Studi sul Cristianesimo Primitivo

Gesù era razzista?

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Ahimsa_72
view post Posted on 16/10/2007, 08:42     +1   -1




Me lo fece notare un leghista su un forum. Spiegava infatti che il razzismo della lega ha fondamento evangelico.
Nel passo di Matteo 15,24 della donna cananea infatti Gesù rimarca le sue intenzioni, alla richiesta di esorcismo della donna lui infatti risponde di non essere mandato che per le pecorelle perdute di Israele.
A parte che è chiaro qui che non intende dare il via ad una chiesa ma riavvicinare alla dottrina più pura i soli ebrei, ma poi si rivolge alla donna in maniera del tutto sgarbata.
Alle sue insistenze dice infatti “non è bene che il pane dei figli sia dato ai cani”, ma la donna riesce a stupirlo con effetti speciali e dice di essere un cane e come i cani si accontenta delle briciole. Al che Gesù è molto colpito dalla “fede” della donna e le accorda il miracolo. La struttura retorica ci suggerisce anche un’altra cosa, che questo paso è legato sia ai precedenti, nel quale il camminare sull’acqua di Pietro è legato alla sua fede che quando vacilla lo fa affondare e al “lievito ” dei farisei.
Questi infatti chiedono un segno, lo mettono alla prova, ma lui li giudica perversi e di poca fede e nega il segno. La donna canaena, la sua fede, umilia i farisei, Gesù infatti pur non essendo venuto per far miracoli a una qualsiasi lavavetri extracomunitaria ma ai soli figli di Israele punisce e umilia i farisei, figli questi si di Israele, ma perfino un cane gli viene preferito, perfino un cane è più degno dei suoi miracoli, le briciole, che un fariseo senza fede tronfio solo della sua vanità,- il lievito -, e la propria megalomania al quale vengono negate persino le briciole.
È sempre in questa ottica che si contrappone la poca fede all’effettuare il miracolo, alla grande fede di coloro ai quali il miracolo viene accordato.
Inoltre risalta il suo ripudio di Pietro, il rimarcare che è uomo di poca fede, che gli è di scandalo. Eppure proprio qui tra il dirlo uomo di poca fede e l’attestazione che gli è di scandalo si inserisce il volerlo mettere a capo di una chiesa che non si capisce perché avrebbe voluto formare se ancora poco dopo asserisce come imminente il regno di dio (vi è tra voi che non morrà prima che arrivi il Figlio dell‘uomo col suo Regno) -Lo spiega molto bene Hans Kung -
Regno dal quale sia ben chiaro ogni non ebreo si doveva riconoscere come cane sottomesso, come la cananea che chiede le briciole, le genti sarebbero state sottomesse, non convertite ad Israele e i suoi figli.

Edited by Ahimsa_72 - 16/10/2007, 12:08
 
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Hard-Rain
view post Posted on 16/10/2007, 10:55     +1   -1




Il discorso coinvolge la religione ebraica, Gesù era ebreo. Voi sapete bene cosa sostiene la religione ebraica, no? Il popolo eletto da Dio è quello di Israele. Tutto rientra in questa logica.
 
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Ahimsa_72
view post Posted on 16/10/2007, 11:06     +1   -1




un ebreo che in modo particolare rimproverava certi ebrei, certi farisei per un motivo ben preciso.
i non ebrei non erano molto graditi, ma c'era qualcosa che disprezzava ancora di più. il lievito dei farisei.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 16/10/2007, 12:19     +1   -1




Gesù compiva miracoli in base alla fede delle persone. Anche a Nazareth, che era la sua patria, non riuscì a compire alcun miracolo perchè la gente non credeva in lui. Vi sono vari miracoli anche nel caso degli ebrei, non capisco la polemica. Il più grande miracolo, la risurrezione di Lazzaro, è per un ebreo. Che nel giudaismo ci fossero polemiche e lotte interne non è certo colpa di Gesù. A Qumran avevano ben altre idee rispetto Gerusalemme, indipendentemente dal cristianesimo. Anzi è oggetto di discussione se la predicazione di Gesù abbia mai pensato ai pagani o se l'attenzione ai non ebrei sia una costruzione successiva di Paolo quando espanse il cristianesimo fuori dei confini tradizionali.

 
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Ahimsa_72
view post Posted on 16/10/2007, 12:27     +1   -1




i miracoli sono strettamente legati alla fede, c'è una strettissima connessione.
ma la fede che richiede Gesù è appunto in opposizione alla mancanza di fede dei farisei, questi infatti si rivelano superbi, mentre lui richiede umiltà.
in questo caso infatti è l'umiltà della cananea che umilia la fede superba di alcuni degli stessi ebrei
ma alla cananaea da il segno (le briciole) mentre lo nega nell'altro caso.
E comunque forse è il caso di precisare che è questo un Gesù visto con gli occhi di Matteo, attraverso il suo personalissimo filtro restituisce questa immagine.
C’è invece una parte di studiosi che ritiene che Gesù stesso fu un fariseo (sempre nel libro di Augias/Pesce si dice a motivo della menzione delle frange del vestito, tipico abbigliamento, il vestito con le frange, di un fariseo).
Quanto si possa trarre di storico da una visione di un evangelista me lo direte voi, io non ho ancora capito quanto è possibile stabilire di genuinamente Gesuano e quanto è solo una visione di molto posteriore di una persona che non fu testimone oculare.

Quindi restando prudentemente sulla versione di Matteo Gesù sembra voler usare una persona al di fuori della comunità dei figli di Israele per denigrare una parte degli stessi appartenenti alla comunità. Come a dire oggi, qualsiasi lavavetri per quanto disprezzabile, se è umile è da preferirsi ad una persona superba.

Edited by Ahimsa_72 - 16/10/2007, 13:54
 
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Frances Admin
view post Posted on 16/10/2007, 13:15     +1   -1




Ahimsa, hai mai pensato di dedicarti completamente agli studi neotestamentari? Credo tu sia portata per questo genere di studi. :)
 
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Hard-Rain
view post Posted on 16/10/2007, 13:23     +1   -1




Dedurre dal passo sulle frange del mantello che apparteneva alla setta dei farisei mi sembra un po' azzardato. Ho letto il passo di Pesce e infatti non mi ha convinto. Io infatti inquadro Gesù nel mondo degli Esseni o comunque un sottoprodotto di quella cultura. Gli Esseni di Qumran cosa ritenevano di essere? Degli eletti speciali in opposizione al resto del popolo di Israele che sbagliava. Anche Giovanni Battista aveva toni molto simili. L'idea di un mondo ebraico monolitico composto solo da Farisei o Sadducei che convivevano pacificamente è tramontata da un pezzo. Il pesher di Abacuc racconta col solito linguaggio cifrato che la comunità fu perseguitata da un sommo sacerdote. Possiamo immaginare da questo quale inimicizia ci fosse tra i sacerdoti e la comunità. Persino sadducei e farisei erano divisi su molte questioni. La posizione di Gesù è a mio modesto avviso compatibile con il quadro dell'epoca. I vangeli canonici, purtroppo o per fortuna, costituiscono la fonte storica più antica per conoscere quei fatti. Nessuno studio può prescindere da essi. Questo non significa che non contengano sofisticazioni o alterazioni anche difficilmente distinguibili. Oggi il mondo ebraico rabbinico ci sembra compatto e unito ma non fu così, l'ebraismo attuale è quello che è sopravvisuto dagli eventi terribili del I e del II secolo e i cristiani discepoli di Gesù si sono seprati fin da subito dagli altri ebrei a formare una religione completamente diversa. Io suggerisco a tutti di studiare a fondo la letteratura settaria qumranica e quella veterotestamentaria apocrifa (Enoc, Giubilei, Patriarchi, ecc...) perchè illumina la mente su tante questioni legate all'ebraismo del tempo e anche indirettamente al proto cristianesimo. E' un pezzo di antico ebraismo che deve assolutamente entrare negli studi di chi si occupa di cristianesimo ed ebraismo. Questo non significa che dopo tale lettura Gesù diventi immediatamente bello, bravo, buono, intelligente o più credibile di prima. Diventa, semplicemente, più comprensibile nel contesto storico in cui visse ed operò.
 
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view post Posted on 16/10/2007, 14:31     +1   -1
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Condivido le premesse di Ahimsa, ma non le conclusioni. Se si inquadra il brano in un più ampio contesto culturale che parta dalla teologia dell'AT (quella dei redattori finali, non degli agiografi!), si capirà bene che "cananeo" non vuol dire "extracomunitario", ma pagano, ancorato a quei pali sacri, quei Baal e quei Moloch che il profetismo aveva così tenacemente combattuto. Che questo poi non sia esatto storicamente non interessa, l'estensore del brano in questione quando scriveva "cananeo" aveva in mente un'idea ben precisa che va molto oltre il fatto geografico. Altro dato che non è finora emerso è che specialmente in Mt la missione si svolge sempre in due tempi, prima agli israeliti e poi ai gentili, una volta si metteva in relazione questo approccio al tipo di pubblico di Mt, ora le posizioni mi sembrano più mitigate.
In ogni modo il quadro mi sembra più complesso e non riducibile alla questione umile vs. superbo, quanto piuttosto al discorso della fede, com'è già stato fatto opportunamente notare.
Riassumendo, il Gesù "profeta" non può avere un atteggiamento di base positivo verso il cananeo (non senza cadere in grave contraddizione con tutto il profetismo biblico!), ciononostante la fede può rovesciare completamente le cose. Si potrebbe dire, a mio avviso, che il miracolo non sia il segno di Gesù, quanto piuttosto la fede stessa che prorompe in maniera del tutto inaspettata. Letto in questa chiave mi sembra tutto più coerente.

Riguardo al Gesù fariseo, concordo con Hard.
Riguardo al Gesù Qumranitico, assolutamente no. Sarà forse per una precomprensione religiosa, ma non vedo tutte queste relazioni con l'essenismo, o meglio la vedo su alcuni punti ma su altri (quelli fondamentali) proprio no. Sarà che da qualche anno a questa parte pare siano diventati tutti esseni, ma a me sembra che sono alcuni studiosi a volerceli fare diventare per forza. Credo viceversa che se si fosse salvata qualche altra enclave di giudaismo periferico le stesse speculazioni oggi le vedremmo applicate a queste. Che sia una moda?

Cordialità,
 
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pcerini
view post Posted on 16/10/2007, 14:59     +1   -1




Anche Flusser e Vermes si sono occupati del contesto giudaico del gesù evangelico,ne viene fuori una caratterizzazione farisaica del pensiero gesuano (senza arrivare a dire che gesu' fosse un fariseo vero e proprio),in quanto,nei paralleli tra detti gesuani e detti farisaici (questi ultimi riportati tra l'altro anche sul Talmud) sembra esserci quasi una consonanza con il pensiero farisaico,ma loro dicono anche che il farisaismo del tempo non era un fenomeno cosi' unilaterale,anche il farisaismo aveva al suo interno delle divisioni e dei contrasti(S.Safrai),basti pensare che alcune accuse gesuane sono rivolte a quella classe farisaica che siedeva nel tempio,ma esistevano anche classi farisaiche fuori dal tempio in contrsto con quella del tempio.



Paolo
 
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Hard-Rain
view post Posted on 16/10/2007, 15:13     +1   -1




Sì, in effetti anche se i vangeli parlano di accuse ai farisei, in molti casi sembrerebbero più adatte ai sacerdoti sadducei. David Flusser e Samuel Safrai sono stati due colossi degli studi ebraici, professori eccezionali stimati sia dai cristiani che dagli ebrei. Anche nel forum biblico hanno una opinione elevatissima di loro.
 
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view post Posted on 16/10/2007, 15:33     +1   -1
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Non nego che Gesù si muovesse in quell'orizzonte culturale, semplicemente se ammettiamo l'autenticità di alcune decine di brani, si noterà che Gesù si attribuì a più riprese caratteri e prerogative di YHWH, questo col farisaismo c'entra pochissimo. Del resto, se il messaggio di Gesù non fosse stato rivoluzionario (e non certo in senso sociale) non vedo perché avrebbero dovuto crocifiggerlo.
Questo in estrema sintesi, ma credo che si vada Offtopic.
Cordialità,
 
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Hard-Rain
view post Posted on 16/10/2007, 15:53     +1   -1




Teodoro io non penso che Gesù fosse un qumranita o un Esseno tout court. Però ho dei sospetti che possa essere partito da quelle premesse culturali fondando alla fine un movimento proprio. Anche il Battista, tu come lo catalogheresti sulla base delle descrizioni evangeliche e di quelle di Giuseppe Flavio? Per me sono fenomeni, quello gesuano e quello del Battista, che si inseriscono nell'area "enochica", per dirla alla Boccaccini, se non vogliamo chiamarla essenica o qumraniana. Nel caso di Gesù pesa poi come un macigno tutta la questione calendariale ebraica e l'eventuale utilizzo da parte dei dodici del calendario solare. Io ho fatto alcuni studi al riguardo anche se Meier e moltri altri criticano le tesi "alla Jaubert" per così dire, ritengo l'ipotesi ancora valida. Certo è impossibile ricostruire il calendario per filo e per segno, ne abbiamo discusso nel forum biblico rispolverando tutte le regole talmudiche di fissazione dei mesi e di intercalazione. La conclusione fu che le ricostruzioni moderne violano alcuni capisaldi delle regole talmudiche, inoltre essendo legato all'avvistamento di fenomeni celesti ad occhio nudo e a volte all'arbitrio del beth din che su delega del sinedrio ratificava l'inizio del nuovo mese o stabiliva l'intercalazione di un mese aggiuntivo, queste ricostruzioni sono tutte viziate da errori o presunzioni. Le tavole calendariali di Qumran sono utili ma non risolvono la questione, difatti non riportano il meccanismo di intercalazione e al massimo riflettono la situazione di uno o alcuni anni, molto prima di Cristo tra l'altro (sono tra i mss. più antichi ritrovati a Qumran). Se si dimostrasse che Gesù nell'ultima cena ha realmente seguito il calendario solare beh allora la tesi del Gesù Fariseo crollerebbe immediatamente e sarebbe quasi certo che apparteneva al variegato mondo "enochico" o quantomeno partì di lì.
 
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Ahimsa_72
view post Posted on 17/10/2007, 10:00     +1   -1




CITAZIONE
Ahimsa, hai mai pensato di dedicarti completamente agli studi neotestamentari?

E come faccio con tutte le altre cose che mi piacciono? Porta via troppo tempo lo studio
Da quando ho incrociato l’analisi retorica devo dire che mi sembra di leggere i vangeli per la prima volta. Molto di quello che scompare ad una lettura superficiale in questa chiave ha una nuova luce.
Ma poi sembra di avere a che fare con una specie di scatole cinesi in cui una cosa porta a scoprirne un’altra.
Sempre nel caso dei miracoli e della fede, sempre in Matteo Gesù rimproverando i suoi seguaci perché “non capivano” richiama Isaia 6,10. È in Marco 8,18 in realtà che è molto più esplicito.
Qui la poca fede è associata alla durezza del cuore che rende ciechi e sordi pur vedendo e udendo perfettamente.
Il legame è più comprensibile però solo con le parole in greco dove vedere/sapere e udire/capire si prestano a giochi lessicali.
Ma in ebraico, nella versione ebraica di Isaia poi si rispetta questo gioco di parole?
http://original.biblebrowser.com/isaiah/6-10.htm
O meglio il richiamo ad Isaia
è fatto nel rispetto del senso che ha nel testo da cui è preso o è qui citato decontestualizzato e quindi perde ogni possibile gioco altro di parole in ebraico?
E in ogni caso chi o cosa renderebbe duro il cuore? Da cosa dipende il parlare in parabole affinché si compia la profezia di Isaia e cioè che a chi è dato di conoscere il mistero sia dato anche di comprendere il senso delle parabole, mentre chi ha il cuore indurito non possa comprendere col cuore?
Qui sembra sia riferito anche agli ebrei, in una specie di settarismo molto esclusivo e quindi sembra plausibile.
Capirai che a star dietro a ognuna delle cose che ho sollevato qui ci si dovrebbe passare parecchio tempo.

 
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Hard-Rain
view post Posted on 17/10/2007, 10:35     +1   -1




Domanda un pochino provocatoria: ma i vangeli non erano stati scritti da ignorantoni che nulla sapevano di ebraico, che interpretavano male l'Antico Testamento, che non erano ebrei ma greci o romani e non conoscevano il mondo giudaico?
 
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Frances Admin
view post Posted on 17/10/2007, 11:17     +1   -1




CITAZIONE
Domanda un pochino provocatoria: ma i vangeli non erano stati scritti da ignorantoni che nulla sapevano di ebraico, che interpretavano male l'Antico Testamento, che non erano ebrei ma greci o romani e non conoscevano il mondo giudaico?

Però Hard, gli ebrei della Disapora è normale che non conoscessero o non rispettassero le usanze ebraiche della madrepatria. La lingua parlata dagli ebrei della Disapora era il greco nelle zone grecofone e il latino a Roma e in Italia. Si pensa che persino in ambito liturgico e sinagogale gli ebrei forestieri si differenziassero da cugini di Palestina. Non desta scandalo se gli evangelisti talvolta incappano in errori geografici e traduzioni approssimative.

CITAZIONE
Il legame è più comprensibile però solo con le parole in greco dove vedere/sapere e udire/capire si prestano a giochi lessicali.

Esatto. Prima di intraprendere l'analisi esegetica, il testo deve essere sottoposto a un minuzioso esame linguistico-sintattico. Faccio un esempio: il vangelo di Marco, che è il più conciso, utilizza delle costruzioni fraseologiche che per certi aspetti si conformano alle norme retoriche del tempo. Si pensi all'impiego dei tre tempi verbali in una pericope: aoristo/imperfetto/imperfetto. Questa costruzione fraseologica comporta azione continuata e contribuisce a conferire tensione emotiva al racconto. Fino a non molto tempo fa, il vangelo di Marco era ritenuto, a torto, il più semplice dal punto di vista teologico-pragmatico. Già W. Marxen con il suo studio sulla natura redazionale del vangelo di Marco, aveva scalfito questa convinzione dura a morire. Solo in anni recenti la critica retorica, recependo le istanze dei critici della redazione, ha permesso di gettare nuova luce sugli scritti neotestamentari. Trattandosi la critica retorica di una metodologia recente, in corso di sviluppo e definizione, per ora dobbiamo accontentarci dei primi risultati, ma in futuro leggeremo monografie molto interessanti.
Se sei interessata alla critica retorica, quando finisco di compilare gli articoli del mio sito della sezione "Metodologia del NT", posso scrivere un articolo. Volendo, posso passarti qualche articolo.
 
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38 replies since 16/10/2007, 08:42   1606 views
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