Studi sul Cristianesimo Primitivo

Le conseguenze della maldestra collocazione degli eventi attestati nel Testimonium

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Hard-Rain
view post Posted on 28/12/2007, 00:58 by: Hard-Rain     +1   -1




CITAZIONE
a quale versione del Testimonium ti riferisci?

Ovviamente ritengo anche io che il testimonium sia stato pesantemente interpolato. Anche la versione araba, quella di Agapio di Ierapoli, non è pienamente convincente. Nel suo libro "Un ebreo marginale", J.P. Meier, nel volume 1, dedica le pp. 57-85 alla sola analisi del testimonium flavianum, egli individua tre frasi chiaramente interpolate e perfettamente parentetiche, che sono: i) "se pure bisogna chiamarlo un uomo"; ii) "Egli era il Cristo" (ovviamente...); iii) "Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunciato i divini profeti queste e migliaia di altre meraviglie riguardo a lui". Io concordo sostanzialmente con l'analisi di Meier, anche se sono possibilista sul "se pure bisogna chiamarlo un uomo", tenuto conto che Giuseppe scrive verso il 93 d.C., a quel tempo, contrariamente a Guerra Giudaica, non poteva non sapere che circolavano testi cristiani e che la cristianità si stava diffondendo ovunque a macchia d'olio. Meier non è uno qualunque, è uno dei più autorevoli biblisti americani dell'ultima generazione, sebbene sia di area cattolica è un personaggio "sveglio" e molto preparato.

Depurato delle evidenti interpolazioni, secondo Meier il Testimonium si riduce a:

CITAZIONE
Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a se molti Giudei e anche molti dei Greci. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani.

Un passaggio in cui si parla in termini sostanzialmente positivi di un santone del tempo, Giuseppe si meraviglia quasi che dopo decine di anni qualcuno lo ami ancora, Pilato lo condannò a morte ma si trattò evidentemente di un errore. L'orribilità se così si può dire è legata soprattutto alla messa a morte di un uomo che Giuseppe vede in termini positivi e probabilmente pensava che non dovesse fare una fine simile. Il tono del passaggio non è dissimile da quello sul Battista, anche lì Giuseppe usa eufemismi come "Erode aveva ucciso quest'uomo buono" oppure "fu messo a morte", senza neppure menzionare il tipo di pena che gli fu inflitta. Eppure, stando ai sinottici, gli tagliarono la testa, una pena forse meno orribile della crocifissione per la mentalità dell'epoca, ma certamente cruenta e sanguinaria.

CITAZIONE
considerare il fatto dei sacerdoti di Iside come avvenuto "all'epoca" della vicenda di Cristo mi sembra un tantino sballato

Ma per Giuseppe l'epoca di Cristo non esiste, è una espressione priva di significato, al massimo si può dire l'epoca di Pilato oppure quella di Tiberio. Sta raccontando infatti accadimenti di quel periodo, che ricopre vari anni.

CITAZIONE
Si, certo... Antichità non è un giornale di bordo. Spesso Giuseppe mentre racconta un fatto apre una parentesi, ricorda un antefatto, la richiude e continua, ma in questo caso il periodo di riferimento è la prefettura di Pilato e non è proprio ammissibile dire che un fatto è avvenuto "alla stessa epoca" di un altro quando invece è addirittura ascrivibile agli anni della prefettura di Valerio Grato (sette anni prima dell'inizio dell'incarico a Pilato)!

Sono perfettamente d'accordo che l'episodio sia accaduto nell'ambito del mandato di Pilato, non sto affatto negando questo.
Ma come si distinguono allora i "periodi"? Sulla base dei capitoli delle edizioni stampate moderne? Sai bene come venivano trasmessi i manoscritti nel II secolo. La tecnica di Giuseppe Flavio mi sembra evidente. Seguitiamo allora a leggere cosa succede dopo la destituzione di Pilato. Giuseppe ci informa che quando il prefetto arrivò a Roma, trovò Tiberio già morto (Ant. 18.89). Giuseppe dice: "Prima che [Pilato] giungesse a Roma, Tiberio se n'era andato [nel senso che era morto]". Bene, subito dopo inizia a raccontare di Vitellio che si trova a Gerusalemme per la consegna delle vesti sacerdotali. Saremo dopo la destituzione di Pilato? Probabilmente sì, mi viene da dire. Ebbene, in Ant. 18.89, senza alcun preavviso, senza nessuna altra precisazione, Giuseppe attacca a dire: "Ora Tiberio inviò una lettera a Vitellio..." Tiberio? Ma non era morto prima che Pilato mettesse piede a Roma? E a quando risale questo fatto? Mesi prima, un anno, non si sa niente. La cosa diventa poi tragicomica poco dopo con tutte le vicende della guerra di Antipa con Areta e il continuo ritorno indietro nel tempo di cui ho parlato altrove non ricordo più se con te o con Tigerman.

CITAZIONE
Bè... allora è inutile che ci sforziamo di datare gli avvenimenti. Ma come è possibile sostenere una tesi del genere? Su quali basi?

Avevo redatto il seguente articolo su Giovanni Battista, di queste cose si era già discusso anche qui nel forum. Lo sottopongo nuovamente alla tua e di altri attenzione:

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Mort...%20Battista.pdf

Paradossalmente è proprio Giuseppe Flavio che può permettere a Joachim Gnilka di fare quell'affermazione che può essere contestata ma che può anche essere accettata, perchè se Gnilka avesse dato credito alla versione sinottica dell'assassinio di Giovanni, allora sarebbe stato impossibile fare la sua affermazione (almeno secondo me). Nota, comunque, che Gnilka è professore di esegesi neotestamentaria ed ermeneutica biblica all'Università di Monaco di Baviera, non è un pinco pallino qualunque (come me, per intenderci).

In generale, sulle effettive capacità di cronista di Giuseppe Flavio, si può citare sempre J.P. Meier, che scrive:

CITAZIONE
"Deliberatamente non ho speso tempo sull'obiezione secondo la quale il testimonium interrompe il filo della narrazione mel libro 18: se qualcuno è interessato a questa linea di argomentazione, può vedere H. THACKERAY, Josephus and Christanity, cit., 140-141 (dove, a mio parere, dipende eccessivamente da Eisler). Probabilmente, la migliore intuizione nell'intera spiegazione di Thackeray è la semplice osservazione che "Flavio Giuseppe fu uno scrittore che cuciva insieme pezzi diversi" (p. 141). S. COHEN è più rude: "Abbiamo messo in evidenza un altro aspetto dell'opera di Flavio Giuseppe: la sua inverterata capacità di riciclare. Testi adatti a revisione tendenziosa come pure passi che contradicono le sue ragioni sono talvolta lasciati intatti. La narrazione è frequentemente confusa, oscura e contraddittoria (Josephus in Galilee and Rome, cit., 233)". Nel caso presente, ci si chiede se per Flavio Giuseppe sia necessaria l'esistenza di un collegamento maggiore del fatto che il racconto su Gesù (crocifisso da Pilato) sia preceduto da una storia su Pilato in cui molti giudei sono uccisi ed è seguito da una storia in cui degli imbroglioni sono puniti con la crocifissione. Di conseguenza ritengo che il prolisso tentativo di E. BAMMEL, Zum Testimonium Flavianum, cit., 15-16, per spiegare le connessioni con ciò che precede e segue il testimonium sia fuori luogo. Per una dettagliata confutazione dell'affermazione di Norden che il testimonium apparentemente interrompa lo sviluppo narrativo e l'unità tematica del contesto più ampio, cfr. C. MARTIN, Le Testimonium Flavianum, cit., 422-431".

CITAZIONE
Gianluigi, non prendermi per maleducato ma purtroppo dopo l'invio di questa mia, spegnerò il computer e lo riaccenderò domenica: devo partire per Firenze e, a meno che non trovo il momento di andare in un internet point, non riuscirò a leggere la tua (o di altri) eventuale replica prima del mio rientro.

Giancarlo, ormai ti conosco abbastanza per sapere che non sei certo maleducato. Ti aspetto, quando puoi noi siamo sempre qui. Scusa se faccio un po' il bastian contrario, però hai chiesto tu un po' di opposizione, se così si può dire, del resto sta per uscire il tuo libro, se qualche professore o specialista di storia del cristianesimo dovesse avanzare delle obiezioni, queste sarebbero le minime che potrebbero esserti mosse. E noi vogliamo che tu sia preparato fin nei minimi dettagli.

Ciao e a presto.
 
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57 replies since 27/12/2007, 13:41   1577 views
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