di Augusto, per trattare poi il principato di Tiberio e le vicende successive con assoluta imparzialità, senza avversione nè simpatia, sentimenti per cui non nutro nel mio animo alcun motivo"

Gianluigi, puoi darmi i riferimenti? E' un'affermazione di importanza estrema!!!!
Non l'avevo mai notata (è nella Historiae o in Annales?).
E' incredibile: più leggi e spulci più trovi cose che non avevi mai visto!
CITAZIONE
Forse non considerava l'opera di Giuseppe degna di valore rispetto alle fonti romane? Però nelle Historiae mi sembra che ne tenga conto, quando parla della guerra giudaica. O forse perchè quando furono composti gli Annales l'espulsione dei giudei si trovava al posto giusto e non c'era alcuna anomalia da segnalare?

Avete fatto caso che non parla mai nemmeno del trattato di pace dell'anno 37 (mi sembra) tra Vitellio e Artebano sul fiume Eufrate?
Accidenti: era una trattato di pace tra due "superpotenze", com'è possibile che Tacito non ne faccia alcun riferimento (forse non l'ho trovato io)?
CITAZIONE
Giorgio Faro sosteneva sulla base di suoi calcoli che Erode, in realtà, sarebbe morto nell 1 a.C. e dal 4 all'1 a.C. ci sarebbe stata un coreggenza che avrebbe generato errori come questi.

W il monaco Dionigi originaro della Scizia... con l'anno di nascita di Cristo aveva quasi indovinato!!!! (scherzo).

Mi sono dilungato ma dovevo dire tantissime cose (spero possiate perdonarmi...).

Un caro saluto.

Giancarlo


 
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