Studi sul Cristianesimo Primitivo

Mauro Pesce e i miracoli, Dobbiamo credere alle opere miracolose di Gesù?

« Older   Newer »
  Share  
Hard-Rain
view post Posted on 21/7/2007, 20:07     +1   -1




Mi ha colpito molto un passaggio che sono a citarvi, estratto dal recente libro del Prof. Mauro Pesce, Inchiesta su Gesù. Il Prof. Pesce è uno studioso autorevole, uno dei maggiori biblisti laici italiani, ordinario di storia del cristianesimo all'Università di Bologna. Le idee che si riscontrano nel suo libro non sono certo ortodosse, basti dire che Inchiesta su Gesù si è attirato immediatamente le critiche di padre Cantalamessa e monsignor Ravasi. Eppure scrive il professore:

"Uno dei miei maestri, Jacques Dupont, un benedettino oggi purtroppo scomparso, noto per i suoi studi accurati su parabole e singoli brani dei vangeli, sosteneva che è sorprendente in Gesù non che abbia fatto miracoli, ma che ne abbia fatti così pochi. I grandi personaggi religiosi del tempo erano tutti famosi per fare molti miracoli. Una delle sue caratteristiche sarebbe quindi il fare meno miracoli degli altri. Se ne potrebbe dedurre che, in fondo, questa capacità era in lui relativamente limitata. Esiste una certa tendenza di tipo razionalistico che mira a negare per principio la possibilità di fenomeni "inspiegabili" alla luce della ragione. Oggi, peraltro, questa fiducia estrema nella razionalità s'è un po' attenuata; io stesso mi sono convinto che è necessario ammettere l'esistenza di persone in grado di compiere autentiche guarigioni considerate "miracolose", per le quali non esiste una spiegazione scientificamente verificabile. Nel caso di Gesù, per esempio, non ci sono soltanto guarigioni di disturbi prevalentemente psichici, ma anche episodi più difficili da interpretare. Resuscitare un morto, come nel caso di Lazzaro, oppure intervenire su forze naturali, o moltiplicare il cibo: pane, pesci, vino. Sono convinto che questi episodi non siano stati inventati, ma che i suoi seguaci furono realmente convinti di avere assistito a fatti straordinari. E' altamente probabile che Gesù, nel constatare questo suo potere, si sia interrogato su che cosa stesse succeendo in lui, quale fosse la fonte di tali facoltà. Essendo un ebreo religioso poteva attribuire questo potere solo a Dio. La sua effettiva capacità taumaturgica potrebbe essere uno dei fatti che più ci avvicina al segreto della sua esperienza individuale".

da: C. Augias, M. Pesce, Inchiesta su Gesù, Mondadori, Milano, ediz. aprile 2007, pag. 134.

Non mi sarei mai aspettato una simile posizione da parte del prof. Pesce.
 
Top
Frances Admin
view post Posted on 21/7/2007, 23:31     +1   -1




Apprezzo Mauro Pesce per la sua dotta competenza e per il suo modo di spiegare una materia così complessa in un linguaggio chiaro ed immediato. Hai detto che M. Pesce è un laico. Si, ma è anche cattolico e proprio questa particolarità gli conferisce una credibilità che molti altri biblisti non hanno perché troppo coinvolti con la difesa ad oltranza di quegli eelementi che cozzano contro le evidenze più elementari della storia del cristianesimo quando posta ad esame storico. Pesce e Gaeta sono il fiore all'occhiello dell'esegesi laica. Recentemente un altro grande studioso cattolico è passato a miglior vita: G. Barbaglio, un cattolico che secondo me ha un po' rivoluzionato gli studi biblici del panorama italiano.
Mauro Pesce è stato criticato dall'esegesi confessionale. Io penso che le sue parole contenute in Inchiesta su Gesù sono state misinterpretate da Cantalamessa e Ravasi. Gli sono state attribuiti punti di vista che non gli appartengono. Pesce stesso ha dovuto aprire un blog per rispondere alle accuse che avanzavano da parte della critica confessionale. Credo che l'equivoco nasca dal fatto che il binomio Pesce-Augias abbia spaventato i biblisti confessionali i quali credevano di trovarsi di fronte ad un nuovo Cascioli. Ma Pesce appartiene a tutt'altra corrente e la sua competenza non può essere messa in discussione.
 
Top
Ahimsa_72
view post Posted on 22/7/2007, 07:22     +1   -1




CITAZIONE
Non mi sarei mai aspettato una simile posizione da parte del prof. Pesce.

Esattamente cosa non ti saresti aspettato? Che i miracoli li intendesse letteralmente e non come metafora o aggiunte mitizzanti (es. Odifreddi dice che ricalcano le vicende di Mosè quasi a voler conferire al personaggio quelle caratteristiche messianiche come la tradizione richiedeva)?


Anche Augias si è persuaso dei poteri taumaturgici di Gesù e ad un intervista su La 7 con Daria Bignardi nella trasmissione Invasioni Barbariche diceva che esistono realmente persone dotate di questi poteri anche ora che con la semplice imposizione delle mani guariscono.

Io credo che se non si tratta di racconto inventato le guarigioni avvenivano per suggestione (infatti si legge nei vangeli che in alcune città a causa dell‘incredulità non fu possibile operare miracoli) mentre nei casi di moltiplicazioni di pani e pesci mi convincono più le ipotesi che fossero pratiche da prestigiatore illusionista.

Miracoli del genere avvengono nelle sperimentazioni dei farmaci che vengono somministrati a gruppi di pazienti da infermieri che sono all’oscuro di quali siano i farmaci col principio attivo e quelli placebo.
La differenza tra le guarigioni determina l’efficacia o meno del principio attivo, ma molta gente guarisce solo per suggestione non sapendo che il farmaco è in realtà un placebo.

Edited by Ahimsa_72 - 22/7/2007, 09:08
 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 22/7/2007, 09:30     +1   -1




Non mi sarei aspettato che uno scienziato (a dire la verità questo titolo è un po' fuori luogo per Pesce, dal momento che si dovrebbe piuttosto chiamarlo biblista, storico o anche filologo) credesse a queste cose. Io sono un cattolico ma non ti credere, i miracoli gesuani destano in me molti dubbi e perplessità, anche con la teoria della prestidigitazione mi sembra difficile poter credere a queste cose. Sono cattolico, ho un po' di fede, però sono anche uno "scienziato", dal momento che sono anche ingegnere e conosco bene fisica e matematica più che storia e teologia, almeno a livello di studi accademici. Per chi ha queste due anime (Pesce ha solo la prima) quella della passione per la storia del cristianesimo e quella per le scienze esatte, non è facile farle coesistere senza conflitti. Se leggi bene il passaggio di Pesce, è vero che a un certo punto dice: "i suoi seguaci furono realmente convinti di avere assistito a fatti straordinari" quasi a sottindendere che i seguaci forse credevano di aver visto cose impossibili magari sotto l'influenza di strane sostanze (hai presente quel che scrisse J. Allegro?) però subito dopo dice: "E' altamente probabile che Gesù, nel constatare questo suo potere, si sia interrogato su che cosa stesse succeendo in lui, quale fosse la fonte di tali facoltà" e questo significa che Pesce attribuisce proprio delle capacità reali e verificabili a Gesù, una non meglio definita "fonte" che gli dava dei poteri straordinari. Nel caso degli illusionisti non c'è altra "fonte" se non l'abilità della mente nell'escogitare nuovi trucchi e giochi. Il mago Silvan è certamente molto intelligente, però non ha una "fonte", credo, di natura divina che lo aiuta: al massimo ha dei bravi collaboratori. Penso anche che Gesù non potesse escogitare certi trucchi senza l'aiuto di una o molte persone, come minimo si sarebbe dovuto mettere d'accordo col finto morto da resuscitare, no? Se c'era della gente che lo aiutava, probabilmente sarebbe venuta a galla l'intera faccenda e poi chi si sarebbe mai fatto perseguitare e mettere a morte per un illusionista?

Quindi io penso che esistano solo due possibilità:

1) I miracoli erano autentici;

2) i miracoli sono delle invenzioni letterarie nel senso che Gesù non ne fece alcuno, al massimo per un colpo di fortuna una persona sarà guarita (in modo naturale) in coincidenza di un passaggio di Gesù da quelle parti, ecc..., un po' come i fenomeni di guarigione attribuiti a padre Pio e altri santi, ecc...

Penso che la soluzione "mista", quella del Gesù prestigiatore, sia abbastanza difficile da sostenere, anche se non si pò mai dire, nella storia ne abbiamo viste di tutti i colori.

Sarebbe comunque utile una bella ricerca - obiettiva però - sulle storie che si sentono di racconti, guarigioni misteriose, Lourdes, ecc... Secondo voi esistono davvero casi "inspiegabili" come dice lo stesso Mauro Pesce? Come mai questa sua sicurezza in materia? Se fosse un cattolico reazionario lo capirei. Ma appunto è un personaggio di un certo rilievo, se afferma delle cose non credo lo faccia a cuor leggero.

Edited by Hard-Rain - 22/7/2007, 11:20
 
Top
Faber-1980
view post Posted on 22/7/2007, 22:15     +1   -1




per me ha ragione manuele.............

sono storielle didattico-allegoriche per passare materiale astronomico.

 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 22/7/2007, 22:55     +1   -1




Beh, anche io come ho detto penso che i casi siano due:

1) autenticità;

2) pura invenzione letteraria.

Considero la teoria del Gesù mago o prestigiatore abbastanza inverosimile.
 
Top
Ahimsa_72
view post Posted on 23/7/2007, 07:38     +1   -1




Ho letto con attenzione quello che hai scritto Hard e in effetti replico ma molto titubante perché anche io non riesco ad avere una idea certa sulla questione miracoli.

Intanto lascio aperta la possibilità di trucchi da prestigiatore perché qualcuno almeno nei primi secoli lo ha creduto possibile, Celso dice infatti che i trucchi Gesù li aveva imparati in Egitto. Pur non potendo prendere per oro colato le sue affermazioni credo se ne debba tener conto almeno per quello che concerne le interpretazioni dei fatti nei primi secoli.
Poi è la stessa qualità di certi miracoli a destare più di qualche perplessità come il mandare il discepolo a prendere la moneta dalla bocca del pesce, così tanto per fare qualcosa ad effetto, e sempre resta il dubbio, è stato il narratore a voler dare l’effetto o chi l’atto lo ha compiuto, se lo ha compiuto per davvero?

Non sopravvaluterei nemmeno tanto la popolazione dei seguaci perché il miracolo di san Gennaro tuttora ha molto credito tra tanta gente eppure la notizia che si tratta solo di un trucco è risaputa ma la gente si farebbe ammazzare pur di mettere a tacere queste voci “blasfeme”.
Quindi io non porrei limiti alla capacità umana di voler credere vero qualcosa anche di fronte alle palesi dimostrazioni della falsità.

Ancora proprio nei nostri giorni c’è Sai Baba che fa miracoli, materializza oggetti dal nulla, (spero di non starlo confondendo con qualcun‘altro) ha tanta gente al suo seguito che lo crede realmente Avatara, ossia manifestazione in un uomo del Dio krishna.
Per ovvie ragioni (che non sto ad elencare) io escludo del tutto che sia Sai Baba che Cristo siano rispettivamente avatara e figlio di dio.
Quindi se escludo anche l’ipotesi dell’illusionismo rimane solo la narrazione di fantasia.
E se aggiungiamo anche le proprietà numeriche delle cifre utilizzate a corredo di alcuni miracoli allora diventa tutto più coreografia che effettiva realtà.
Se pensi alla pesca miracolosa e al numero dei pesci pescati … perché non ha fatto cifra tonda l’evangelista? Perché infilarci un numero che oltre ad essere triangolare (come le proprietà numeriche di Elohim) è anche il numero che simbolizza la vescica piscis?
Era il simbolo importante o davvero quel miracolo è avvenuto?
Oltretutto questo è narrato in un capitolo aggiunto molto dopo, a quale scopo dunque inventare questo racconto?
Mi è piaciuto molto quello che hai scritto su S.A. a proposito delle visioni del risorto e della necessità di non dare adito a narrazioni “inventate” in base a personali visioni, ma come hai accennato di là lo stesso Saulo di Tarso la rivelazione la ha per mezzo della visione.
Lo stesso Gesù nell’episodio della trasfigurazione ha la visione di Mosè ed Elia, insieme a pochi discepoli.
E sembra proprio voler legittimare questa usanza quando dice ai suoi di non raccontare nulla se non dopo aver visto lui risorto.
E lui risorto è proprio quello che nella pesca miracolosa ci infila un numero particolare.
Incollo qui quello che hai detto su S.A. (ovviamente se non sei d‘accordo hai ogni facoltà di cesoiarlo) perché mi è piaciuto molto ed è degno di essere approfondito
CITAZIONE
Ad integrazione di questo voglio però dire una cosa importante. E' vero che Pesce parla spesso di modifiche, rielaborazioni, composizioni ex-novo di parti dei Vangeli e altri testi. Non necessariamente però ipotizzo che egli pensi a rimaneggiamenti per motivi dottrinali. Ho avuto il piacere di assistere a due seminari presso il dipartimento di filologia dell'università di Bologna, alcuni ragazzi presentavano l'attività delle loro tesi di dottorato in letteratura cristiana antica o storia del cristianesimo svolte proprio con il Prof. Pesce. Si è parlato di libri quali l'Apocalisse e l'epistola di Giacomo. L'idea - che avranno mutuato dal loro maestro e da una certa scuola di pensiero - è che dopo la morte di Gesù si verificarono un certo numero di esperienze estatiche per cui discepoli del maestro Gesù ebbero visioni e credettero di essere stati ispirati direttamente da Gesù Cristo. Del resto anche noi che non siamo dotti filologi o storici sappiamo che lo stesso Paolo, in una delle sue epistole, afferma di avere appreso la dottrina non da uomini ma per rivelazione diretta di Gesù Cristo. Quindi sulla base della autorità conferita ai discepoli da queste "visioni" - più o meno credibili - essi si sentirono autorizzati a modificare il testo dei Vangeli esistenti per integrarlo e addirittura a comporre nuovi libri e vangeli, i cosiddetti apocrifi del II secolo. Si tratta del resto di un modello antropologico noto anche da altre culture e studiato da Overholt, citato spesso in quei seminari, secondo cui i discepoli di un maestro o di un profeta si sentono autorizzati ad espandere le teorie e le profezie del maestro dopo la sua morte sulla base di esperienze estatiche. Un libro spesso citato ai seminari di filologia di cui ho detto è stato T.W. Overholt, Channels of Prophecy, The Social Dynamics of Prophetic Activity, Eugene, 1989. Tra le righe e soprattutto per chi ha letto o ascoltato altre cose di Pesce si intuisce in Inchiesta su Gesù che uno dei motivi che spinsero alla nascita del canone fu, oltre alla questione marcionita, il desiderio di mettere un freno a tutte queste attività estatiche per cui anche dopo 100 o 150 anni dalla morte di Gesù uno aveva una visione e si sentiva autorizzato ad alterare o costruire dal nulla il suo personale libro su Gesù Cristo.

 
Top
Ahimsa_72
view post Posted on 23/7/2007, 08:09     +1   -1




A scanso di equivoci voglio aggiungere che non accordo nessun valore al senso esoterico o magico di questi numeri ma solo ipotizzare che chi li ha scritti potesse pensarlo.

Dalla Pagels, I Vangeli Gnostici, mondadori apprendo che Tertulliano riporta Valentino che ritiene maturi solo quei discepoli che tramite le visioni apportavano personali modifiche alla dottrina, e quindi riscrivevano vangeli … si può dire “ispirati”?
Era dunque un conferimento di autorità il cambiamento della dottrina piuttosto che la fedele trasmissione degli insegnamenti originali.

Forse è fuori luogo ma Gesù stesso dice di essere venuto a portare a compimento e molto della legge dei padri la fa evolvere in alcuni punti, “voi avete udito che … ma ora io vi dico”.
Se aggiungiamo che anche lui chiedeva ai profeti in visione l’ispirazione, non so lascio concludere a chi ha già valutato a fondo la questione più di me.
 
Top
pcerini
view post Posted on 23/7/2007, 23:20     +1   -1




Mauro Pesce e' visto con diffidenza(immagino che avete gia' sentito bollare l'opera ultima di Pesce e Augias come fanta-storia da molti critici che secondo me neanche lo hanno letto),e' noto,ma secondo me le parole di Pesce nel post di apertura di Hard Rain hanno messo in luce un'aspetto storico legato alle tradizioni religiose del mondo ebraico,e cioe'la miracolistica,a mio avviso Pesce non sta dando una interpretazione letterale della miracolistica ma sta facendo capire di che pasta fosse fatta la tradizione religiosa ebraica,il Talmud e' pieno di esempi in tal proposito.

E Pesce,in quel fangente,parla da storico,sta mettendo in luce un'aspetto della tradizione ebraica ben messa in luce anche da altri autori molto piu' vicini a tale tradizione dal punto di vista storico.

Tempo fa lessi di un rabbino di New York,molto famoso,di cui non ricordo molto bene il nome,sul conto del quale chi gli stava vicino (mi sembra che e' morto recentemente) erano sopratutto i suoi allievi,i quali raccontavano ti taluni presunti miracoli che aveva compiuto questo rabbi,e cio' che mi impressiono' in tali racconti fu la straordinaria somiglianza sia del tipo che della quantita' che lo accomunava alla miracolistica ebraica del passato giudaico.

Un'altro punto che Pesce sottolinea altrove.e' la somiglianza del tipo di miracolistica gesuana con rabbi che lo avevano preceduto risalenti anche al I sec. A.C.

Paolo

Edited by pcerini - 24/7/2007, 00:58
 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 24/7/2007, 07:11     +1   -1




Sì, però Mauro Pesce scrive:

"Sono convinto che questi episodi non siano stati inventati, ma che i suoi seguaci furono realmente convinti di avere assistito a fatti straordinari. E' altamente probabile che Gesù, nel constatare questo suo potere, si sia interrogato su che cosa stesse succeendo in lui, quale fosse la fonte di tali facoltà."

Questa mi sembra la sua personale opinione non una interpretazione storica o esegetica.
 
Top
Faber-1980
view post Posted on 24/7/2007, 09:15     +1   -1




CITAZIONE (Hard-Rain @ 24/7/2007, 08:11)
Sì, però Mauro Pesce scrive:

"Sono convinto che questi episodi non siano stati inventati, ma che i suoi seguaci furono realmente convinti di avere assistito a fatti straordinari. E' altamente probabile che Gesù, nel constatare questo suo potere, si sia interrogato su che cosa stesse succeendo in lui, quale fosse la fonte di tali facoltà."

Questa mi sembra la sua personale opinione non una interpretazione storica o esegetica.

anche secondo me
 
Top
Ahimsa_72
view post Posted on 24/7/2007, 09:48     +1   -1




Si ma perché Hard ci trovi qualcosa di male, se ce lo trovi eh?
Lui dice espressamente “sono convinto”, parla di una sua convinzione e anche in altri punti chiarisce che la sua opinione, credo chiunque sia libero di farsi una idea personale al di la degli studi accademici più o meno accreditati o avallati a maggioranza.
In fin dei conti l’intervista era fatta a lui quindi erano le sue idee che doveva esprimere, facendo ovviamente le dovute premesse che sono e restano sue convinzioni almeno fino a che non si riesca a provare che siano reali o totalmente errate.
Pesce oltretutto accredita Luca come il più vicino secondo lui al Gesù storico.
È convinto, sempre sua convinzione quindi, che Luca abbia saputo vedere e riportare una figura più vicina alla realtà storica.
Mentre in altri vangeli Gesù appare in modi differenti lui attribuisce l’intepretazione agli altri evangelisti, ossia secondo marco matteo e giovani era in tali modi mentre, per motivi suoi, credo anche basati su altri elementi, non solo di fantasia insomma, ritiene che se Luca lascia intendere che Gesù era turbato dai suoi poteri e si interrogava su questi non è interpretazione di Luca ma una fedele narrazione del vero Gesù.
Io dissento, per quanto possa fare dati i pochi elementi ancora, ma mi viene da chiedere come si possa dare credito a un racconto che è passato almeno attraverso un sentito dire e trascritto non da testimoni oculari dunque.
Come si po’ dire con tanta certezza che Gesù credesse questo piuttosto che altro.
Io sarei più per fermarsi al Luca credeva questo di Gesù.
 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 24/7/2007, 10:52     +1   -1




Non trovo nulla di male o qualcosa di particolarmente buono. Soltanto credevo che uno studioso razionale rifiutasse nella maniera più categorica le opere miracolose, dicendo che erano invenzioni letterarie oppure che sono da interpretare in senso esclusivamente allegorico. Come hai scritto anche tu Mauro Pesce in Inchiesta su Gesù dà molto credito al Vangelo di Luca, anche se afferma che fu composto negli anni '80 del I secolo e non certo da testimoni oculari.
 
Top
12 replies since 21/7/2007, 20:07   289 views
  Share